La maternità e gli infanticidi in una società che cambia
Molti i casi d’infanticidio che caratterizzano il sesso femminile ed in maggioranza interessano bambini dai 0 ai 5 anni
Persone tranquille che vivono in una società libera, caratterizzata da mille opportunità sociali che favoriscono incontri e storie clandestine da dove possono nascere piccoli esseri frutto però di un conflitto interno nella donna scaturito da un processo di protezione cerebrale primitiva che riesce duplicare la propria coscienza dimezzandola in due figure che rappresentano il bene ed il male che si alternano secondo le occasioni in una bipolarità comportamentale attiva nel vissuto.
Sono due persone che vivono la propria vita con atteggiamenti razionali e in taluni casi fanno parte di una società giovanile che si diverte, socializzante ed anche creativa. Ma dietro di loro il Joker mentale, la rabbia, fatta di determinazione in atteggiamenti simili a quelli di un’assassina che uccide senza colpo ferire e con freddezza la propria prole, per poi dimenticare e vivere tranquillamente la propria vita, nessun rimorso anemico e determinato a continuare il percorso come se non fosse successo nulla.
La studentessa di 22 anni sembra avere partorito i suoi due piccoli in casa e poi averli seppelliti in giardino. Tutto fatto in casa e da sola con una conoscenza presa dalla rete su come fare per indurre il parto e poi l’epilogo. Ultimo dei due infanticidi il 07 agosto proprio all’interno della sua casa di Traversetolo che dopo essere stato partorito tagliato il cordone ombelicale venne seppellito in giardino, e solo per una causale segnalazione di un vicino viene dato l’allarme, ma la ragazza era già partita per New York con la famiglia.
Molti i casi d’infanticidio che caratterizzano il sesso femminile ed in maggioranza interessano bambini dai 0 ai 5 anni mentre per gli uomini si innalza l’età fino ai 12 anni con percentuali che vanno dal 57,5% per le donne e al 42,5% per gli uomini. In venti anni sono stati circa 535 i casi di figlicidio .
Occorre in questi casi analizzare la nostra società che nella sua continua evoluzione e vede la maternità come una condizione organizzata e non frutto di un processo naturale. La stessa, infatti, può essere oggi considerata un ostacolo ad un futuro fatto di performance e di traguardi lavorativi. Condizione che pone la mente Joker come risolutrice in una considerazione giusta che si trasferisce in un atto omicida perché questo rappresenta la cosa giusta e liberatoria di un imprevisto sociale demonizzante e collegato alla maternità.
Diventare madre porta dietro angosce e principalmente paure che sfogano in rabbia che diventa predominate e violenta con manifestazioni estreme ma normali per un cervello primitivo privo di azioni normalizzanti in cui intervengono l’amigdala maggiormente interessata alle risposte di rabbia, paura e ansia. Molti i mediatori chimici che intervengono in questi casi quali l’acetilcolina, l’acido gamma - amino butirrico e la serotonina.
Una chimica che interviene sulla condizione materna che vive il senso di solitudine dato dalla depressione post partum in cui la vergogna sovrasta l’aspetto emotivo e amorevole verso il bimbo. Tutto naturalmente avviene in un processo complicato collegato con la maternità vista molte volte come strumento di pressione sociale ed emarginante. In questi casi molto importante l’ambito familiare e quello del Partner che non debbono lasciare sola la partoriente creando un ambiente di sicurezza e accogliente a prescindere da ogni situazione al di fuori di idee comuni di questa società.
Ci possiamo a questo punto chiedere se è proprio la nostra società la causa dei tanti infanticidi che sono avvenuti e quali protezioni vengono date alla Maternità sicura e accogliente. Una società che cambia cerca sempre di valutare la condizione di aiuto verso una donna che molte volte si sente sola ad affrontare un ostacolo insormontabile in una complessa interazione con la paura e la rabbia e l’io assassino.
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