La poesia della settimana: Mile Pešorda

La guerra dei Balcani. Quella dove tutti avevano ragione e nessun torto. Quella che molti preferiscono dimenticare. Quella che tutti hanno perso.
Vogliamo trattare questa settimana la poesia croata, mantenendoci al di fuori di qualsiasi diatriba che ha caratterizzato i rapporti tra i vari intellettuali di diversa etnia, appartenenti alla ex-Jugoslavia. Il poeta Mile Pesorda è stato protagonista nel recente passato di uno scontro verbale, ma anche a livello legale, con il noto scrittore Predrag Matvejevic, croato anch’egli, che in un articolo risalente al 2001 lo incluse nella lista degli scrittori, da Matvejevic definiti "talebani", che secondo lui si resero protagonisti di complicità con i leader nazionalisti della Serbia, Croazia e Bosnia ed Erzegovina. Per la cronaca, Matvejevic fu dapprima condannato a cinque mesi di carcere, da scontare solo nel caso di reiterazione del reato nei successivi due anni dalla condanna (2005), in seguito, per volontà stessa dello scrittore incriminato di non ricorrere in appello, la Corte Suprema croata confermò la pena inflittagli.
Confermiamo la nostra volontà di voler documentare solo l’aspetto culturale di uno dei due protagonisti, che al di là di qualsiasi considerazione, ha prodotto versi di sicuro interesse.
Monologo
Avete calpestato anche le mie pietre
Nell’assalto
Lo scalpitìo degli zoccoli
Incide
Nel cuore il terrore
Mi avete ucciso anche il cielo
Con gli aghi dei vostri sguardi
Mi avete contaminato anche la sorgente
Soglia insanguinata
Traccia di fruste del trionfo
Mi avete calpestato anche le pietre
Nell’assalto
Il fuoco del vostro odio
Popola
Le case di apprensione
Mile Pešorda Poeta, traduttore dal francese, giornalista ed ex editore croato, è nato nel 1950 a Grude presso Međugorje. Si è laureato in romanistica alla Facoltà di filosofia a Sarajevo, poi ha continuato gli studi post-universitari alle Università di Zagabria e di Parigi, dove - sotto la guida di Milan Kundera - ha preparato tutti gli elaborati necessari per la dissertazione di dottorato di ricerca "L’idea dell’Europa nell’opera di Andrić e Krleža" (il manoscritto è rimasto bruciato nel 1992, durante un bombardamento di Sarajevo). Ha vissuto per vent’anni a Sarajevo lavorando in una casa editrice come redattore. Per quattro anni accademici è stato lettore-docente all’Università di Rennes. Attualmente vive a Zagabria, capitale della Croazia.
Ha pubblicato le prime poesie nel 1967 nel giornale "Lica" di Sarajevo, dove nel 1971 è uscita la sua prima silloge Život vječni (Vita eterna - ottenendo il Premio della casa editrice Svjetlost). Una selezione di sue poesie è stata pubblicata nei seguenti libri: Izabrane pjesme (Poesie scelte - Svjetlost, Sarajevo 1985), Kuća za jezikot (Casa per la lingua) - tradotta in macedone da Eftim Kletnikov che ha pubblicato anche un’intervista all’autore (Makedonska knjiga, Skopje 1986), Knjiga ljubavi i gnjeva (Libro d’amore e di rabbia - Nakladni zavod Matice hrvatske - HKD Napredak, Zagabria 1998) e Drevo z dušo ptice / Stablo s dušom ptice (L’albero dall’anima d’uccello), tradotto in sloveno da Ines Cergol e con la postfazione dell’accademico Ciril Zlobec (Lipa, Capodistria 2002). Ha pubblicato anche un libro di poesie francesi Parole pour elle (La Rivière échappée, Rennes 1992). Sue poesie sono presenti in varie antologie e tradotte in una ventina di lingue. Il giornale francese "Europe" nel 2003 ha incluso Pešorda in una scelta antologica di dodici rappresentanti della poesia contemporanea croata, ritenuti i migliori.
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