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La scuola riparte con 250mila precari

Fra qualche giorno le nostre ragazze e i nostri ragazzi faranno ritorno a scuola, trovando i soliti limiti organizzativi e strutturali e gli stessi problemi di sempre, alcuni dei quali purtroppo gravemente peggiorati. Un articolo di Giovanni Caprio (Pressenza)

di Redazione - mercoledì 28 agosto 2024 - 554 letture

Ci stiamo avviando verso un nuovo anno scolastico e fra qualche giorno le nostre ragazze e i nostri ragazzi faranno ritorno a scuola, trovando i soliti limiti organizzativi e strutturali e gli stessi problemi di sempre, alcuni dei quali purtroppo gravemente peggiorati.

Come aveva per tempo denunciato l’ANIEF, l’Associazione professionale e sindacale che rappresenta tutte le professionalità dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con docenti, ricercatori, personale ATA, DSGA, lavoratori della scuola precari e di ruolo, quest’anno ci sarà il record di supplenti: ben 250mila.

Marcello Pacifico, presidente nazionale ANIEF ha sottolineato che: “Si continuano a non stabilizzare i docenti con diploma magistrale, i laureati in Scienze della formazione primaria e adesso anche gli idonei da concorsi Pnrr.

Si confermano anche migliaia di cattedre in organico di fatto, come pure si lasciano nel limbo quasi 100.000 cattedre di sostegno mantenendole con la formula assurda della deroga, quindi assegnabili solo ai precari.

Per non parlare che chi è idoneo al concorso Pnrr non potrà essere collocato nella graduatoria di merito e progressivamente assorbito in ruolo …

Poi si arriva al paradosso di avere i posti liberi, il personale con tutti i requisiti e collocato anche nella graduatoria ‘giusta’, ma nemmeno in questo caso si immette in ruolo, perché c’è una norma che non permette le assunzioni su tutti i posti vacanti, ma solo ad una percentuale piuttosto bassa. È arrivato il momento di cambiare anche questa regola. E nel frattempo di immettere in ruolo docenti e personale Ata che ne hanno diritto.”

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bart e la scuola

Ma oltre a trovare tanti precari, le nostre ragazze e i nostri ragazzi ritroveranno in molti casi le stesse vecchie strutture scolastiche: per il Centro studi Orizzonte Scuola 2.480 scuole sono state costruite prima del 1900, mentre la maggior parte risale agli anni 60, 70 e 80.

Openpolis ha certificato che oltre la metà degli edifici scolastici attivi in Italia è stata costruita tra il 1950 e il 1992.

“Su 40mila edifici scolastici attivi, scrive Openpolis, quelli fabbricati dopo il 2018 rappresentano una quota residuale, inferiore all’1% (0,8%). Con una variabilità territoriale che oscilla tra il 4,2% della Valle d’Aosta e lo 0,1% della Sardegna.

Tra questi due estremi, l’edilizia scolastica più recente si registra anche nelle Marche (2,7%), in Molise (2,4%), in Umbria (2%), in Basilicata (1,4%) e Abruzzo (1,3%).

Territori quindi in diversi casi colpiti da eventi sismici negli ultimi trent’anni. Superano l’1% anche Toscana e Veneto (entrambe al 1,1%), mentre è appena sotto questa soglia la Calabria (0,99%)” (https://www.openpolis.it/a-quando-risale-ledilizia-scolastica-in-italia/).

Scuole che, come evidenzia Cittadinanzattiva, sono sempre più pericolosamente soggette a distacchi di intonaco, a crolli o cedimenti di soffitti, solai, controsoffitti, ma anche di pavimenti, finestre, lampade o alberi.

Intanto, i genitori anche quest’anno come ogni anno dovranno fare i conti con il “caro scuola”, con i prodotti dedicati alla scuola che subiscono infatti notevoli aumenti: dal monitoraggio effettuato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori i costi del materiale scolastico registrano un rincaro medio del +6,6% rispetto al 2023.

“La voci più care si confermano, secondo la Federconsumatori, quelle relative allo zaino, specialmente se si sceglie la versione trolley, per evitare di portare sulle spalle pesi eccessivi, oppure la versione hi-tech, con tanto di power bank integrato, per poter ricaricare i propri dispositivi.”

L’analisi dell’O.N.F. quest’anno ha preso in considerazione non solo il costo dei prodotti presso la GDO e presso le cartolibrerie, ma anche online, dal momento che tale modalità di acquisto, ormai, è sempre più diffusa e consente, in molti casi, di risparmiare tempo e risorse.

Mediamente, infatti, acquistando tali prodotti online si risparmia il 20% rispetto all’acquisto presso le cartolibrerie e il 2% rispetto all’acquisto presso la GDO. “Qualunque sia la modalità di acquisto prescelta, puntualizza Federconsumatori, quella per la scuola si conferma una voce di spesa estremamente onerosa per le famiglie: ecco perché molti ricorreranno al riutilizzo del materiale degli anni passati (zaini e astucci), allo scambio/regalo di prodotti anche attraverso gruppi online e sui social network, nonché ai testi scolastici usati.”


L’articolo di Giovanni Caprio è stato diffuso anche da Pressenza.



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