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La strage infinita dei braccianti: 12 morti nel Foggiano, sono 16 in 48 ore

USB: sicurezza, dignità e diritti per i lavoratori agricoli

di Redazione Lavoro - martedì 7 agosto 2018 - 3553 letture

Dodici braccianti sono morti e altri tre sono rimasti feriti in un incidente stradale avvenuto nel primo pomeriggio di oggi sulla strada statale 16 in località Ripalta, nel comune di Lesina. In 48 ore sale così a 16 il numero dei lavoratori agricoli deceduti nel Foggiano mentre tornavano dalla raccolta del pomodoro nei campi.

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12 morti nel foggiano

Impressionanti le analogie con l’incidente di sabato scorso: anche qui un furgone che trasportava i braccianti si è scontrato con un tir.

L’Unione Sindacale di Base ha subito mobilitato i propri delegati, che hanno raggiunto il luogo dell’incidente per fornire supporto agli scampati all’ennesima mattanza di un settore che va avanti all’insegna dello sfruttamento e della negazione dei diritti.

USB esprime solidarietà e vicinanza alle famiglie dei lavoratori coinvolti e conferma lo sciopero dei braccianti già indetto per mercoledì 8, con la marcia dei berretti rossi che dalle campagne di San Severo raggiungerà la prefettura di Foggia. Sicurezza, dignità e diritti per i lavoratori agricoli.

Strage nel Foggiano, USB: mercoledì 8 sciopero dei braccianti e marcia dei berretti rossi da San Severo a Foggia

Centinaia di braccianti delle campagne del Foggiano si sono riuniti in assemblea con l’Unione Sindacale di Base domenica sera nell’ex ghetto di Rignano e hanno deciso di proclamare uno sciopero per l’intera giornata di mercoledì 8 agosto, in memoria dei quattro compagni di lavoro morti sabato 4 sulla provinciale 105 mentre tornavano dai campi e per rivendicare diritti e dignità.

Lo sciopero sarà accompagnato da una marcia che prenderà il via alle 8 del mattino da Torretta Antonacci (ex ghetto di Rignano), nel comune di San Severo, e si concluderà davanti alla prefettura di Foggia. Sarà la marcia dei berretti rossi, come i cappellini che i quattro braccianti morti e i quattro feriti sabato indossavano nei campi per proteggersi dal solleone mentre si spaccavano la schiena per raccogliere pomodori alla vergognosa paga di un euro al quintale.

Cappellini che USB e Rete Iside avevano distribuito ai braccianti come segno di vicinanza e di solidarietà in un processo di sindacalizzazione che richiama alla memoria le battaglie di Giuseppe Di Vittorio per i diritti dei lavoratori agricoli. Perché questo erano i quattro nostri compagni morti: lavoratori agricoli, indipendentemente dal colore della pelle. Braccianti, giovani e giovanissimi: Amadou Balde (Guinea Bissau) aveva 20 anni; Aladjie Ceesay (Gambia) 23; Moussa Kande (Guinea Bissau) 27; Ali Dembele (Mali), il più vecchio, 30.

Morti sulla strada provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri a causa di un infortunio in itinere, che come tale va riconosciuto, come stabilito dall’Inail.

“È questa la nostra battaglia – ribadisce Aboubakar Soumahoro, del coordinamento lavoratori agricoli USB – la tutela dei lavoratori e la rivendicazione dei loro diritti, negati in Puglia come in Calabria, in Piemonte o nel Lazio. Per questi diritti si batteva Soumaila Sacko, ucciso nella piana di Gioia Tauro il 2 giugno scorso, per questi diritti combattevano i braccianti morti sabato, organizzandosi per sfuggire alla schiavitù del caporalato e alle vessazioni dei cosiddetti imprenditori agricoli. Saremo al fianco dei lavoratori dei campi, lo saremo il 22 settembre presentando proprio a Foggia la piattaforma e il programma di lotta USB sul lavoro agricolo”.


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