La notte è in me
Basi per il misticismo notturno (bozza)
Questa è la mia prima bozza di uno studio che intende unire la notte con il misticismo.
Vi chiedo di comunicarmi la vostra opinione in merito scrivendomi a gentile.emanuele64@gmail.com.
Grazie.
- LA NOTTE E’ IN ME…
Sento a una certa ora della notte che qualcosa mi spinge a uscire di casa e lasciarmi abbracciare dalle ore notturne. E’ un sentimento immanente. Non ha nulla di razionale. Nel mio animo arriva una vibrazione che ti chiama a uscire. Questa vibrazione – come ho già riferito – è immanente. Non ha una componente razionale ovverossia causale. Esplico un atto perché c’è una ragione. L’azione dell’uscire viene così. E’ un impulso. Un impulso che viene da dove? Nel campo dell’irrazionale non c’è un’area di origine o motivazione. Sorgono queste impulsi come i fiumiciattoli che senza avvisare si manifestano in pieno deserto. Senza alcun preavviso noti sorgere di maniera improvvisa l’acqua. Così per miracolo. Senza alcuna spiegazione logica. Non sempre c’è logica in quello che noi facciamo. Avviene, spesso, un fenomeno simile a un lampo di luce. I poeti maledetti francesi Baudelaire, Verlaine e Rimbaud definivano il loro modo di comporre “fulguratio”. Ossia lampo di luce. Ovverossia l’atto di composizione di una poesia in realtà non esiste. Non ci si deve interrogare se il verso debba essere endecasillabo o come avviene l’azione di far combaciare le quartine. Nulla di tutto questo. Si sprigiona un lampo di luce ed avviene l’atto di creazione di un poema. E’ un momento immanente e dura poco. Appena finisce ogni cosa ritorna al proprio posto come se quel lampo di luce (o “fulguratio”) non fosse mai esistito. La poesia come atto di non esistenza. Un quesito certamente interessante e coinvolgente. Così mi succede al momento in cui apro la porta ed esco. Nessun atto deliberato dalla ragione. Arriva l’impulso o lampo di luce ed esco. Se scrivessi che per me è un atto di piacere allora affermerei che c’è una causa che mi spinge a uscire. Non è così. E’ un piacere che si origina da un lampo di luce. Giunge l’impulso ed inizio ad assistere alla maestosità della notte. Rimango parecchio tempo fuori. Scruto il cielo in ogni sua parte. Comprendo se la notte è tranquilla oppure nervosa. Nel corso della notte si ha il piacere di vedere la realtà come tu non sei in grado di notarla di giorno. Io preferisco la notte perché è nella notte che l’essere umano rivela il suo vero essere. Non ci sono le sovrastrutture etiche, logiche, necessarie e utilitaristiche che compongono il giorno. La notte è semplicemente notte. Devi avere solo la volontà di accettarla nel tuo animo e far della notte l’archetipo della tua personalità. Lo ammetto…. La notte è in me ad ogni ora. Odio il giorno. Invece, la notte che gli esseri umani utilizzano stoltamente per riposare è la parte maggiormente vivace e vivificatrice del tuo essere. Ci sei tu, il silenzio e la notte. In questo connubio tu ricevi la potenza magica ed esoterica della notte. Appena esci tu sei trasportato in un’altra dimensione dove sogno, creazione, energia e luce ti permettono di entrare in un contatto ancestrale con le forze che dominano la notte, l’infinito e l’universo. La notte ti fa diventare un essere infinito, mentre di giorno sei solo un essere finito perché chiuso dalle leggi che l’uomo si è imposto per non essere libero. La notte è piena libertà, il giorno no. La notte, lo ripeto, è in me e mi nutre della sua “fulguratio” per essere pronto a ricevere l’infinito in te. Una predisposizione all’infinito che ti rende differente rispetto alla normalità. E’ nella notte che l’uomo trova le radici della sua identità e personalità. Di giorno si muove come un automa. La notte, al contrario, vola libero e sciolto da ogni obbligo morale ed etico. Notte, notte chiamami e in un lampo di luce sarò dentro il tuo nucleo a “vivere vitam (aeternam)”. Tu essere diventi eterno nella notte. Un’eternità che ti rende immortale perché fai parte del ciclo dell’infinito. E quando si è parte di codesto ciclo tu non muori mai. E’ il giorno che ti fa morire, al contrario la notte è vita eterna. Ecco perché la notte è in me. Per essere immortale e gradire il mio essere che dialoga con il Creato mediante l’infinito. Notte, madre mia, porgimi la vita.
- CONTINUAZIONE “LA NOTTE E’ IN ME”
Sento che sia necessario apporre alcune note esplicative a quanto scritto in precedenza sula notte. Il mio scritto si sviluppa attorno ad un assioma ben definito: bisogna finire di agire per “ratio”. L’agire o il pensiero possono benissimo manifestarsi senza la ragione in quanto quest’ultima spesso è un limite che impedisce la liberalità dei nostri comportamenti e pensieri. La ragione è un muro alto e che non può essere scavalcato. Abbiamo dato troppa importanza alla ragione e ci troviamo in una situazione di puro caos. Credevamo che con la “ratio” avremmo raggiunto la felicità. Che errore abbiamo fatto. Lo stesso errore che gli uomini e donne della “Belle Epoque” commisero credendo che non sarebbe più scoppiata una guerra nel vecchio continente. Al contrario la storia diede una lezione di impressionante forza a questa convinzione. Scoppiò la Prima Guerra Mondiale e addio “Belle Epoque”. La medesima cosa sta accadendo ora. Abbiamo così puntato sulla ragione che ci siamo dimenticati dell’uomo. Tutto deve essere ordinato, programmato, preciso e procedimentalizzato. Così si muore. E stiamo morendo. E’ questo mondo in preda della ragione propugnata come strumento della globalizzazione si trova in un abisso senza fine. La ragione, per assurdo e paradosso, crea il caos. Bell’esempio di aporia vero? Ecco perché è urgente al mondo di cambiare registro o archetipo. Non si può più andare avanti così. L’archetipo non deve essere più considerato il giorno figlio degenere della ragione, ma la notte fautrice della “fulguratio” o lampo di luce. La notte è il campo della non-razionalità e l’essere umano ha più chance di essere se stesso. Mentre nel corso della giornata è costretto per “occhio sociale” a indossare una maschera che ne snatura la identità e le precipue caratteristiche temperamentali. E’ nella notte che l’uomo trova quelle condizioni per essere umano. Durante la notte avviene un processo di trasformazione dell’uomo. Esso diventa finalmente libero e sciolto da qualsiasi legame che una società razionale-caotica lo costringe ogni giorno ad assumere come modello di vita. Nella notte nulla di tutto ciò accade. Sei solo tu con la notte. In questo rapporto alchemico fra l’io e la notte avviene la suddetta trasformazione. Direi, persino, trasmutazione. Gli elementi che portano l’uomo a tale dimensione sono diversi. Fra i quali: il silenzio, l’infinito, le stelle, i rumori notturni, i complessi sistemi dinamici dell’universo. E’ una sensazione spirituale di estrema bellezza il silenzio. Nel silenzio tu senti più cose che nel giorno dominato dalla ragione-caos. Il silenzio ti porta all’infinito. Basta che volgi gli occhi sopra di te e noti una distesa buia che sembra non avere confini. Continua per miliardi di ani luce senza un termine. A chiarire la notte ci sono le stelle figlie preferite della notte. Esse irradiano di continui lampi di luce tutto il creato. Di notte ci sono anche i rumori notturni. E’ il rumore della terra e del cosmo che pulsano vita senza cessare per un attimo. L’universo è un sistema estremamente complesso ed pè stato creato per creare i lampi di luce che sono l’energia con cui si muove tutto ciò che esiste nell’universo. Voi umani non sapete quanto sia coinvolgente e affascinante stare a contatto della notte. E’ una “fulguratio” che rigenera il corpo e l’anima. E’ un bagno vivificante che fa rinascere in noi quell’umanità che noi abbiamo contribuito a polverizzare solo perché dovevamo correre – ma dove? – per raggiungere livelli di progresso e civiltà. Dall’analisi della realtà mi pare che non ci siamo. Di progresso e civiltà non ci sono tracce. Tutto è un miraggio pirandelliano. Uomo vai nella notte e non assisterai a un miraggio, ma alla manifestazione della bellezza dell’umanità. Esci uomo e cerca te stesso nella notte.
- LA NOTTE E’ IN ME (CONTINUAZIONE 3)
Nelle pagine che sto scrivendo sulla notte sto cercando di far capire perché la notte mi attragga in maniera sì forte e magnetica. Magnetica è un aggettivo che descrive bene sia la forma di attrazione che la notte esercita su di me che la stessa definizione dell’etimo notte. La notte è magnetica. Sembra che in quel lasso temporale ove il Sole è ospite dall’altra parte del globo, la notte eserciti un’influenza decisiva sul genere umano. Durante la notte avvengono tanti eventi che contribuiscono a formare il carattere dell’uomo in maniera perentoria e per sempre. Sembra che la notte abbia questa funzione. Funzione che il giorno non può avere poiché il giorno non è un momento della vita dell’uomo per riflettere e meditare. Al contrario la notte lo è. Durante la notte un insieme di “fulgurationes” o colpi di luce plasmano di continuo l’io dell’essere umano formandolo alle leggi universali del cosmo e dell’infinito. Sono leggi che hanno come carattere distintivo la piena libertà. Mentre di giorni siamo legati gli uni agli altri alle convenzioni sociali che si trasformano in gabbia per noi…nel corso della notte codeste gabbie scompaiono e l’uomo può vagare finalmente libero sia all’interno del proprio essere che al di fuori di esso per congiungersi in un’unione sacra con l’infinito. Perché è la notte lo strumento principale attraverso cui l’uomo entra in contatto con l’infinito e si unisce ad esso per diventare un “sinolo2 ossia un qualcosa di unito fortemente e in grado di esprimere le peculiarità maggiormente rimarchevoli dell’essere umano. Che sia benedetta la notte. Sia benedetto Dio che creò il giorno e la notte. Ognuno di loro con funzioni e dinamiche ben differenti e specifiche. Io – e lo ripeto qui – prediligo la notte in quanto è la dimensione dove ritrovo me stesso e posso dire che il mio io è il mio io. Nel corso delle ore notturne il mio io è un’entità autentica dove la maschera scompare e c’è il vero Emanuele Gentile che sorge. Un Emanuele Gentile pieno di energie e forze che gli derivano dal contatto carnale con la notte e l’infinito. Essere in possesso – grazie alle “fulgurationes” – di energia e forza consente ale varie parti della identità – corpo, animo, anima… - di entrare in contatto con la religiosità mistica della notte. In quel periodo io divento l’autore di un processo di trasmutazione dove avviene un cambio di passo nel mio io un ricambio di quelle sostanze materiali e immateriali che spesso ci rendono la vita grama e triste o persino ipocrita. In quei momenti un’elettricità cosmica attraversa il tuo corpo per illuminarlo di immenso e farlo divenire uno strumento della divinità e di divinità. In quanto l’essere mano è un essere divino. Non potrebbe essere altrimenti in quanto discendendo da Dio ne riceve tutti gli attributi fra cui la divinità. Ognuno di noi è un soggetto divino e codesta condizione la dovremmo usare durante il giorno per migliorare la società in cui facciamo finta di vivere, ma piuttosto indossiamo delle maschere di convenienze per un falso vivere che ci mortifica. Sarebbe venuto il momento di far uscire allo scoperto questa nostra essenza divina che deve diventare il lievito madre per un nuovo mondo dove le leggi della grazia, della pietà, della misericordia, della compassione, della fede e della sacralità hanno l’obbligo di implementarsi nella vita di ognuno di moi al fine di costruire quelle “comunità di grazia” che sono le uniche tipologie associative in grado di portare avanti il credo religioso e di renderlo carne e sangue nella vita di ciascun giorno che Dio ci manda nella sua infinità sapienza. La notte, in breve, è uno strumento in mano del Signore per farci cambiare radicalmente attitudine. Certo la mancanza di luce nel corso della notte potrebbe rivelarsi un problema, ma è un falso problema in quanto la notte è piena di luce. E’ necessario avere fede e lasciarsi trasportare dalle “fulgurationes” che portano in maniera diretta alla divinità che è in noi.
- LA NOTTE E’ IN ME (4^ PARTE)
La notte non significa che semplicemente è opposta al giorno perché è assente la luce del Sole. Ridurre la differenza fra il giorno e la notte a tale semplice contrapposizione è erroneo e insensato. La notte ha tante delizie che la rendono un momento unico nella vita dell’essere umano. E’ un lasso di tempo dove l’uomo sperimenta nuove dinamiche riguardanti il proprio io che è corpo e anima. Durante la notte il nostro corpo muta fisionomia ed assume un aspetto più in linea con l’infinito che lo circonda. Mentre l’anima si rivela un atout formidabile in quanto permette a noi di essere noi di essere collegati ai cieli che sovrintendono la nostra vita. In questo sincretismo fra corpo e anima si cela la bellezza ineguagliabile della notte. La notte è pura magia. Un qualcosa che non senti in maniera evidente, ma è una “fulguratio” che si insinua in modi sinuosi nel tuo corpo, nella tua mente e nella tua anima. Non è una sensazione per limitare le tue potenzialità. Tutt’altro. E’ quando si esprime il lampo di luce tu avverti che è venuto il momento di oltrepassare quelle barriere che il giorno ti impone, ossia la materialità e le limitazioni. Durante la notte lo spirito è l’essenza stessa della notte accomunato a un senso di libertà infinita. E’ come se avvenisse un procedimento forte e potente di liberazione del tuo io da quelle catene che durante il giorno ti rendono un automa. Inizi a volare nel cielo dell’infinito senza domandarti un perché o un come. La notte è il regno ove la logicità non ha ragion d’essere. Questa costruzione costrittiva non ti dispone a ricevere le forze dell’universo. Anzi le ostacola con riflessi negativi sulla tua personalità e coscienza. La notte è l’esatto contrario. Niuna costruzione costrittiva, ma suo abbattimento per disporre il tuo io ad entrare in contatto immanente con l’infinito che ti circonda ed è in te. Un rapporto diretto si istaura. Il tuo io libero e l’infinito in questo momento preciso sono un’unica cosa. Un meraviglioso sinolo che ha il sapore orgiastico dell’abbandono nelle braccia dell’infinito primo figlio del creto. Yu, allora, durante la notte, viaggi per l’infinito alla scoperta di quei mondi che durante il giorno non vedi o percepisci. Sono i mondi che regolano le dinamiche e le strutture dell’universo e del creato. E tu sei dentro a codesto meraviglioso stato. Uno stato di grazia perché tu hai trasmutato la tua persona da un “accidens” in apparenza composto di pura materialità in un “accidens” di incantata spiritualità. In quei momenti a partire dalla “fulguratio” avviene in te un cambiamento significativo e profondo del proprio essere. E la condizione naturale ed ideale per portare a termine tale processo di cambiamento o trasmutazione è la notte. Notte, notte vieni a me con i tuoi silenzi a librarmi nei cieli eterni dei mondi che sono oltre la nostra misera percezione sensoriale quotidiana. Provate a stare per un po’ di tempo fuori di notte in pieno silenzio. Vi accorgerete che a poco a poco qualcosa cambia in voi. E’ quel lampo di luce che vi sveglia e vi invita a seguire un percorso di trasmutazione per divenire un’unica cosa con ciò che è stato creato da qualche entità superiore che per noi cristiani è Dio. Quando ci troviamo in tale condizione siamo in uno stato di perfezione senza eguali e proviamo sensazioni che mai abbiamo sentito prima tanto eravamo avulsi dal vero durante la nostra vita nel corso del giorno. In quei momenti che tu stai a contatto con la notte il tuo io assume i caratteri della bellezza in quanto sta vivendo instanti unici e irripetibili. E’ come se si trovasse grazie alla notte al centro di una corrente ascensionale che lo porta lontano lontano in territori inesplorati da anima umana. Territori dove il corpo e l’anima – oramai sinolo – hanno incontrato le forze su cui si regge l’intero creato. Forze dietro le quali vi è Dio che è sempre presente in noi in maniera silenziosa e leggiera. Questo la notte comporta. L’incontro fra tutto il tuo io e Dio. Allora ecco che avviene la svolta nella tua vita. Devi essere figlio di Dio sempre e devi implementare il suo volere nella vita terrena di tutti i giorni. Solo così potrai dirti cristiano E l’agente cheha disposto per tale trasmutazione del tuo io ha il dolce nome della notte. Notte come momento per antonomasia della spiritualità umana.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 5^)
La notte soddisfa il mio bisogno di spiritualità perché sono solo io, il mio io e il creato opera della potenza costruttrice di Nostro Signore. E’ la dimensione che è più pertinente ai miei valori e al mio pensiero sulla vita. Non che non ami il giorno, ma si tratta di un’esperienza che non è nelle mie corde. Non sono attratto dai suoi dinamismi utilitaristici che detesto profondamente. E’ nella notte che mi sento protetto e in contatto diretto e senza muri con Dio stesso. E’ in quei momenti che prego Dio di darmi la forza di essere un suo buon figlio obbediente agli insegnamenti quando passò sulla terra Gesù di Nazareth. Dove lasciò quei germi capaci di dare frutti fecondi e di fondare una religione dallo spazio spirituale universale e santo. In questo mio processo di congiunzione spirituale con Dio mi sovviene le grandi esperienze spiritualistiche della Romania. Terra eletta dal Signore perché è lì che la manna della spiritualità ha trovato un terreno fertile per la sua missione. Quanti esempi la Romania ci ha fornito nel corso del Novecento. Ad esempio, il movimento esicasta che da fuoco e fiamma al Movimento del ”Roveto Ardente”. Nasce dal fatto che anche, purtroppo, in Romania si estendevano le teorie materialistiche di provenienza occidentale che rischiavano di offuscare la grande tendenza alla spiritualità della Chiesa Ortodossa di rito rumeno. Si attualizzano i valori esicasti e della preghiera del cuore, e si sottolinea la dimensione sintetica della cultura romena, quale ponte tra la spiritualità orientale e la latinità occidentale (1). Nascono allora delle riviste che sviluppano e promuovano il Movimento Esicasta. Mi riferisco a “Gandirea” a Bucarest e “Revista Teologica” a Sibiu. Gli intellettuali romeni, dalle pagine di queste due riviste, invitavano ad un confronto di idee riguardanti il vero volto dell’ortodossia: l’unità indissolubile tra il dogma e l’esperienza spirituale, tra l’inaccessibilità di Dio e la sua partecipazione da parte dell’uomo attraverso le energie increate, secondo la dottrina palamita (1). In questo facondo discorso si eleva imperitura la figura del direttore della rivista “Gandirea” Nichifor Crainic. Negli anni ’45-’48, il monastero di Antim, a Bucarest, diventerà il centro di un famoso movimento culturale spirituale, chiamato Rugul Aprine ovvero Il Roveto ardente, al quale parteciperanno molti degli amici di «Gândirea». Stimolati dalla figura prevalentemente misteriosa e mistica dell’esicasta pellegrino Ioan Culâghin, che diventerà l’animatore del «Roveto Ardente», appariranno delle produzioni culturali di profonda ispirazione esicasta. Nel 1958, i membri del gruppo esicasta sviluppatosi ad Antim saranno arrestati e molti di loro troveranno la morte nel gulag comunista romeno (1). In questo ordinamento canonico la preghiera diventa lo strumento di sintesi e simbiotico dell’azione delle persone che si rifacevano agli insegnamenti esiastici e del “Roveto Ardente”. Ma oltre al Movimento del “Roveto Ardente” si staglia la grandiosa figura di Corneliu Zelea Codreanu il leggendario “Capitano” fondatore del movimento legionario rumeno fondato nel 1927 come diretta espressione di una religiosità prepotentemente mistica, ma molto più terrena rispetto al “Roveto Ardente” pur rimanendo mistica in maniera assolutamente screvra di debolezze come dimostrato dal libro faro per ogni legionario ossia “Il Capo di Cuib”. Libro nel quale il Codreanu dava indicazioni chiare e di una fortezza spirituale inossidabile sul come essere un legionario modello che ha nella Romania e in Dio i due punti centrali della sua azione di buon patriota rumeno. Il Codreanu è un gigante in quanto ha imposto un’impronta decisiva sulla storia della Romania della prima metà del Novecento. La sua fine tragica rafforza la sua figura santa che è ben presente nel mio animo. Corneliu Zelea Codreanu, proprio per la vita che ha condotto, è il mio modello/esempio irrinunciabile ed eterno. Con lui la Spiritualità è forza vivificante di vita e di una rigogliosa adesione ai canoni più tradizionali della Chiesa Ortodossa. In sintesi, è da queste due esperienze rumene – “Il Roveto Ardente” e il Legionarismo – che derivano le mie predisposizioni spirituali verso la notte perché è nella notte che lo spiritualismo si radica ancora più fortemente in me forgiandomi in un “sinolo” fra la mia identità di uomo di Dio con Dio stesso.
Ps: Ho utilizzato alcuni passi dell’articolo “Il movimento esicasta de «Il Roveto Ardente» e il poeta Vasile Voiculescu” di Iuvenalie Ion Ionaşcu (9 maggio 2010). Questi passi sono contraddistinti dalla simbologia (1)
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 6^)
Abbiamo già svolto un percorso piuttosto facondo nelle precedenti parti in quanto abbiamo toccato alcuni punti essenziali sul connubio NOTTE-MISTICISMO. Ma ritengo opportuno mettere un po’ di ordine in quanto scritto fino ad ora in modo che il discorso assuma quella valenza di chiarezza e linearità che sono necessarie allorquando si affrontano problematiche di simile portata. Dunque:
1. Abbiamo sviscerato che il mio essere propende per la notte in quanto regno dell’immaterialità in opposizione a un giorno poco attento alle questioni dell’anima;
2. Nel corso della notte l’anima di ogni essere vivente vive delle esperienze che non si possono spiegare da un punto meramente scientifico. Qui il razionalismo aiuta ben poco. Forse – ma forse – solo per cucire le varie parti del discorso;
3. La notte vive di “fulgurationes” ossia di lampi di luce che sono l’espressione della manifestazione del divino nel mondo e nel tuo spirito. Sono espressioni del divino molto corte e rappresentano una scossa alla nostra personalità;
4. Personalità che allora si muove verso le alte vette della divinità e ha l’occasione di assistere a dirette manifestazioni del divino come, ad esempio, l’apparizione di Dio stesso;
5. In questi momenti eccezionali per l’esperienza dell’uomo il medesimo si incammina su un percorso di cambiamento e di trasmutazione. Quella trasmutazione che il materialismo del giorno impedisce e ci fa rendere ipocriti;
6. In questo contesto l’esperienza del misticismo rumeno del Novecento è fondamentale poiché simbolizza una frustrata molto pesante al materialismo che ha portato il mondo alla tragedia della Seconda Guerra Mondiale e alla presente devastante azione del neo-liberismo economico;
7. La mia posizione nasce chiaramente da una presa di visione netta e forte contro il materialismo in quanto solo il misticismo e lo spiritualismo possono salvare un mondo che si è ingabbiato da sé senza darsi delle vie d’uscite. E la drammatica vicenda del Covid-19 lo testimonia in tutta la sua estrema gravità;
8. E’ ora, perciò, venuto il momento di comprendere meglio i caratteri del misticismo per farlo diventare autentico lievito madre di una nuova coscienza cristiana per lo più assopita a causa del materialismo storico imperante;
9. Che il sommo Dio possa aiutarmi in questa opera non facile e complessa, ma che va realizzata se si intende salvare l’uomo da un’estinzione prima di tutto spirituale e poi materiale.
Dalla prossima parte andremo a estrinsecare i caratteri del misticismo in modo tale da avere una visione più precisa di esso.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 7^- )
Dobbiamo approfondire alcuni punti di riferimento essenziali per capire cos’è il Misticismo e come ha assunto varie valenze nelle più differenti civiltà e Nazioni. Il Misticismo è un sentire umano verso l’assoluto al fine di creare un “sinolo” fra la prorpia persona e l’Assoluto (ossia Dio). Naturalmente per raggiungere l’Assoluto ci deve essere l’annullamento della personalità umana. Aspetto molto delicato nel percorso di avvicinamento al Misticismo. Ad esempio, non sono affatto d’accordo con questa impostazione. E’ un errore imperdonabile annullare l’identità dell’essere umano che vuole giungere allo stato di Misticismo. Anzi un Misticismo consapevole e non pura sottomissione spirituale è un Misticismo che rende più maturo l’essere umano. Poiché fortifica quello che è il pilastro della nostra religione. Massimamente la Fede. Che rafforzamento della Fede ci può essere se si annulla la personalità di quella persona che ha deciso di abbracciare l’Assoluto. Il Misticismo serve a infrangere la sensibilità materialistica dell’essere umano per farlo addivenire a uno stato di puro spirito ossia di Misticismo. Ma lo deve fare non mediante l’annullamento della sua persona, ma con un ragionamento che può essere sintetizzato così:
CREDO UT INTELLIGAM
INTELLIGO UT CREDEM.
Non solo ci deve essere un “sinolo” fra la persona e l’assoluto - cioè Dio - , ma anche fra ragione e Fede. Solo così il Misticismo raggiunge meglio i suoi scopi ossia di far progredire l’essere umano nel contatto con il mondo spirituale, anche a scapito del mondo c.d. “reale”. Si questo aspetto nutro dei dubbi. Il mondo reale ci deve essere perché l’uomo deve costruire negli ambiti dove abita e lavora quelle “comunità di grazia” che permettono allo Spirito Santo espressione dell’Assoluto di entrare nella carne delle complesse e secolari società contemporanee.
Il misticismo ha assunto varie tipologie a secondo si era in Grecia, in India, in Israele e nel Mondo Cristiano.
GRECIA
Per la Grecia il Misticismo era per certi versi un viaggio iniziatico e misterico. In sintesi, si intende fuggire dal mondo materiale per assomigliare sempre più al divino. In questo frangente la filosofia diventa un mezzo di assimilazione al divino come estrinsecato da Filone Alessandrino e dal neoplatonismo di Plotino. Fra l’altro il platonismo è presente della teologia del sufismo arabo
INDIA
L’anima umana anela a ricongiungersi con l’Assoluto che è definibile come “Uno”. L’unione fra l’anima umana e l’ “Uno” è paragonabile ad un’unione erotica poiché può avvenire anche mediante un amplesso. Il Buddismo, invece, non crede della divinità personale e crede piuttosto in un afflato universalistico.
ISRAELE
Qui sono gli Angeli i veri protagonisti del Misticismo. Ad esempio, c’è il Misticismo degli Esseni. La corrente più nota è quella del “qabbalah” (ossia “tradizione”). Nasce nel 13° secolo, ma è preceduta dalla letteratura mistica del “merkabah” (ossia “carro”). In questo caso il carro è quello dell’ascensione al cielo di Elia.
CRISTIANESIMO
Il Platonismo ha molto influenzato il Misticismo cattolico. Un misticismo che dovrebbe riguardare “erga omnes”, ma che secondo San paolo dovrebbe essere ristretto a pochi fedeli iniziati. Per Sant’Agostino il Misticismo può essere un regalo della grazia del Signore. Comunque sia l’inziatore nel cristianesimo della filosofia del Misticismo è pseudo-Dionigi l’Aeropagita secondo uil quale il Misticismo è una forma di conoscenza superiore e immediata delle realtà celesti. Sulle posizioni di Sant’Agostino San Tommaso d’Aquino. Poi venne una moltitudine di mistici quali San Bernardo, Ildegarda di Bingen, Caterina da Siena e più recentemente Santa Teresa d’Avila e Giovanni della Croce.
Dalla sintetica analisi delle succitate quattro civiltà si capisce che tutto nasce da un rapporto fra l’essere umano e l’Assoluto. Un rapporto – a secondo la civilizzazione – diverso e vario. Ma il punto focale rimane che tipo di rapporto abbia da instaurarsi fra l’essere umano e Dio. E il Misticismo è uno strumento di questo particolare rapporto di amore fra noi e Dio.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 8^)
Nel documento precedente (parte 7^) abbiamo individuato le caratteristiche sintetiche del Misticismo e come viene declinato in alcune civiltà tale principio. Cerchiamo di approfondire il discorso riguardante le caratteristiche fondamentali del Misticismo. Ho affermato che lo scenario del Misticismo è la notte e che l’aspirazione verso l’assoluto non deve tagliare qualsiasi collegamento con la realtà materiale che ci circonda. Certo alcuni prendono la decisione di isolarsi dal mondo sensibile, ma è un errore. Un grave errore. Per il semplice motivo che Dio ci ha dato il mondo per viverlo, non per astrarsi da esso. Il palcoscenico dell’azione di un cristiano è il mondo, la Terra. Vorrei capire in cosa consiste questo Misticicismo che si autoesclude da qualsiasi contatto con il mondo. E’ un atto di egoismo. Di puro egoismo. Tu scegli di estraniarti dal mondo per seguire un comprensibilissimo procedimento di auto-rigenerazione del tuo io in contatto diretto con l’Assoluto che per noi cattolici è Dio. Ma Dio non ci vuole estraniati dalla realtà in cui ci troviamo. Anzi ha invitato tutti a diffondersi per le strade del mondo a portare la buona novella a tutti gli altri esseri umani sparsi per il globe terracqueo. Pertanto durante la notte la persona che vuole iniziare un processo di Misticismo non lo fa solo per sé, ma anche a nome del resto dei suoi consimili. Lui durante quei momenti di purissima spiritualità chiede la Fede per se stesso e per tutti i suoi fratelli e sorelle diffusi lungo le strade del mondo. E’ un periodo di grande emozione per quel singolo. Perché non è di tutti i giorni vivere un’esperienza di tale potenza e particolarità. Sono instanti che durano un’eternità perché l’anima della persona si unisce in “sinolo” con l’Assoluto” e vive un matrimonio spirituale assolutamente originale e fortificante. L’essere umano si mette a disposizione dell’Assoluto per essere un buon cristiano nella vita di tutti i giorni. E solo di notte un’esperienza del genere può manifestarsi perché ci sono delle condizioni singolari ed ideali. La prima delle quali non è il silenzio. Ciò è fin troppo prevedibile. Ma la condizione essenziale è quella solitudine capace di poter vivere al massimo l’esperienza dell’incontro con l’Assoluto. Un Assoluto che il credente vede, con cui ci parla, che ha interazioni con Lui e che riceve dall’Assoluto gli insegnamenti per essere un buon cristiano nella vita di tutti i giorni. E’ un “Roveto Ardente” che si mette in opera. Un “Roveto Ardente” che si articolo su uno sgranarsi emozionante e commovente di fasi e processi che hanno nella preghiera il momento di massimo coinvolgimento fra l’essere e l’Assoluto. Durante quegli instanti la temporalità e la spazialità cessano di esistere ed è come se si vivesse in una terza dimensione in cui tempo e spazio non esistono e tendono a scomparire. Ciò è un indice di assoluta libertà perché bisogna essere liberi in modalità assoluta per incontrare l’Assoluto. E’ proprio l’abbandono che è l’obiettivo del Misticismo. L’abbandono nell’Assoluto per riceve le stigmate del cristiano modello che va incontro alla realtà peino di Fede e di Carità. Quando l’esperienza termina l’essere non avverte nulla. Sente solo che quell’aurea di santità che abbracciava l’esperienza del Misticismo si è dissolta. Il silenzio della notte rende questo dopo ancora più significativo e profondo. La notte diventa allora lo strumento mediante il quale l’Assoluto fa comprendere che egli è sempre presente. Semplicemente non si manifesta. Si manifesterà in base a particolari condizioni. L’essere che ha vissuto tale straordinaria esperienza si sente leggera e libera veramente. Pronta a testimoniare il suo essere cristiano nella società materialistica ed indifferente che siamo riusciti a costruire non rispettando in maniera preoccupante i principi della nostra religione. Il Misticismo ha come obiettivo fortificare lo spirito del cristiano e dargli la forza di testimoniare ovunque la propria Fede.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 9^)
L’accoppiata notte – Misticismo è quanto di più bello che l’esperienza umana possa vivere. La notte con i suoi affascinanti silenzi è il giusto ambiente dove si esplica la più alta esperienza spirituale che un essere umano possa vivere. Ossia il Misticismo. In quei momenti l’essere umano ha la netta sensazione di condividere con un altro (l’Assoluto) un’esperienza unica. Un’esperienze che non solo lo mette in contatto con l’Assoluto, ma anche con tutte le creature che Dio ha creato: i suoi consimili, le piante, gli animali, i fiumi, le montagne e tutto ciò che sta sopra/al livello/sotto la Terra. In quei momenti di indiscutibile bellezza l’essere umano entra in contatto mediante l’Assoluto con le dinamiche che fanno funzionare sia il Mondo che l’Universo. E viene a conoscere informazioni importanti che gli permetteranno nella vita di tutti i giorni di essere un cattolico vero ed autentico. Cioè capace di interpretare e implementare le leggi divine nella realtà quotidiana. Solo la notte può portare a questi risultati. La notte è una condizione della vita del nostro globe particolare dove accadono avvenimenti che di solito non accadono nel resto del giorno. Tutto questo alla fin fine diventa predisposizione all’attivazione del Misticismo e all’entrata nella vita di ognuno di noi dell’Assoluto. Ciò non viene inteso dalla teorie materialistiche per cui solo le ideologie, i valori economici, i prodotti materiali importano. Mentre vengono dimenticati i valori veri. Quelli più puri ed autentici che attengono esclusivamente alla persona umana e che il Misticismo porta a pieno compimento e maturità. Mi pare che sia venuto il momento di riscoprire la spiritualità poiché il mondo non sta andando da nessuna parte, ma anzi in una sola distruzione: una distruzione prima di tutto morale di esso e poi materiale. Quanto si sente l’urgenza di un cambio di passo che non deve passare solo con accordi internazionali, ma mediante la presa di coscienza che la spiritualità è l’unico frano a questa deriva materialistica del mondo contemporaneo. Aprire il mondo all’esperienza della spiritualità sarebbe un mezzo per risolvere i nostri problemi drammatici che ci trasciniamo oramai da anni. Quanti effetti positivi potrebbe apportare al mondo lo spiritualismo poiché renderebbe meno utilitaristici i rapporti fra gli esseri umani e ci sarebbe un afflato comune verso un’autentica palingenesi. Evento in grado di aprire le porte del mondo alla presenza dell’Assoluto nella storia dell’umanità. Un Assoluto che non è un tiranno che vuole imporre le proprie leggi, ma un Assoluto padre caritatevole di ogni creatura del mondo. Ed ecco perché non sono affatto d’accordo con quanti sperimentano il Misticismo come una esperienza puramente personalistica. Così si cade nell’egoismo che non è segno di un vivere cristianamente la propria vita, ma un modo per considerare la fede e il contatto con l’Assoluto un aspetto del tutto personale e privatistico. Così non deve essere. Ciò confligge con il concetto di universalità del sentire religioso. L’Assoluto ha una valenza generale “erga omnes” come anche la Pietà, la Carità, la Misericordia, la Grazie, la Fede e ogni valore che si ricollega all’Assoluto. Di conseguenza due sono le cose da ritenere. L’Assoluto è l’unica possibilità che il nostro pianeta ha per trovare una via di uscita alla sua “via crucis” e che il Misticismo non è una proprietà privata che è gestita come gli più aggrada da chi lo sperimenta. Su questi due versanti deve costruirsi un nuovo mondo dove il Misticismo che riceve il suo zenith nel corso della notte (per cui ogni notte è santa) deve essere l’afa/omega della nostra vita sia come persone singole che come persone socializzanti. In questo caso è necessario costruire una socialità che si basa sul concetto delle “comunità di grazia”. C’è tanto da fare – ne ho consapevolezza – ma quando senti Dio che ti indica una strada non puoi far altro che seguirla e capire quali doni sarà in grado di darti.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 10^)
Immaginiamo anche visivamente l’atto del Misticismo in modo da avere un quadro il più circoscritto e preciso del fenomeno.
• L’ambiente dove si svolge il Misticismo è la notte che diventa l’ancella del Misticismo e permette all’esperienza del Misticismo di raggiungere i migliori risultati;
• L’iniziazione all’esperienza mistica avviene per “fulguratio” o lampi di luce. Si manifestano nel tuo animo e la tua persona comincia ad addentrarsi in un’esperienza unica per la sua vita;
• L’iniziato è solo solo con la sua coscienza e apre il suo io all’incontro totalizzante con l’Assoluto;
• L’Assoluto si manifesta con le succitate “fulguratio” che fungono da debutto dell’altissima esperienza di incontro con l’Assoluto che per ogni cristiano rappresenta il massimo della propria esperienza cristiana;
• Non è un dialogo di parole quello fra l’iniziato e l’Assoluto. Sono i principi morali e etici dell’iniziato che entrano in contatto con l’Assoluto in maniera silenziosa in quanto in tali situazioni il silenzio è ricco di parole e suggerimenti;
• L’Assoluto si fa vedere e ciò rafforza l’unicità dell’esperienza. Poter assister alla manifestazione plateale dell’Assoluto è il momento decisivo dell’esperienza mistica;
• In quei momenti l’iniziato comincia a cpire veramente il “quid” del suo essere catolico e ciò lo spingerà ad esserlo nella vita di ogni giorni perché il Misticismo non deve significare distacco totale e per sempre dal mondo, ma un momento in cui l’iniziato riceve le stigmate della santità perché ognuno di noi è santo;
• Il cuore si riempie di gioia e diventa la casa dove albergheranno i principi di Grazia, Misericordia, Carità e Pietà. Ovverossia le basi teologiche della vita di un buon cristiano;
• L’esperienza finisce quando un’altra “fulguratio” fa la sua comparsa. In quel preciso momento l’Assoluto scompare fisicamente, ma rimane nel tuo cuore a fungere da motore primo della tua Fede;
• Tu, iniziato, non ti isolare dal mondo. Non serve a nulla una Fede personalistica ed egoistica. La Fede va diffusa su tutta la terra come nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato più di una volta. E’ il mondo il proscenio nel quale si manifesta la potente amorevole azione dell’Assoluto. Chi ha vissuto l’esperienza del Ministicismo deve diventare un modello per gli altri suoi consimili e costruire quelle “comunità di grazia” come ripeteva spesso il Servo di Dio il nostro caro e devoto Don Luigi Giussani.
Ecco, in maniera sintetica, il percorso dell’esperienza mistica che andremo ad approfondire nelle pagine successive.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 11^)
Nella parte 10^ abbiamo scritto “L’ambiente dove si svolge il Misticismo è la notte che diventa l’ancella del Misticismo e permette all’esperienza del Misticismo di raggiungere i migliori risultati”. Perché questo può esplicarsi solo di notte? La notte è quella parte del giorno dove prevale la riflessione e il ragionamento. Il silenzio che circonda la notte permette di meglio sviscerare le caratteristiche precipue dell’essere umano. Come – e l’ho già accennato sopra – la riflessione e il ragionamento. Entrambi aprono l’essere umano al vivere esperienze particolari e straordinarie. Che durante il giorno non sarebbe possibile. Le esperienze singolari e straordinaria hanno come ambito d’eccellenza la notte. Durante quel periodo tutto è fattibile. La notte è la porta d’ingresso per vivere qualcosa che è in diretta opposizione con il giorno, ma che diverrà poi il sale del tuo agire diuturno. Che potenza spirituale evoca la notte. La notte ti porta in una dimensione del tutto sconosciuta e lo fa con il silenzio e la “fulguratio” ossia lampi di luce. In breve, il silenzio e la “fulguratio” predispongono l’essere umano a ricevere le stigmate di un’esperienza unica con l’Assoluto. Non c’è solo il silenzio oppure la “fulguratio” che permettono l’avvenimento di tale portata. E’ tutto il complesso della notte che sospinge in quella direzione. Il cielo che si apre sull’universo. I bagliori delle stelle capaci di illuminare la notte con una luce particolare. I rumori della notte come ad indicare i processi metabolici della medesima. La notte è un insieme di aspetti unici e codesti aspetti unici fanno si che l’esperienza con l’Assoluto diventi un evento vero e tangibile. La notte, per dunque, diventa l’ancella del Misticismo poiché senza le sue caratteristiche l’esperienza mistica non può avvenire. Avviene proprio in quanto la notte è corredata di caratteristiche ne permettono l’avvenimento. La notte mediante il silenzio o la “fulguratio” assumono le caratteristiche di prodromo per l’esperienza mistica che si sostanzia nell’incontro con l’Assoluto. Quindi abbiamo un seguente schema che dobbiamo tenere a mente quando intendiamo l’Assoluto di cui il Misticismo è lo strumento operativo. Lo schema è il seguente:
N O T T E
SILENZIO e “FULGURATIO”
MISTICISMO
INCONTRO CON L’ASSOLUTO
Credo che il discorso abbia una sua logica poiché la notte è l’ambiente ideale del Misticismo preannunciato dal silenzio e dalla “Fulguratio” che diventano allora gli elementi di dispiegamento dell’esperienza mistica avente come fine ultimo l’incontro con l’Assoluto. Senza la notte l’esperienza mistica non avrebbe la capacità di mostrarsi al mondo.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 12^)
L’iniziazione all’esperienza mistica avviene per “fulguratio” o lampi di luce. Si manifestano nel tuo animo e la tua persona comincia ad addentrarsi in un’esperienza unica per la sua vitA. Quando avviene codesto fenomeno è il momento che l’essere umano destinato all’incontro con l’Assoluto attende con particolare fervore e gioia. Fervore in quanto attraverso codesta esperienza lui da un migliore cattolico. Gioia perché l’incontro con l’Assoluto è sempre occasione di gioia poiché la tua Fede diventa piena e faconda. La “fulguratio” - come già affermato innanzi – avviene di notte ed è immanente. Non ha modalità ben precise. E’ l’iniziato che la deve sentire in sé come un lampo di luce che si manifesta senza alcun preavviso o segno premonitore. La “fulguratio” arriva all’improvviso ed è un tale sconvolgimento per la vita dell’essere umano che sta per incontrare l’Assoluto da determinare un gioco di sincretismi fra l’essere umano, l’Assoluto e il Creato. Quando l’essere umano sente accendersi la “fulguratio” sembra che sia trasportato in un altro mondo dove le leggi terrene non valgono. Infatti, valgono le leggi dell’Assocluto ed è il regno del Misticismo strumento mediante il quale ci si avvicina all’esperienza dell’incontro con l’Assoluto. Quindi abbiamo la Notte che diventa ancella del Misticismo e quindi dell’Assoluto, l’attesa piena di gioia e l’accensione della “fulguratio”. Questo è il percorso mediante il quele l’iniziato – ovverossia noi tutti – dobbiamo seguire per vivere l’esperienza Mistica e, di conseguenza, la manifestazione dell’Assoluto. Sono momenti di grande tensione psicologica e morale. E’ raro, infatti, assistere a codesti momenti nella vita di tutti i giorni. E’ un’esperienza unica, fondamentale, fondativa e ristoratrice. Unica perché non si ripeterà. Fondamentale perché fa le fondamenta all’iniziato del proprio essere figlio di Dio o dell’Assoluto. Fondativa poiché fonda nell’essere umano l’esperienza di Dio e ne da nutrimento. Ristoratrice, infine, in quanto un’esperienza del genere rigenerare la propria anima e la predispone a una nuova vita. Ma tutto si origina quando si manifesta la “fulguratio”. E’ un lampo di luce come si diceva. Non è un rumore, anzi.... E’ un sentimento che nasce dentro l’iniziato a poco a poco come un senso di libertà e leggerezza. Libertà e leggerezza che danno il via alla totale manifestazione della “fulguratio” che inonda di sé l’intera persona dell’iniziato e gli fa iniziare quel viaggio iniziatico che è poi il Misticismo in sé e per conseguenza l’avvento del incontro memorabile con l’Assoluto o Dio. La “fulguratio” accende l’animo dell’iniziativa e lo predispone all’avventura la più essenziale della sua vita., l’incontro con il Lui creatore di ogni essere vivente e cosa. E’ una sensazione dolcissima essere oggetto di una “fulguratio” poiché non incide negativamente sul tuo spirito oppure sul tuo corpo. E’ un vento che si manifesta in te e ti apre ad orizzonti che mai avresti creduto poter vedere e vivere. E’ un liberarsi di tutto quanto abbiamo di materiale per assumere la configurazione di puro spirito. Cioé la condizione ideale per essere un Mistico e vivere l’incontro con l’Assoluto. E’ un perdersi dolcemente nelle amorevoli braccia della notte e dell’Infinito che sono elementi essenziali del Misticismo e dell’incontro con l’Assoluto. Il Misticismo ha bisogno della notte per esplicare meglio la sua potenza divina e dell’infinito perché proietta l’essere umano verso lo spazio illimitato del Creato. Notte, infinito e Creato frutto dell’immane processo creativo posto in essere dall’Assoluto per creare ciò che siamo e ciò che dovremo essere. La “fulguratio” in tale sistema ha un ruolo centrale. E’ la chiave d’accesso a questa esperienza che ricordo unica, fondamentale, fondativa e ristoratrice. La “fulguratio” è necessaria ed utile perché avvenga l’esperienza mistica e l’incontro con l’Assoluto. Quindi capite l’importanza di tale passaggio?
- LA NOTTE E’ CON ME (PARTE 13^)
L’iniziato è solo con la sua coscienza e apre il suo io all’incontro totalizzante con l’Assoluto. E’ un’esperienza straordinaria in quanto l’iniziato mette in gioco per la prima volta nella sua vita tutto il suo essere, tuto il suo passato, tutto il suo io e tutta la sua persona. Ne converrete che si tratta di un evento di una tale portata etica e morale che va oltre il normale modo di concepire le esperienze. E’ un’esperienza che non ha precedenti e ha come obiettivo il cambiamento totale della persona non in funzione utilitaristica, ma in funzione di una migliore qualità di vita. Incontrare l’Assoluto dee diventare un’occasione irripetibile per mettersi in gioco e scommettere sul buon esito dell’incontro con l’Assoluto. La notte, la “fulguratio”, il Misticismo e l’Assoluto sono gli strumenti mediane i quali l’uomo scommette sulla sua vita. Una scommessa che non ha eguali poiché travalica la normalità della vita di tutti i giorni. E’ un procedimento lento in quanto originato da un matrimonio indissolubile fra il credere e il capire. Il credere per Fede e il capire come sviluppo razionale del proprio comportamento. Non è facile far rimare assieme Fede e “ratio” . Eppure in quell’esperienza i due antagonisti storici si ritrovano assieme ed aiutano l’iniziato a vivere un’esperienza che definire unica è davvero riduttivo. In quell’esperienza l’iniziato chiama a sé tutto il suo io per una scommessa fondamentale sulla sua vita. Ossia uscire dall’incontro con l’Assoluto piàù forte e sicuro della propria Fede. Pronto a spendersi per il bene della Fede nella vita di tutti i giorni vivendo ogni giorno con Carità, Pietà, Compassione, Grazia e Amore. Il Misticismo ha questa di funzione. E’ un’esperienza di trasmutazione dell’iniziato o della persona umana che non ha precedenti. In quei momenti così carichi di tensione e bellezza l’iniziato fa maturare quanto c’è di buono in lui per implementarlo nella vita di tutti i giorni. Vivendo, cioé, una vita improntata ai valori fondanti del Cattolicesimo. Naturalmente codesto vivere non deve essere intermittente, ma continuativo. Chi scegli di vivere la propria vita secondo i canoni della Fede non può scegliere i momenti più opportuni, ma è un’esperienza continua che lo accompagnerà fino alla fine dei suoi giorni terrestri. L’iniziato è, quindi, solo con la sua coscienza e vi scava fino in profondità affinché possa far sorgere quanto di bello c’è in lui. Perché l’Assoluto vuole questo. La bellezza gioiosa di una Fede capace di far muovere il suo io e il resto del mondo. La Fede diventa il motor mediante il quale l’Assoluto mette in marcia la spiritualità dell’iniziato e la rende carne e sangue del suo proprio essere. Nell’incontro con l’Assoluto l’iniziato sa che la Fede è un’entità totalizzante che prende la carne sua e il suo sangue per offrirlo come segno di alleanza fra il Mondo e l’Assoluto o Dio. In quei momenti così carichi di “passione” l’iniziato diventa il trait d’union fra il mondo dell’Assoluto e il mondo quotidiano. Al fine di creare le basi di una nuova alleanza fra ciò che si vede, ma si percepisce, e ciò che si vede materialmente. Alla fine dell’esperienza l’iniziato è un “uomo nuovo” nel senso che ha riflettutto sul suo essere ed ha aperto la sua vita a nuovi orizzonti. L’Assoluto è essenziale per la vita quotidiana di ognuno di noi in quanto ne rafforza le qualità e ne permette il suo implementare sereno e pieno di amore nella vita di ogni giorno che diventa il terreno su cui si scommette. Dove scommette le stigmate della Fede che ha ricevuto nel corso dell’incontro con l’Assoluto. Un incontro che ha bisogno della notte per essere davvero un’esperienza mistica al più alto grado morale ed etico.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 14^)
L’Assoluto si manifesta con le succitate “fulguratio” che fungono da debutto dell’altissima esperienza di incontro con l’Assoluto che per ogni cristiano rappresenta il massimo della propria esperienza cristiana. E’ un quadro unico quello rappresentato dall’esperienza mistica. Un quadro capace di cambiare per sempre la vita dell’iniziato. Non si tratta di un semplice incontro quello che sta per avvenire, ma l’incontro con l’Assoluto. Con colui il quale ha creato tutto ed anche, di conseguenza, te stesso. L’esperienza che gli si prospetta aprirà all’iniziato le porte del Paradiso ossia il luogo della beatitudine celeste infinita. Il luogo dove risiedono i giusti che in terra g- grazie al loro comportamento – hanno dato una meravigliosa dimostrazione del loro essere figli di Dio. Sono stati uomini di Fede che l’Assoluto li ha inviati nel Paradiso affinché possano godere della visione di Dio per sempre e nel sempre. Non ci sono parole per esprimere la meraviglia che emana quest’esperienza che sta per essere vissuta dall’iniziato. L’acclararsi di un desiderio insito nell’uomo fin dalla nascita. Cioé l’incontro con chi ti ha creato. Deve essere questo l’obiettivo della vita di ognuno di noi. Ossia avere la possibilità di dare carne e sangue al proprio essere cattolico. Appartenente a quella immensa “comunità di grazia” che è rappresentata dal Cristianesimo. E quell’incontro suggella in maniera definitiva l’alleanza fra l’iniziato e l’Assoluto. Un’alleanza non solo creata con la carne e il sangue del sacrificio ultimo di Gesù Cristo sul Golgota, ma da un insieme di valori ed atti che ne distinguono il carattere prettamente cristiano della sua esperienza. Mi riferisco alla Grazia, alla Pietà, alla Compassione, all’Empatia, alla Misericordia. Ancelle della Fede che ne aiutano il suo operato all’interno dell’iniziato che nei suoi rapporti con il mondo di fuori. La scommessa è di modificare questo mondo così materialista in un’entità spirituale dove regni per davvero l’Amore per il Signore. In quest’ottica la “fulguratio” gioca un ruolo essenziale. E’ l’Alfa di quell’esperienza unica e memorabile che sarà l’incontro con l’Assoluto. La “fulguratio” è la fase prodromica al succitato incontro. E’ un a sensazione particolare che si impadronisce dell’anima dell’iniziato e lo spinge nella direzione di cominciare un percorso del tutto particolare ed unico che lo porterà alla fine all’incontro con l’Assoluto. Senza la “fulguratio” non c’è nessuna esperienza che può essere messa in opera. Nel corso della “fulguratio” l’iniziato sperimenta se è effettivamente pronto per l’incontro. Perché può anche succedere per tutta una serie di circostanze che l’iniziato non sia ancora pronto per l’incontro con l’Assoluto. Le motivazioni sono delle incrostazioni di vita materiale fin troppo evidenti, tutta una serie di comportamenti che non si legano con una vita di carattere mistico e il fatto che il nostro animo non corrisponde con i principi che sovrintendono all’incamminarsi verso una dimensione mistica da cui si origina l’incontro con l’Assoluto o Dio. Ecco perché la “fulguratio” è così importante e fondamentale. Non è il semplice avviso che sta iniziando il percorso per eccellenza per ogni essere umano, ma è una stazione di verifica per l’iniziato stesso. Una stazione ove comprende se è pronto o meno per l’incontro con l’Assoluto o Dio. Non è un momento qualsiasi. Anzi, forse è il più importante perché in quei momenti in cui la “fulguratio” si manifesta l’iniziato ha una perfetta visione di sé e del suo io. E capisce se è quel perfetto cattolico degno di incontrare l’Assoluto per divenire un essere completo in grado nella vita di ogni giorno di assumersi tutte le sue responsabilità come cattolico che ha vissuto l’esperienza fondativa dell’incontro con Dio. Nelle ’fulgurationes” l’iniziato testa la sua prontezza a essere un cattolico perfetto e non un simil-cattolico come purtroppo è pieno il mondo di oggi. La fede è un aspetto serio ed impone delle scelte radicali nel cattolico. Non è un abito da togliere e mettere a secondo delle occasioni. Essa – la Fede – diventa il “modus operandi” definitivo dell’essere cattolico e la “fulguratio” ne è il santo momento iniziale e iniziatico.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 15^)
Non è un dialogo di parole quello fra l’iniziato e l’Assoluto. Sono i principi morali e etici dell’iniziato che entrano in contatto con l’Assoluto in maniera silenziosa in quanto in tali situazioni il silenzio è ricco di parole e suggerimenti. L’incontro son l’Assoluto sarà fisico perché l’iniziato incontrerà davvero l’Assoluto, ma questo incontro avrà delle caratteristiche particolari che cercherò di riassumere e sintetizzare:
A) Assenza di parole. In una dimensione divina un aspetto così consuetudinario della vita materiale non avrebbe senso.
B) Nell’Assoluto la comunicazione avviene per “fulguratio” e sincronismi fra gli spiriti che hanno la fortuna di assistere alla manifestazione dell’Assoluto;
C) Regna una comunicazione silenziosa. Come potrebbe esserci una comunicazione verbale in un mondo – quello dell’Assoluto – dove regna il silenzio e la preghiera meditativa interiore. Elementi i netta opposizione rispetto a una comunicazione verbale simbolo del materialismo della società moderna;
D) L’approccio fra l’iniziato e l’Assoluto avviene per un movimento del cuore dell’iniziato che sa che sta per incontrare l’Assoluto;
E) Pur nel silenzio il “colloquio” fra l’iniziato alla Mistica e l’Assoluto avviene per un naturale riconoscimento di un’unica provenienza fra l’iniziato e l’Assoluto. Sono germogli della stessa pianta e ciò li porta a riconoscersi come appartenenti a un’unica e simile genia;
F) Il risultato dell’incontro non è manifesto. E’ piuttosto un fiume carsico che unisce d’ora in poi l’iniziato con l’Assoluto. Un cordone che non si spezzerà più neanche quando l’iniziato ritornerà alla vita di tutti i giorni che d’ora in poi vivrà con i valori appresi dall’incontro con l’Assoluto;
G) La notte funge da palcoscenico ideale per questo incontro. E’ un non-mondo sensibile che è in diretto contatto con l’Assoluto. L’Assoluto ha nella notte la sua ancella poiché prepara l’iniziato all’incontro;
H) L’incontro è essenziale per la vita dell’iniziato in quanto debutta in una nuova concezione di vita sulla terra. Una concezione dove lo spiritualismo dialoga con il mondo affinché la civiltà della Carità e della Misericordia possano finalmente affermarsi per santificare la vita di ogni giorno. Il santificare la vita di ogni giorno deve diventare l’obiettivo primario della vita dell’iniziato quando è ritornato sulla terra ed è a contatto con i suoi consimili.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 16^)
L’Assoluto si fa vedere e ciò rafforza l’unicità dell’esperienza. Poter assister alla manifestazione plateale dell’Assoluto è il momento decisivo dell’esperienza mistica. E’ il momento clou dell’esperienza mistica. E’ il compimento di un lavoro che ha scavato nelle profondità dell’iniziato fin da quando la notte si è insediata nel mondo. In quel momento è cominciato un percorso che ha portato l’iniziato – ossia me stesso – a godere della visione dell’Assoluto. La notte è stata la prima tappa, ma ce ne sono state delle altre come la “fulguration” o il lampo di luce. Questo lampo di luce è il momento prodromico alla visione dell’Assoluto. Quando si manifesta la “fulguratio” si manifestano tanti eventi che accompagnano l’iniziato al momento decisivo della sua esperienza mistica. L’incontro con l’Assoluto che si manifesta finalmente davanti gli occhi dell’iniziato. Questi elementi sono di diverso tipo. C’è un senso di pace serena che abbraccia la zona dove avverrà l’incontro mistico. Una pace vera e che predispone i cuori all’Assoluto. Da non sottovalutare la beatitudine poiché è davvero beato chi incontra l’Assoluto. La beatitudine da profondità di Fede all’esperienza in fieri. Inoltre, abbiamo la Grazia che ci inonda della sua specificità. Ogni momento è pieno di Grazia e fa vivere all’iniziato la sua esperienza con l’Assoluto in perfetta Letizia o Gioia. Quanto ricordato - Pace, Beatitudine, Fede, Grazie, Letizia, Gioia – permette all’iniziato di essere davvero pronto all’incontro con l’Assoluto in quanto figlie predilette dell’Assoluto. La visione dell’Assoluto è ora una realtà immanente. Cioé vera e tangibile. L’iniziato e l’Assoluto si guardano e come ho ricordato in precedenza non è un incontro con alla base la parola, ma un insieme di sensazioni e valori che costituiscono l’interezza dell’esperienza mistica. E’ un incontro determinante in quanto l’iniziato ne uscirà profondamente cambiato e mutato. Avviene in quei momenti un’autentica trasmutazione dell’essere umano che sta vivendo quell’esperienza unica e fondamentale per la sua vita. L’iniziato sente tutto ciò perché il suo corpo e la sua anima vengono sottoposti a delle “fulgurationes” che abbracciano l’iniziato all’Assoluto e acconsentono a un passaggio di energie positive dall’Assoluto all’iniziato. Per certi versi un recipiente vuoto viene a riempirsi di quei valori che costituiscono il fondamento della vita cristiana. In questo consiste l’incontro con l’Assoluto. L’incontro serve a trasformarsi in un migliore cristiano che nella vita sensibile e materiale di tutti i giorni avrà modo di far vivere quest’esperienza vivendola supportato dagli elementi costitutivi dell’esperienza mistica e che abbiamo già enucleato nelle righe precedenti. L’iniziato ora può vivere la sua vita con pienezza perché è pieno della Grazia di Dio che è il prodromo alla Fede su cui si basa l’azione del cristiano. Senza grazia e Fede una vita autenticamente cristiana è impossibile e non plausibile. La vita per un cristiano non è un qualcosa di intermittente, ma è una sequela che va implementata e resa attiva ogni giorno che il Nostro Signore ci concede. La vita dell’iniziato è ora un canto alla bellezza dell’Universo poiché questa bellezza – mediante l’incontro con l’Assoluto – è entrata nella sua vita e la fa fiorire come un giardino maggiolino. L’esperienza con l’Assoluto ha costruito la certezza della Fede per l’iniziato. Sa che c’è Dio nella sua vita e ciò gli da forza ed energia nell’affrontare la vita. Ha, ora, gli strumenti per vivere la vita da autentico cristiano. Ed è questo l’obiettivo a cui dovrebbe tendere ogni cristiano e cioé di poter vivere la propria vita da cristiano. Non si può vivere cristianamente in maniera allogena.... O si è cristiano o si è cristiano. Le mezze misure non sono ammesse. La vita di un cristiano è piena di Dio e lo deve essere ogni giorno che passa. Essere cristiano è impegnativo, ma bisogna esserlo in quanto da alla tua vita una dimensione divina che ti rende immortale.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 17^)
In quei momenti l’iniziato comincia a capire veramente il “quid” del suo essere cattolico e ciò lo spingerà ad esserlo nella vita di ogni giorni perché il Misticismo non deve significare distacco totale e per sempre dal mondo, ma un momento in cui l’iniziato riceve le stigmate della santità perché ognuno di noi è santo. L’esperienza che l’iniziato ha appena vissuto non è un’esperienza normale, ma attiene alla santità. Tutto quello che è successo: la notte, la “fulguratio”, l’incontro con l’Assoluto e tutto il resto non hanno nulla di terreno e danno vita ad un momento da definirsi sacro. Perché si va oltre il sensibile e il normale. E’ un’esperienza straordinaria ed unica. Avendo percorso quel tragitto particolare l’iniziato diventa anch’esso sacro e santo. Perché la religione cattolica ci vuole sacri e santi ogni giorno perché è questa la vera dimensione dell’essere cristiano. Il cristiano deve abmire al sacro e al santo per essere definito tale. Anche perhcé come ho ricordato in precedenza l’esperienza del cristiano non è intermittente, ma continuativa nel tempo. Non si può essere cristiani a proprio piacimento nel senso ora mi sento cristiano e dopo qualche minuto no. E’ un’esperienza totalizzante che spinge la persona ad essere sempre cristiano. Cioé a cercare il sacro e il santo che c’è in lui e nel Mondo in ogni momento della sua vita. Anche perché il Misticismo non dee significare distacco assoluto dalla vita di tutti i giorni. Anzi il cristiano di ritorno dall’aver vissuto un’esperienza così unica è spinto ad essere parte attiva nella vita di goni giorno. Ad essere un esempio. A lavorare perché la società sia una “comunità di grazia”. A operare in maniera diuturna all’estrinsecarsi dei più precipui valori cattolici in una società oramai secolarizzata e materialista. Guai a chiudersi in se. La Fede vuole che il cristiano si apra al mondo e ne diventi un “umile lavoratore” affinché la religione cristiana non sia solo una pura espressione teorica, ma un qualcosa che incide nella carne e nel sangue della vita di ogni cristiano sparso ai quattro punti cardinali della terra. Il Misticismo che significa abbandonare la società e tagliare i collegamenti è un Misticismo che non ha senso. Presuppone una visione egoista della proprio essere cristiano. Una contraddizione fortissima rispetto alle basi dell’essere cristiano. Il cristiano non può rimanere al di fuori della società in cui è nato ed opera. Sarebbe una fuga. Invece, il cristiano dopo l’incontro con l’Assoluto ha ancora più forza ed energia di impegnarsi nella società come facilitatori della Speranza, della Carità e della pietà fra gli uomini e le donne che costituiscono la comunità del Signore. L’essere cristiano è una scommessa e si capisce se è utile ed efficace allorquando la si mette in gioco nella quotidianità. Ogni giorno siamo chiamati ad una scommessa ossia ad essere cristiani caritatevoli e pieni di “pietas” nei confronti dei nostri confratelli e consorelle. Il nostro obiettivo come figli di Dio è di essere cristiani nel più pieno significato del termine. Ogni giorno. Senza momenti di cedimento. Senza considerare la Fede come una moda transitoria o un abito che si indossa più o meno. Im Misticismo è, pertanto, due cose: essere sacro e santo ogni giorno e impegno profondo nella vita di tutti i giorni. Un cattolico che si astiene da questi due elementi non è un cattolico. E’ un falsario e il cristianesimo non ammette comportamenti improntati a tale status. Il cristianesimo è la religione della verità ad ogni costo. Non si può transigere. Perché il cristiano deve essere di vetro e non ha nulla da nascondere. Allora a che è servita la sua esperienza mistica culminata nell’incontro con l’Assoluto. Per migliorare il suo essere figlio di Dio. Misticismo e incontro con l’Assoluto suggellano la sacra allenza fra Dio 8l’Asssoluto) e l’iniziato (il cristiano).
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 18^)
Il cuore si riempie di gioia e diventa la casa dove albergheranno i principi di Grazia, Misericordia, Carità e Pietà. Ovverossia le basi teologiche della vita di un buon cristiano. La Fede che nostro Signore ci ha dato in occasione della nostra nascita e dell’incontro iniziatico con Lui deve essere una fede gioiosa in quanto il messaggio che la religione cristiano è un messaggio bello e semplice. Cioé vivere il proprio essere cristiano non come una imposizione, bensì come una gioiosa festa perché Dio alberga nei nostri cuori pieni di Speranza e Carità. In quel cuore troveranno dimora tutti valori essenziali del cristianesimo: Grazia, Pietà, Misericordia, Fede, Carità, Compassione e Speranza. Ma dovrà essere un vivere l’esperienza mai triste o uggiosa. Voi avete incontrato Dio e Dio è dentro di voi. Se questa non è gioia allora come potete definire la vostra fede. La gioa deve essere la molla che vi fa impegnare nella società di oggi a diffondere la Buona Novella che porta in sé come doni munifici i valori citati sopra. E li si annuncia con gioia. “Cum Maxima Laetitia”. L’essere cattolico ti sprona ad aprirti alla vita di ogni giorno e al contatto con la gente di ogni grado sociale ed etnico. E’ a loro che devi annunciare la Buona Novella. Ma con gioia. Mai con modalità da imposizione. Che Fede è quella imposta. Diventa un qualcosa di costretto e chiuso. Noi non vogliamo questo. Vogliamo una bella Fede aperta a tutti perché in quell’incontro con l’Assoluto, l’Assoluto stesso ci ha chiesto di andare per le strade del Mondo e di annunciare che Dio esiste e vuole il bene di ogni creatura vivente. E la Fede si vive non solo con i metodi protocollari imposti dal canone della Chiesa, ma con modalità altre che tendono ad instaurare un rapporto fra fratello/sorella con fratello/sorella e fra questi e Dio. Cercando di istradare chi non l’avesse ancora fatto di seguire il paradigma NOTTE-FULGURATIO-MISTICISMO-INCONTRO CON L’ASSOLUTO essenziale per essere “uomini” e “donne nuove”. Certo bisogna seguire ciò che ci indica “Sancta Romana Ecclesiae”, ma un seguire in maniera fin troppo formale ed asfittica le medesima può arrecare danno alla promozione della Fede presso gli altri esseri umani. E lo dobbiamo fare in letizia. Gesù Cristo nella semplicità delle sue parabole non ha voluto lasciarci una Fede cristiana difficile complessa, fredda e statica. Tutt’altro. Gesù Cristo vuole che la nostra Fede sia semplice, essenziale, animata e dinamica. Qui c’è da rivoluzionare un mondo e non lo si può ricorrendo alla difficoltà, alla complessità, al freddo e alla stasi. No, questo non è servire la Fede. Uno degli insegnamenti di Gesù Cristo è quello di portare ovunque la Buona Novella ovunque con umiltà e fortezza. L’umiltà di non essere arroganti e forti del fatto che abbiamo in noi la Fede che ci vuole figli di Dio lungo un cammino di Fede aperto e dinamico. Il buon cristiano deve essere così. Aperto e dinamico perché per Cristo annuncia la più autentiche delle rivoluzioni mai avvenute sulla faccia della Terra ossia l’avvento della religione cristiana portatrice che Dio è nei nostri cuori e ci vuole esempio di rettitudine nella vita di ogni giorno perché abbiamo ricevuto le sue stigmate a seguito dell’incontro con Lui. Pertanto, andiamo per le vie del mondo e diamo Speranza concreta e vera a chi è debole e povero. In breve a chi vive soffrendo la propria vita. I senza casa, gli emigranti, i malati, gli anziani, quelli senza lavoro, i portatori di handicap, i poveri di spirito. Non sono gli ultimi della terra. Dio li porta nel loro cuore e li considera suoi figli prediletti. E pretende che ognuno di noi sia uno strumento della Speranza e della Carità affinché tutta questa umanità triste, sola, abbandonata e senza niente sia istradata verso la felicità della vita cristiana e formi con i fratelli che stanno bene un “unicum” ossia le cc.dd. “Comunità di grazia” ove vige la legge benevola del Signore affinché ogni suo membro sia un “operaio della Carità”. Dio non ci vuole rinchiusi in un freddo protocollo cristiano, ma ci vuole far abbracciare tutto il mondo nella sua interezza assumendosi i mali del mondo per redimerli e trasformarli in Pace e Dialogo. Seguite la gioia di Dio e sarete cristiani in grado di rivoluzionare il mondo senza armi o malvagità. Il mondo sarà rivoluzionato dalla semplicità francescana dell’approccio che il cristiano ha nei confronti di ciò che lo circonda. Andiamo in pace e rendiamo sante le nostre vite ogni giorno che passa.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 19^)
L’esperienza finisce quando un’altra “fulguratio” fa la sua comparsa. In quel preciso momento l’Assoluto scompare fisicamente, ma rimane nel tuo cuore a fungere da motore primo della tua Fede. Se prima avevi dei dubbi sulla presenza effettiva nella storia dell’uomo e dell’umanità del Divino o Assoluto dir si voglia; ora sei sicuro che è una presenza immanente nella tua storia di cristiano e nella vita di tutti gli esseri umani del mondo. Quel viaggio iniziatico iniziato in piena notte, illuminato dalle “fulgurationes”, succeduto da un avvicinarsi all’Assoluto in silenzio e in preghiera e poi la visione dell’Assoluto ti hanno lasciato un marchio indelebile nella tua carne, nel tuo sangue e nella tua anima. Non sei più quello di prima. Sei stato oggetto per volere divino di un processo di trasmutazione in cui ciò che eri ha subito un radicale processo di cambiamento e trasformazione. Ti senti ora più pienamente cattolico e il tuo cuore sprizza gioia da ogni lato. Perché la letizia è stato il “modus operandi” dell’esperienza iniziatica che hai appena vissuta. Hai avuto modo di accorgerti che Dio è il nostro Padre Quotidiano che non ci vuole indurre in tentazione, ma lasciarci vivere secondo i canoni cristiani nel modo più semplice e meraviglioso possibile. La tua fede non è stata così forte come lo è ora. Tu sei ora per vero “un umile lavoratore nella vigna del Signore” dove il termine umiltà non indica remissione e rinuncia ma forza interiore pronta a vivere il suo essere cristiano sempre e comunque. Anche a sacrificio della propria vita come il nostro amato San Massimiliano Kolbe. Per noi un modello di virtù cattolica senza precedenti. Lui ha vissuto la sua Fede fino all’estremo martirio pur di testimoniare il proprio amore verso gli altri. Quando si ama gli altri in realtà si ama il Signore perché ogni essere umano è fatto ad immagine e somiglianza dell’Assoluto. Che gioia poter vivere il proprio essere cattolico in questi termini. E’ l’avveramento delle invocazioni che si fanno usualmente al momento del battesimo dei bambini affinché diventano autentici e veri figli di Dio. Dopo quell’esperienza che hai vissuto in maniera così intensa e profonda, tu sei un vero figlio di Dio. Un figlio di Dio pronto ad affrontare la realtà complessa e difficile della quotidianità. Tu dovrai combattere contro l’egoismo, l’ingordigia del potere e dei soldi, l’arroganza, la falsità, la menzogna, l’ipocrisia e la malafede. Nulla di tutto ciò ti turberà in quanto sei figlio del Signore che hai avuto modo do conoscere nel corso del tuo viaggio iniziatico. Non solo la “fulguratio” era il segnale d’inizio dell’esperienza come anche la fine, ma è un qualcosa che rimarrà sempre acceso nel tuo corpo e nel tuo spirito. Ti illuminerà nelle tue scelte e nel tuo percorso di figlio di Dio. Sarà la manifestazione “invisibile” di quell’alleanza che tu iniziato hai sottoscritto con l’Assoluto durante il momento clou dell’esperienza mistica. Sarà una presenza silenziosa e discreta. Ma che ti rafforzerà nella tua incrollabile fede nel Signore e nella sua Chiesa diffusa ai quattro angoli del mondo. La fede non ha nulla a che vedere con l’esteriorità di altre pratiche pseudo-religiose che ingannano la gente, la religione cristiano non è esteriorità, ma pura e semplice interiorità che pervade gli aspetti multiformi della vita quotidiana del cattolico. E’ una condizione di “Grazia” impareggiabile che ti fa vivere il tuo essere cattolico in maniera assolutamente piena e faconda. Quando i presupposti sono così la religione semina bene e i raccolti sono facondi e abbondanti ad indicare che la strada intrapresa è quella giusta. E’ sempre giusta perché hai al tuo fianco un alleato senza pari, ossia Dio stesso. E quando un essere umano ha Dio al suo fianco è pronto a vivere la sua Fede cristiana al massimo della gioia e della felicità. Oh Dio la tua fede in te è la roccia dove noi basiamo la nostra esistenza. Tu ci conduci sulla retta via e alla vita eterna. Noi ti preghiamo intensamente perché la tua possanza morale ed etica possa rafforzare ulteriormente la nostra fede e condurci alla beatitudine. Dio è una madre amorevole che controlla che i propri figli facciano i bravi ad ogni ora del giorno e se c’è l’occasione gli da qualche scappellotto. Nulla di grave. Un semplice richiamo a vivere più autenticamente la propria condizione di cristiano che è diventato parte della comunità cristiana mediante il rito dell’unzione durante il battesimo. Dio ti benediciamo e ti preghiamo affinché tu ci rafforzi la nostra volontà di essere simile in tutto e per tutto a te.
- LA NOTTE E’ IN ME (PARTE 20^)
Tu, iniziato, non ti isolare dal mondo. Non serve a nulla una Fede personalistica ed egoistica. La Fede va diffusa su tutta la terra come nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato più di una volta. E’ il mondo il proscenio nel quale si manifesta la potente amorevole azione dell’Assoluto. Chi ha vissuto l’esperienza del Misticismo deve diventare un modello per gli altri suoi consimili e costruire quelle “comunità di grazia” come ripeteva spesso il Servo di Dio il nostro caro e devoto Don Luigi Giussani. A questo punto possiamo sviluppare una sintesi di quanto fino ad ora vergato su queste pagine al fine di rendere maggiormente comprensibili quanto scritto e ragionato.
* AMBIENTAZIONE ESPERIENZA MISTICA: LA NOTTE
* LE CARATTERISTICHE DELLA NOTTE SVOLGONO IL RUOLO DI PORTA D’ACCESSO ALL’ESPERIENZA MISTICA
* LA “FULGURATIO” SVOLGE IL RUOLO DI INTRODUZIONE DELL’ESPERIENZA MISTICA;
* E’ UN’ILLUMINAZIONE DEL CORPO E DELL’ANIMA;
* L’INIZIATO ENTRA IN CONTATTO VISIVO;
* NON C’E’ DIALOGO, MA UNO SGUARDO INTENSO FRA GLI OCCHI E UNO SCAMBIO DI SENSAZIONI;
*L’ESPERIENZA TERMINA QUANDO SI ACCENDE UNA NUOVA “FULGURATIO”;
*L’INIZIATO E’ UN UOMO NUOVO IN QUANTO L’INCONTRO CON L’ASSOLUTO HA FAVORITO UNA TRASMUTAZIONE;
* PER LUI PIETA’, GRAZIA, MISERICORDIA, COMPASSIONE, CARITA’ E SPERANZA DIVENTANO LE ANCELLE DELL’AZIONE DEL CRISTIANO NELLA SOCIETA’ IN CUI IL CRISTIANO VIVE;
* E’ NELL’IMPEGNO NELLA SOCIETA’ CHE SI DEVE DISTINGUERE IL CRISTIANO. NON TANTO PER FARSI NOTARE, MA PER ESSERE STRUMETNO DELLA FEDE E DELLA CARITA’ NELLA SOCIETA’;
* LA FEDE SI VIVE OGNI GIORNO CON FORZA ED ENERGIA ASSIEME AGLI ALTRI PERCHE’ IL CRISTIANO NON E’ UN EGOISTA;
* LO SCOPO DELL’AZIONE DEL CATTOLICO E’ LA COSTITUZIONE DI UNA SOCIETA “COMUNITA DI GRAZIA” DOVE LO SPIRITO CRISTIANO E’ L’ELEMENTO FONDANTE E DI LEGAMENTO FRA LE VARIE ESPERIENZE DEI CRISTIANI APPARTENENTI ALLA SUDDETTA “COMUNITA’ DI GRAZIA”;
* COSI’ LA RELIGIONE CRISTIANA PUO’ MODIFICARE MEDIANTE UNA RIVOLUZIONE MORALE ED ETICA IL MONDO DI OGGI FIN TROPPO MATERIALISTA E POCO ATTENTO AGLI ULTIMI.
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