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Laurent Mucchielli "Vous Etes Filmés" (Armand Colin/Dunod)

Siamo sicuri che la videosorveglianza serva alla nostra sicurezza?

di Emanuele G. - lunedì 15 ottobre 2018 - 3790 letture

Il libro del sociologo francese Laurent Micchielli è davvero un sasso in piccionaia in quanto è da anni che ci bombardano sull’equazione perfetta telecamere uguale maggiore sicurezza.

Invece le cose stanno in maniera decisamente differente. Di molto...

L’autore del saggio ha realizzato un’inchiesta encomiabile e puntuale sull’argomento tralasciando nulla ed andando ad investigare tutto quello che c’era da sapere sull’argomento.

In primis, ci fornisce delle informazioni più che dettagliate sulla storia della videosorveglianza. Una storia che afferisce a uno dei colossi dell’elettronica mondiale. La tedesca Siemens. In seguito passa in rassegna cosa è successo in paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra e la Francia.

La successiva fase del saggio investe la situazione in Francia dove fa letteralmente le pulci al settore. Un settore originato dalla leggenda metropolitana della sicurezza. Una molla che ha permesso a moltissime amministrazioni locali francesi di acquistare migliaia di telecamere facendo sì che si avverasse la previsione orwelliana del c.d. "big brother".

Tutti sembrano conquistati dalla facoletta secondo cui il totem telecamera assicurerebbe un eccellente standard di sicurezza. Moltissimi uomini politici locali o di livello nazionale vi hanno costruito una carriera politica. Questo fin dagli anni ottanta allorquando si iniziò a collare le primissime telecamere atte alla vidosorveglianza. Un numero imprecisato, ma che ha significato un esborso non indifferente di denaro pubblico.

Una conseguenza prevedibilissima è stata la nascita di una lobby capace di imporre a tutti la leggenda della videosorveglianza. Il motivo è molto semplice. La videosorveglianza movimenta una massa critica di soldi di notevoli dimensioni. E ciò ha sollecitato e sollecita l’appetito di molte persone. Una lobby che si è rafforzata dopo la sequela di attentati jihadisti che ha sconvolto la Francia negli ultimi anni. Molta gente campa sulla leggenda della videosorveglianza.

Il saggio prosegue il suo viaggio nel sistema della viodesorveglianza. Un sistema foraggiato da sondaggi volutamente orientati e da protocolli di sicurezza emanati dalla autorità di polizia francesi che sortiscono l’effetto di accrescere ulteriormente la fame di telecamere per la sicurezza. Questo mondo della videosorveglianza i cui costi restano quasi sempre un mistero. Mistero ogni tanto svelato da rapporti della Corte dei Conti e dalle sue dipendenze regionali.

Ma non c’è solo questo. L’autore ha sviluppato la sua indagine su tre comunità urbane modello. Succede persino che si impiantino telecamere dove non c’è proprio bisogno. La città ha un debolissimo indice di criminalità che l’acquisto di telecamere appare fuorviante. Oppure si installino delle telecamere per sortire l’effetto che la delinquenza si trasferisce in zone non servite dalla potente tecnologia della videosorveglianza. Guarda caso. Od ancora nelle grandi città il sistema è così faraonico da assorbire importanti risorse umane per un insieme di risultati operativi piuttosto deludenti. Solo il 3,5% delle immagini registrate serve veramente a combattere la delinquenza ed assicurare sicurezza.

In breve, la videosorvegliana non è uno strumento utile per combattere la delinquenza e i soldi pubblici potrebbero essere spesi meglio. L’argomento videosorveglianza è diventato una delle architravi dei dibattiti demagogici e populisti sulla c.d. "sicurezza". Possiamo pensare che la videorveglianza non ha nulla a che fare con la cirurezza e piuttosto si tratta di puro marketing. E sembra che nell’avvenire dobbiamo attenderci ad un’invasione di droni...

Eppure recenti referendum popolari svoltisi in Francia in alcuni comuni hanno dato esito sfavorevole a presunti progetti di implementazione ed estensione di telecamere. Forse la gente inizia a capire che si tratta di un tranello?

Il libro finisce con una nota molto suggestiva da parte dell’autore. Una nota in cui difende la professione del "sociologo". Una persona che non si accontenta delle verità di comodo ed è interessato, piuttosto, a capire come vanno realmentele cose. Il che provoca malumori in alcuni ambienti ed anche minacce.

Un saggio molto, ma molto intrigante. E continuano a raccontarci frottole su un tema estremamente importante quale quello della sicurezza...

- Per sapere di più su Laurent Mucchielli:

Laurent Mucchielli

- Sito della casa editrice:

Dunod

- Photo credits:

La foto della copertina ci è stata fornita dalla casa editrice


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