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La proposta dell’Isvap per ridurre le tariffe R. C. Auto

Le proposte, che al di là di qualche modesto spunto illuminato (fra questi l’introduzione di tabelle uniche nazionali per la valutazione del danno da macropermanenti), puntano quasi esclusivamente il dito contro l’assicurato – danneggiato

di giovanni d’agata - mercoledì 5 gennaio 2011 - 2692 letture

In data odierna, 29 dicembre 2010, l’Isvap ha inviato una segnalazione ai presidenti del Senato e della Camera, al presidente del Consiglio e al ministro dello Sviluppo Economico "per sottoporre al Parlamento e al Governo l’opportunità di alcuni interventi normativi nel settore della Rc auto volti a ridurne i costi per il cittadino".

L’articolata nota che esprime una serie di criticità del settore proponendo l’introduzione di alcune modifiche normative che avrebbero come scopo “in base a stime prudenziali che tengono anche conto di autovalutazioni di impatto effettuate dall’Ania... contenere il costo della r.c.auto nella misura del 15-18% e a realizzare nel contempo un equilibrio tecnico del ramo nel medio periodo” sarebbe stata elaborata dopo un confronto con Ania (Associazione Nazionale delle Imprese Assicurative) e le otto associazioni dei consumatori maggiormente rappresentative.

Le proposte, che al di là di qualche modesto spunto illuminato (fra questi l’introduzione di tabelle uniche nazionali per la valutazione del danno da macropermanenti), puntano quasi esclusivamente il dito contro l’assicurato – danneggiato, riducendo il fenomeno dell’aumento delle tariffe ad un fatto eterogeneo determinato quasi esclusivamente dalle frodi e non guardano invece a trovare soluzioni per un mercato fin troppo oligopolisitico da una parte ed al fallimento della famigerata procedura d’indennizzo diretto (o Card) dall’altra.

La Card introdotta a partire dal 2007, che era stata salutata dalle compagnie assicurative, ma anche dalle associazioni dei consumatori, come la manna dal cielo perché avrebbe riequilibrato il mercato e ridotto conseguenzialmente le tariffe assicurative attraverso il tentativo di eliminazione dell’intervento dei patrocinatori, si è rilevata, purtroppo come avevamo previsto a dir poco fallimentare anche secondo alcuni dati sostanzialmente ammessi anche dall’Isvap, mentre il settore è andato via via sempre più concentrandosi assumendo la forma e la sostanza di un mercato ristretto in cui otto grandi gruppi assicurativi la fanno da padrone determinandone, di fatto l’andamento.

Ciò che sorprende ancor di più non sono le legittime aspettative delle compagnie che, in quanto quasi tutte s.p.a. e quotate in borsa, pretendono il profitto come loro ragion d’essere. Le dichiarazioni a caldo sull’’intervento dell’Isvap di autorevoli esponenti delle associazioni dei consumatori, in particolare di Renzi, presidente del Codacons, che se da una parte ammette la necessità di maggiori controlli sulla carenza di concorrenza tra gli operatori, dall’altra arriva a sostenere quale possibile soluzione “l’eliminazione dell’obbligatorietà della r.c. auto” - che avrebbe conseguenze devasanti in periodi di crisi come quello che stiamo attraversando.

Tanti automobilisti potrebbero non sottoscrivere alcuna polizza, pur di non ammettere che il più grave errore nella riforma della R.C. Auto sia stata l’ìntroduzione del famigerato “indennizzo diretto” e la mancata adozione di una stringente normativa antitrust tesa ad eliminare la concentrazione del mercato assicurativo. Tutte esigenze che da anni, continuiamo a ripetere, divenute indifferibili per una sensibile riduzione dei costi per i cittadini-assicurati-danneggiati.


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