La politica delle apparenze
PALERMO: Il nuovo corso della politica comunale palermitana inaugurata dalle amministrazioni Orlando e malamente copiata dall’amministrazione Cammarata
di Massimo Oriti
Pochi giorni prima del passato Natale, è stata pubblicata dal "Sole 24 ore" la consueta classifica della vivibilità dei capoluoghi di provincia italiani. La classifica recitava che Palermo, ed in realtà tutta la Sicilia, versava nelle peggiori condizioni nazionali. Di ciò tuttavia il sindaco Diego Cammarata non ebbe ad allarmarsi più di tanto: assicurato dal fatto che il "sentimento" della cittadinanza - peraltro confermato dallo stesso giornale - ossia la percezione della gente delle condizioni della propria città, fosse inaspettatamente favorevole - inaspettatamente, certo, per noi. In effetti i palermitani hanno una diffusa sensazione di progresso delle condizioni materiali e, forse chissà anche morali, del posto nel quale vivono. Una specie di larvata fiducia passa nei loro sguardi quando si trovano di fronte le inconsuete novità che già da qualche anno incombono su Palermo. Naturalmente stiamo parlando di quella classe media che non ha alcun problema economico, fornita di utili conoscenze e che riesce a barcamenassi agevolmente nel marasma civico imperante ovunque. Magari ha poche pretese, è poco attenta alla arrancante produzione culturale della città, s’accontenta dei limitati e inefficienti servizi comunali - tanto per ogni evenienza c’è l’amico dell’amico - e poi in definitiva quaggiù, in fondo non solo all’Italia ma anche all’Europa, non ha altre pietre di paragone con le quali stimare le proprie condizioni di vita. Ma di fatto la realtà è un’altra. Già con le passate amministrazioni Orlando, Palermo ha visto sulla sua pelle l’effetto delle nuove politiche di rinnovamento. "Rinascite" e "Primavere" hanno portato effettivamente qualche forma di novità: nuovi fermenti culturali, nuovi impegni, anche nuovi entusiasmi hanno pervaso la cittadinanza. Ma tutto questo ha avuto la consistenza del volo della famosa rondine, che come si sa da sola non può fare primavera. Con l’amministrazione Cammarata neppure quella. "A dire il vero, la situazione è sempre molto problematica - ci ha rivelato il presidente della I Circoscrizione Calogero Salamone, che diversamente dei colleghi al Comune ha direttamente il polso del territorio. Da sempre le istanze che ci pervengono dai cittadini si trovano a sbattere contro il vero e proprio muro di gomma delle istituzioni comunali. Noi peraltro dobbiamo agire quotidianamente senza quei poteri che la stessa legge di attuazione delle Circoscrizioni comunali pure ci assegna, perché tale legge rimane a tutt’oggi applicata a metà. Con l’evidente aggravante che la macchina burocratica si inceppa regolarmente nel tentativo di capire a quali uffici ogni pratica deve essere indirizzata. Tutto questo, per inciso, mi lascia pensare che ci siano certe competenze e poteri che qualcuno in Comune non vuole lasciare. Un esempio della situazione? Il sindaco Cammarata non si è mai presentato in questi uffici. Non è mai venuto né ufficialmente né ufficiosamente. E anche le mie richieste di trasferimento di questi uffici in una sede più appropriata sono sempre rimaste inascoltate. C’è in definitiva un vero e proprio assopimento delle istituzioni cittadine anche sulle richieste più elementari del quieto vivere". È possibile affermare che le due diverse amministrazioni hanno più cose in comune di quanto non si pensi: entrambe hanno scelto come piano di azione più l’intervento formale delle apparenze che la sostanza operativa capace di risolvere a fondo le questioni sul territorio. Orlando e Cammarata, cioè, hanno optato più per l’immagine che per l’essenza. È questa la politica d’impegno delle istituzioni comunali: alcuni non riescono a capirla, altri la subiscono.
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