La pesata dei bambini a Cesarò
È una delle caratteristiche e degli eventi più particolari della festa religiosa di San Calogero, a Cesarò.
Certamente è un rito emozionante e carico di significati. La comunità attraverso questo rito si appropria della propria potenzialità, attraverso i bambini appena nati, e li fa parte della comunità. Il bambino viene donato alla comunità e al ciclo della terra, alle risorse di cui la comunità vive (il frumento). La sorte viene intrecciata: la progenie e il grano. La comunità scommette su se stessa e offre il proprio avvenire, la propria sopravvivenza, al santo.
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Questo il meccanismo esterno: la comitiva dei pesatori fa il giro casa per casa - chi porta il bilico (la bilancia) e chi i sacchi con il frumento. Davanti alla porta, famiglia e parenti in attesa: il bambino viene pesato. La madre offre dolci a quelli convenuti per il rito. I pesatori vanno a trovare il prossimo bambino e la prossima famiglia. Molte famiglie di emigrati tornano apposta dall’estero per far partecipare al rito il proprio figlioletto. La contentezza dei genitori è evidente - è un grande momento di festa.
Leggiamo dal sito degli Amici della Terra Nebrodi il testo intitolato "La pesata dei bambini per S. Calogero a Cesarò":
"Preceduti dalle varie manifestazioni, tra cui il palio e la cavalcata che rievoca l’arrivo delle reliquie, i festeggiamenti per San Calogero patrono di Cesarò, prendono avvio nei giorni di vigilia con il singolare rituale di questua che prevede la “pesata dei bambini”. Provvisti di una bilancia a bilico e di una mula utilizzata per il trasporto dei doni in natura, la commissione si reca presso le famiglie che hanno dichiarato di voler destinare al santo un’offerta equivalente al peso del proprio neonato. In un clima di allegria, il bimbo viene posto sul piatto: con l’ammiccante complicità di tutti i presenti, qualcuno vi poggia sul piatto un piede così da far accrescere la quantità di prodotto ed esclama in forma augurale: Bon pisu, e saluti!
Sulla Vara, addobbata con spighe di grano intrecciate, e tra gli Evvai!, l’antica immagine lignea del Patrono viene condotta per le vie del paese ricevendo ad ogni passo un’offerta, invocazione, un bacio. In un ampio tratto della via Regina Elena, al grido “Sutta i carusi” i giovani si riuniscono e trascinano per una entusiasmante corsa la Vara, tenendo i lunghi cordoni, mentre tra i fedeli raccolti lungo i lati, partono applausi e grida: “Viva San Caloriu!”. La folla sciama quindi fra le bancarelle, in attesa dei finali giochi pirotecnici".
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