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La ripartenza democratica del Burkina Faso

Dopo 30 anni il paese africano ritorna alla normalità democratica

di Emanuele G. - mercoledì 16 dicembre 2015 - 4906 letture

Il Burkina Faso è un classico esempio delle vicende storiche occorse all’Africa post-coloniale. Cioè una forte aspirazione a un reale democrazia spesso soffocata nel sangue a causa di ingerenze straniere o di lotte tribali/religiose. Cause, il più delle volte, molto legate fra di loro. La tribù o la religione svolgono – i fatti purtroppo lo confermano – il ruolo di giocattoli in mano agli interessi geopolitici. La storia del paese africano della fascia sahariana ha un punto centrale di snodo delle proprie vicende. Questo punto ha un nome: Thomas Sankara.

Thomas Sankara – Senza dubbio una delle personalità politiche più rappresentative dell’Africa post-coloniale. Nato nel 1949 intraprende la carriera militare diventando uno dei principali esponenti dell’esercito dell’Alto Volta. Nel 1976 decide di entrare in politica fondando assieme ad altri militari il ROC (acronimo per: Ragroupement des offiers communistes, in italiano: Ragruppamento degli ufficiali comunisti). Nel settembre del 1981 diventa segretario di Stato all’informazione sotto il governo del colonnello Saye Zerbo. Il 21 aprile del 1982 si dimette perché non sopporta l’idea che il popolo sia oggetto di brutale repressione. Il 7 novembre dello stesso anno un colpo di stato porta al potere Jean-Baptiste Ouedraogo. Thomas Sankara diventa primo ministro, ma viene arrestato il 17 maggio del 1983 dopo un “consiglio amichevole” di Guy Penne inviato del presidente francese Francois Mitterand. Il 4 agosto avviene un altro colpo di stato che piazza Thomas Sankara al vertice del consiglio rivoluzionario. Da quel momento e per 4 anni è l’artefice dell’incredibile sviluppo democratico del pese africano. Si batte contro la poligamia e l’infibulazione. Assicura condizioni di vita dignitose a tutta la popolazione. Cambia il nome dell’Alto Volta in Burkina Faso (“Terra degli uomini integri” nei dialetti mooré e doula). Cerca di liberare il proprio continente da un post-colonialismo che ha reso l’Africa ancora più povera e schiava. Critica apertamente il fatto che il presidente francese François Mitterand abbia ricevuto il presidente del Sudafrica Pieter Botha.

il colpo di stato del 1987 – Il 15 ottobre del 1987 Thomas Sankara viene assassinato in un colpo di stato, l’ennesimo, organizzato da un amico fraterno: Blaise Compaoré. Per molto tempo il posto dove è stato sepolto viene tenuto nascosto e solo nel 2007 la sua vedova può recarsi innanzi la tomba dove giace. Dal 1987 per il Burkina Faso inizia una fase politica contraddistinta da un potere dittatoriale incarnato in Blaise Compaoré. Nel corso degli anni successivi il paese africano si ribella al suo potere. Tuttavia, tali rivolte vengono spente nel sangue. Ci sono state sì elezioni, ma assumono le caratteristiche di elezioni farsa.

Blaise Compaoré fugge all’estero – Il 30 ottobre dell’anno scorso il regime dittatoriale di Blaise Compaoré giunge al termine grazie a una sollevazione popolare. Blaise Compaoré fugge all’estero. Vengono, quindi, nominati Michel Kafando in qualità di presidente pro tempore e Isaac Zida come premier. Il 17 settembre di quest’anno il generale Gilbert Dienderé ex capo di stato maggiore ai tempi di Blaise Kampaore tenta Mouvement du peuple pour le progres di bloccare il processo di avvicinamento a libere elezioni democratiche. L’intervento rapido della CEDEAO (acronimo per: Communauté economique des Etats de l’Afrique de l’Ouest, in italiano: Comunità economica degli stati dell’Africa Occidentale) pone termine al tentativo di nuovo colpo di stato.

elezioni presidenziali – Il 30 novembre scorso si sono, pertanto, svolte le prime elezioni libere dopo trent’anni. Elezioni sia presidenziali che legislative. I risultati delle prime sono definitivi e ufficiali. Per quelle legislative, al contrario, bisognerà aspettare ancora un po’ in quanto i dati necessitano di ulteriore verifica. I candidati per le elezioni presidenziali sono stati 14, ma solo due hanno avuto risultati soddisfacenti: il neo Presidente Roch Kabaoré e Zephin Diabré.

Ecco i loro voti in dettaglio:

- Rock Kabaoré del Mouvement di peuple pour le progres (in italiano: Movimento del popolo per il progresso) che ha ottenuto 1.668.169 voti pari al 53,49%;
- Zephin Diabré dell’Unione pour le progres et le changement (in italiano : Unione per il progresso e il cambiamento) che ha ottenuto 924.811 voti pari al 29,65%.

Tutti gli altri hanno ottenuto percentuali andanti dal 3,09% (Tahirou Barry) al 0,26% (Françoise Toè).

I cittadini chiamati ad esprimere il voto sono stati 5.517.015, mentre sono andati realmente a votare 3.118.695 elettori pari al 60%. Le schede bianche e nulle sono state 191.293.

I dati sopra riportati sono stati forniti dalla Commissione Elettorale Indipendente (in acronimo: CENI) in data 1 dicembre 2015.

chi è Roch Kabaoré – Nato nel 1957 a Ouagadougou (capitale del Burkina Faso), cattolico, di etnia Mossi e figlio di Charles Bila Kabaoré alto funzionario di Stato e più volte ministro. La sua formazione avviene sia nel suo paese natio che in Francia. E’ sposato ed è padre di tre bambini. Il debutto in politica avviene grazie a Thomas Sankara. Infatti, è nominato direttore generale della Banca Internazionale del Burkina. Con Blaise Compaoré diventa ministro. In particolare è ministro delle finanze allorquando il Franco africano viene svalutato. Ciò comporta delle pesanti ricadute sul livello della qualità della vita degli abitanti del paese africano. Rock Kabaoré viene, quindi, nominato primo ministro. Per successivi screzi assume la carica di semplice consigliere presidenziale. Nel frattempo è eletto deputato e nel 2003 diventa presidente del Congres pour la democratie et le progres (in acronimo: CDP, in italiano: Congresso per la democrazia e il progresso). Nel 2012 annuncia di non voler più far parte del CDP. I rapporti con il Presidente Compaoré come con l’esercito diventano non proprio idilliaci. Due anni dopo, siamo nel 2014, fonda il MPP assieme a Simon Compaoré e Salif Dialo.

breve conclusione – La scommessa del neo Presidente Kabaoré è quella di ogni presidente africano. Stabilizzare e rinforzare i processi democratici tenendo d’occhio le questioni afferenti alle divisioni etniche e religiose. Nel senso di affievolirle perché su di esse operano le forze che intendono rendere deboli e servili i paesi africani. Il modello da seguire, in fin dei conti, è proprio quel Thomas Sankara che ha pagato con la propria vita il suo sogno di rendere il Burkina Faso un paese di uomini e donne realmente “integri”.

Per saperne di più (cliccare sul link desiderato):

Sette domande sulle elezioni nel Burkina;

Sguardo panoramico sulle elezioni e sul Burkina Faso;

I candidati alle elezioni presidenziali;

Burkina Faso: primo voto democratico dopo 30 anni;

Risultati elezioni presidenziali;

I risultati minuto per minuto;

Risultati definitivi;

Chi è il nuovo presidente del Burkina Faso Roch Marc Christian Kaboré;

La storia politica ed economica del Burkina Faso;

La situazione economica del Burkina Faso;

Rassegna stampa del Burkina Faso.

Credit fotografici: La foto presente nell’articolo è stata tratta dal sito Sonpons.com (link di download: http://www.sonpons.com/wp-content/uploads/2013/12/burkina-faso.jpg).


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