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La notizia è come l’olio...

E’ tutta una questione di olio (d’oliva o di ricino?)

di Sergej - venerdì 11 marzo 2016 - 3924 letture

Qualche mese fà, giornali e web sono stati pieni dello “scandalo olio d’oliva italiano”. Ci siamo accorti improvvisamente che:

1) gli Stati Uniti ci avevano rampognato perché truffiamo, a livello internazionale non solo con un “made in Italy” fasullo, nel senso che l’olio che esportiamo non è olio prodotto in Italia ma facendo import/export dall’estero; ma soprattutto che l’olio che esportiamo non è neppure olio d’oliva, cioè è edulcorato alla grande;

2) i dati della nostra produzione ci dicono che: noi produciamo meno di quello che basta per il nostro fabbisogno interno (senza tener conto di annate particolarmente infelici come il 2014), e quindi in ogni caso siamo costretti a importare dall’estero almeno un terzo dell’olio d’oliva che ci serve;

3) e che non contenti di questo, esportiamo quello che produciamo, all’estero, e dunque aumentando ulteriormente le importazioni di olio dall’estero: per il fabbisogno interno e, dato che nessuno controlla, per l’estero.

Tutto questo avveniva un mesetto fà. Un ennesimo scandalo, che seguiva quello che aveva visto le maggiori marche italiane scoperte a vendere ai consumatori italiani olio che olio non era (ma, nel migliore dei casi, roba proveniente dalla Turchia o da altri Paesi e spacciato per olio d’oliva).

Tutti quelli che hanno piante d’olivo nel proprio campo sanno che non è possibile, ripeto: “non è possibile”, produrre olio a meno di 5 euro al litro. E dunque quello che si trova al supermercato o non è olio, oppure è olio il cui prezzo è stato abbattuto da sovvenzioni governative (cioè dai soldi delle nostre tasse).

Nel frattempo, in Puglia i coltivatori d’olio lottano perché non vogliono siano abbattuti i loro alberi, che si pensano siano stati colpiti da una epidemia (e l’unico modo per fermare l’epidemia è abbattere gli alberi). E non si capisce se è vero che sia in atto questa epidemia, oppure no, perché il polverone sollevato non permette più di comprendere quale sia la verità. (vedi tra l’altro: xylella)

Oggi le categorie dei “produttori” d’olio italiani si lamentano che la Tunisia ha ottenuto di poter importare in Europa olio d’oliva (in quantitativo stabilito) senza dazio. C’è stato un coro collettivo contro questo “attentato” all’economia italiana. Come se tutto quello che è accaduto qualche settimana prima non fosse mai accaduto. Dimenticato. Esiste solo l’oggi e questa collettiva lamentela sugli “interessi” (supposti) italici “danneggiati”.

Le notizie scivolano via come olio. Perché non sembra che chi si indigna oggi abbia la capacità di ricordare quello che ha letto appena una settimana prima. Sarà per questo che Renzi può dire in tv che l’Italia non ha mai pensato di inviare 5 mila combattenti in Libia, esattamente il contrario di quello che ha detto una settimana prima il suo ministro della difesa?


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