Lavoravo in un chiosco di fiori davanti al cimitero

Restiamo umani sotto il bombardamento.

di Ugo Giansiracusa - martedì 18 febbraio 2020 - 1709 letture

Lavoravo in un chiosco di fiori davanti al cimitero.

Meglio di niente e poi avevo tempo per leggere.

Mi svegliavo presto ed andavo al bar perché non sono mai riuscito a farmi il caffè senza aver prima preso un caffè.

Quindi il caffè era al bar sotto casa e il barista erano le prime chiacchiere della giornata. Il resto della compagnia erano in maggioranza stranieri che andavano a lavorare ai cantieri o nei campi.

Scarpe macchiate di vernice e cemento. Giubbotti sformati avana. Mani callose. Occhi stanchi. Barba fatta il giorno prima.

Tra un caffè e l’altro, o magari il pomeriggio davanti ad un aperitivo, il signore del bar era diventato un conoscente con cui parlare. Le classiche e mai abbastanza celebrate chiacchiere da bar.

La TV nel bar era sempre accesa, e ogni tanto mi ipnotizzavo anche io davanti la scatola magica.

“La colpa è che ci stanno troppi stranieri. Non siamo più sicuri. Per loro che aumentano i crimini”

Ok ora mi sveglio. “Ma scusa ma tutti quelli che vengono da te mica che sono criminali”

Lui mi guarda come se fossi scemo. “Ma mica questi. Quelli la!” e indica la TV come se fosse un posto.

Allora insisto “scusa ma tu ci hai mai avuto problemi con gli stranieri?”

Lui "no, mai..."

Ai suoi occhi sono tonto come Winnie the Pooh “Ma che c’entra, ma non lo vedi quello che succede? Ne parlano in continuazione”.

E si, io sono tonto come Winnie e continuo “Si, ok, ma a te, alle tue figlie, a tua moglie, nella tua vita di ogni giorno, ti hanno mai fatto qualcosa?”

Poi un cliente gli chiede un cappuccino e io me ne vado a fumare fuori.

E allora ho capito che non conta quello che vivi, ma quello che ti dicono in TV. La realtà, la sensazione di realtà, passa da li. Dalla scatola magica e diabolica.

Poco importa che vivi in una cittadina tranquilla dove anche l’africano che ti vende i fazzoletti al semaforo fa parte della comunità.

Se ti dicono che il paese è in pericolo e te lo ripetono più e più volte alla fine in tanti ci credono.

Ora poi abbiamo anche i social e il bombardamento è h24, come i distributori automatici.

Restiamo umani sotto il bombardamento.


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