La poesia della settimana: Seamus Heaney

Il poeta che ha cantato la guerra civile in Irlanda, la voce di un popolo diviso, una terra che non accetta neutralità.

di Piero Buscemi - martedì 3 settembre 2013 - 2336 letture

Il Fusto di Pioggia

Capovolgi il fusto e quello che succede
 è una musica che non avresti sperato mai
 d’udire. Lungo il secco stelo di cactus scorrono

acquazzoni, cascate, rovesci, risacche.
 Ti lasci attraversare come un condotto
 d’acqua, poi lo scuoti di nuovo leggermente

ed ecco un diminuendo che corre per le sue scale
 come una grondaia gemente. Di seguito,
 uno spruzzo di stille da foglie irrorate,

sottile umidità d’ erba e margherite;
 poi mille luccichii come soffi di brezza.
 Capovolgi ancora il bastone. Quel che succede

non è sminuito dall’essere accaduto una volta,
 due, dieci, mille volte prima.
 Che importa se tutta la musica che traspare

è un cadere di pietriccio e semi secchi lungo un fusto
 di cactus! Sei come l’uomo ricco accolto in paradiso
 attraverso il timpano di una goccia di pioggia. E adesso riascolta.

Seamus Heaney è riconosciuto come dei maggiori poeti del XX secolo. Nato nell’Irlanda del Nord, è cresciuto a County Derry, e successivamente visse per molti anni a Dublino. Ha scritto oltre 20 volumi tra poesia e critica, e le sue opere sono contenute in svariate antologie. Ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1995 con la seguente motivazione "per opere di lirica di una profonda bellezza e etica, che esaltano ogni giorno il miracolo di aver vissuto il passato." Heaney insegnò alla Harvard University (1985-2006) e fu docente di poesia ad Oxford (1989-1994).

Durante la sua vita, l’impatto con l’ambiente circostante condizionò enormemente la sua opera letteraria. Era un cattolico protestante e il contenuto dei suoi scritti riporta alle tradizioni e alle origini del poeta. Dopo le prime pubblicazioni degli anni Sessanta, Death of a Naturalist (1966) e Door into the Dark (1969), dove la descrizione minuziosa della vita rurale, con i suoi protagonisti umili, il provincialismo della sua infanzia dove l’uomo rurale ed urbano si ritrovano legati nello spirito umano, Heaney si rivolse negli anni Settanta alle violente dispute del suo paese e ai conflitti religiosi, scrivendo Wintering Out (1973) e North (1975).

Ammettendo la necessità del ruolo neutrale che deve assumersi il poeta, Heaney sentì il bisogno di puntualizzare l’obbligo dello stesso a farsi da portavoce della storia, anche con i suoi risvolti tragici. La verità sta quasi sempre nel mezzo, e Heaney più volte fu considerato il poeta che si schierò tra le variabili possibili.

Questo l’ingrato compito del poeta, secondo Heaney: dare voce al popolo, quello che vive nell’ombra. Certo la sua figura fu accostata ad emblema delle lotte per la causa nazionale, provocando una pressione psicologica sul poeta, tanto da costringerlo a trasferirsi nel 1972 nella Repubblica d’Irlanda.

E’ morto il 30 agosto 2013 a Dublino.


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