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La vellutata è sempre "vellutata"

Ricercata da qualsiasi visitatore si trovi a passare per la Sicilia, la granita è una prelibatezza alla quale non si può resistere.

di Piero Buscemi - lunedì 26 luglio 2021 - 5422 letture

Si fa presto a dire "granita siciliana". Qualcuno ancora pensa a un blocco di ghiaccio grattato alla meno peggio, qualche sciroppo ai gusti più impensabili e poi proporla indegnamente con il nome di granita siciliana. E qualcuno osa ancora di più aggiungendo l’attributo "vera", pubblicizzandola in televisione come se fosse possibile gustare questa antica tradizione da un banco di supermercato.

Ben altri attributi ci vogliono per qualificare la pregiatissima granita siciliana. Realizzata in tanti modi diversi, a secondo della città nella quale si decide di gustarla, anche per questa tradizionale attrazione culinaria la sua origine viene rivendicata periodicamente da più località isolane. Storicamente si sa che sia un prodotto ispirato alla tradizione araba e più precisamente, allo Sherbet, una sorta di bevanda cremosa fredda che univa il profumo delle rose con il sapore di svariata frutta.

I Siciliani sfruttarono la presenza della neve sull’Etna e sui Monti Nebrodi e Peloritani per procurarsi il freddo necessario alla realizzazione di questa che potremo chiamare "crema di frutta refrigerata". Le prime granite ovviamente prevedevano l’uso del limone e solo molto tempo dopo, in epoca moderna ancor di più, sono stati utilizzati ingredienti più accattivanti quali la mandorla, il pistacchio e il caffè.

La granita della quale vogliamo parlarvi in questo articolo è quella che da qualche anno è passata, è il caso davvero di dirlo, di bocca in bocca, tanto da essere considerata una prelibatezza ricercata nel periodo estivo da chiunque abbia la fortuna di sedersi ad uno degli accoglienti tavoli che il Bar Lucio di Nizza di Sicilia nel messinese jonico. Stiamo parlando della mitica "Vellutata alla pesca".

Lucio, personaggio conosciuto da tutti, non solo a Nizza di Sicilia, svolge questo lavoro da oltre 40 anni, precisando che il segreto delle sue alchimie refrigeranti, oltre alla qualità della materia prima, ossia la frutta scelta con dovizia e competenza, l’acqua e la giusta dose di zucchero mai eccessiva sfruttando la dolcezza stessa del frutto utilizzato, il vero segreto come dicevamo è una infinita passione.

Una passione che ha guidato le mani di questo artista del palato nella ricerca dei sapori più genuini ed antichi che la terra di Sicilia riesce ancora a conservare. La gratificazione e la soddisfazione letta nell’espressione degli occhi dei suoi clienti, mentre affondano con delicatezza il cucchiaino nelle sue fruttate creazioni, la dice lunga sulla possibilità di rinunciare e resistere alla tentazione di asssaporare questo incanto di sapori.

La foto allegata all’articolo rende solo in parte giustizia al livello qualitativo della "Vellutata alla pesca". Qualcuno aggiunge della panna, ma sinceramente consigliamo i nostri lettori a gustarla semplice, godendo della naturalezza del prodotto nella sua originalità.

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Vellutata di pesca
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Bar Lucio


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