La poesia della settimana: Candelaria Romero
Figlia della dittatura argentina, oggi vive a Bergamo dopo anni di asilo polico in Svezia.
L’appesa
Vi saluto da qui, dove sono appesa.
Forse non mi vedete
ma giro intorno alle vostre teste
e da qui posso leggere i vostri pensieri
guardare i vostri seni
vedere il colore del latte che portate dentro
non ancora maturo
non ancora baciato , non ancora amato.
Se scendessi sarebbe una strage.
Finirei per uccidervi (Non potreste mai reggere alle vostre passioni.)
Quindi rimango qui.
La contemplazione è compito di poeti.
Candelaria Romero è nata nel 1973 in Argentina (San Miguel de Tucuman), da genitori scrittori. Nel 1976 la famiglia è stata costretta a espatriare a causa della locale dittatura, e nel 1979 i Romero hanno ricevuto asilo politico in Svezia, dove Candelaria ha seguito i laboratori T.E.A. (Taller de Esperimentación Artistica), partecipando ai corsi di scrittura ed iniziando contemporaneamente la sua formazione teatrale, e si è dipolamata nel 1991 presso il Ginnasio d’Arte Drammatica di Stoccolma. Dal 1992 risiede e lavora a Bergamo dove svolge attività teatrale e di scrittura. Lavora come attrice per il Teatro Stabile dell’Abruzzo e per la regia di Claudio Di Scanno - Dramma Teatro (Popoli), e collabora con Amnesty International rappresentando in giro per l’Italia Hijos, sulla problematica dei rifugiati, e Bambole, sulla violenza sulle donne, opere teatrali da lei scritte, dirette e interpretate. Con la collaborazione di Oliviero Biella, ha pubblicato per CTM (Cooperazione Terzo Mondo) e la Cooperativa Amandla - Bottega del Commercio equo e Solidale (Bergamo), il libro con Cd di canti e racconti da tutto il mondo dedicati ai bambini Raccontando...Cantando a mezz’aria Co-fondatrice della rivista on-line di letteratura della migrazione "El Ghibli", è finalista di premi nazionali di poesia, narrativa e di teatro.
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