La trasparenza totalitaria
Ascoltare e vedere, vedere e ascoltare...
È il tempo del compimento di molti miraggi, quello che stiamo vivendo. Il Leviatano di Hobbes, il Panopticon di Bentham, il Big Brother di Orwell, si vanno realizzando nelle forme che neppure le metafore di Weber e Foucault hanno saputo immaginare. Oltre la gabbia d’acciaio della burocratizzazione universale, al di là delle società di disciplina, nuovi paradigmi e fatti nuovi richiedono strumenti di controllo assai più avanzati e pervasivi. Il Pensiero unico della contemporaneità va unendo sempre più strettamente il politicamente corretto, l’aggressività pubblicitaria e l’ossessione della sicurezza post 11/9. Il risultato è una sorveglianza sempre più totale esercitata sulla vita quotidiana degli abitanti del pianeta.
La rete di ascolto satellitare Echelon è in grado di recepire, controllare, archiviare l’insieme sterminato di dati provenienti dalle fonti più diverse. Echelon è una struttura del governo statunitense, gestita in collaborazione con altri Paesi. Nata dalla vecchia Rete UKUSA, ideata durante la Guerra fredda, è ora utilizzata per gli scopi più diversi: commerciali, bellici, politici. Dato che Echelon funziona per parole-chiave, non c’è dubbio che stia registrando anche questo articolo (e, in generale, tutto Girodivite...).
Sulla base costituita da Echelon, il governo degli USA dopo l’11 settembre ha progettato il TIA (Total Information Awareness) con lo scopo di controllare tutti i database del mondo contenenti informazioni sulla vita privata delle persone: e-mail, comunicazioni telefoniche (lo sapete, vero, che tramite il cellulare -anche se spento- la vostra posizione è sempre identificabile?), fax, conti correnti, acquisti di biglietti aerei (gli USA hanno ottenuto che le compagnie aeree europee trasmettano tutti i dati in loro possesso al governo americano, senza che i passeggeri ne vengano informati; e ciò in base a un accordo del 5.3.2003 fra la Commissione europea e le dogane statunitensi), consultazione di siti web, abbonamenti a giornali e riviste, cure mediche, persino fotocopie, visto che le macchine di nuova generazione sono in grado di memorizzare le pagine su disco rigido prima di copiarle. Sottoposto a critiche, il TIA si è semplicemente trasformato in...Terrorism Information Awareness e la sua realizzazione sta procedendo veloce.
È sempre più chiaro, pertanto, quanto l’insicurezza sia funzionale al potere politico e finanziario che governa gli Stati, “non si sviluppa la società di sorveglianza per lottare contro l’insicurezza, si utilizza -al contrario- l’insicurezza come pretesto per giustificare la società di sorveglianza. Perché è un buon pretesto” (É. Werner, in éléments pour la civilisation européenne, num.. 118, autunno 2005). Ogni nuovo atto di terrorismo non fa che rafforzare e legittimare l’estensione del controllo sociale, in un circolo senza fine. “E quindi, le telecamere e le nuove tecnologie informatiche rendono possibile l’occhio onnisciente di Hobbes, il controllo e la trasparenza del contenuto della libertà individuale” (M. Lhomme, ivi) ma se il potere assoluto veniva difeso da Hobbes perché in grado di compensare una minore libertà con una maggiore sicurezza, il potere Echelon riduce la libertà e insieme la sicurezza.
Biometria, chip sottopelle, connessione ininterrotta alle Reti mondiali di comunicazione possono costituire una forma di estensione e di arricchimento dell’umano e delle sue facoltà ma sono anche un potenziale strumento di controllo totale. È quindi importante sapere che questi processi sono in corso e dobbiamo conoscerli meglio dandoci in tal modo la possibilità o almeno la volontà di verificarne l’utilizzo. In caso contrario, “l’interiorizzazione della sottomissione e della repressione favorisce questa specie di sovranità illimitata diffusa in tutto il corpo sociale, autentica idra marina, dove il potere circola e funziona in collegamento coi suoi delatori e i relativi dossier” (Id).
Il progetto elaborato da Rousseau di una trasparenza totale del singolo rispetto alla società va dunque realizzandosi proprio nelle forme immaginate dal pensatore ginevrino anche se non -naturalmente- con i suoi strumenti: “lasciategli credere che è lui a comandare, mentre lo dirigete fermamente. Non esiste assoggettamento più perfetto di quello che conserva l’apparenza della libertà, perché in tal modo si riesce ad avvincere la stessa volontà” Emilio.
I liberi uomini della contemporaneità sono sottoposti a un’autorità che nessuna tirannide antica, nessun assolutismo moderno, nessun dispotismo orientale ha mai detenuto: il controllo perenne e burocratico di ogni comunicazione sociale, l’ipse dixit delle icone, la forza pervasiva degli strumenti che coniugando le parole alle immagini trasmettono degli ordini al pensiero lasciando le menti nell’illusione di aver prodotto da sé quei simulacri di verità. La trasparenza va compiendosi, totale, anzi totalitaria.
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