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La manifestazione del 14 novembre a Madrid, Parigi, Berlino, Istanbul...

"Oggi, 14 Novembre 2008, la protesta si è diffusa nell’Europa intera. Nelle città di Madrid...". Un grazie a Anomalous wave, Gruppo studenti italiani a Madrid. Foto di Simone Fratini.

di Redazione - sabato 15 novembre 2008 - 6632 letture

Oggi, 14 Novembre 2008, la protesta si è diffusa nell’Europa intera. Nelle città di Madrid (ore 12, Plaza de la Villa/istituto italiano di cultura), Valencia , Bruxelles (ore 15, Rue Emile Claus/ambasciata italiana), Parigi (ore 9.30, Bd Emelie Augier 5/ambasciata italiana), Istanbul, Copenhagen (ore 12, Amalienborg slot/residenza dell’ambasciatore), Granada, Berlino (ore 13, Pariser platz/ambasciata italiana), Lione (ore 14, rue de Commandant Faurax 5/consolato italiano), Anversa, Siviglia, Londra , Lisbona, Birmingham, Stoccarda, Aarhus (ore 14, dalla stazione centrale al consolato italiano), Palma de Mallorca, Almeria, Barcellona, abbiamo manifestato il nostro dissenso contro la legge 133, articoli 16 e 66, e la legge 137.

La nostra voce e la nostra rabbia vogliono essere cassa di risonanza per la mobilitazione studentesca nel nostro Paese, che ha raggiunto livelli che difficilmente potranno essere ignorati nel futuro prossimo. Siamo studenti di età, classe sociale ed idee politiche differenti, con in comune la voglia di costruire ed acquisire, attraverso una riflessione comune, una precisa coscienza e conoscenza politica degli avvenimenti che stanno facendo dell’Italia un esempio negativo in tutto il mondo. Il 6 agosto 2008 il decreto legge n°112 25 giugno 2008 è stato discusso e convertito nella legge n° 133, parte della bozza per la finanziaria 2009, senza concertazione alcuna con le parti sociali coinvolte..

La protesta ha coinvolto anche studenti non italiani, che avvertono gli ultimi avvenimenti del nostro paese come una tendenza che coinvolge tutta l’Europa.

Negli ultimi decenni, si è assistito a dissestamenti economici che sono stati affrontati tagliando la spesa pubblica per lo stato sociale, privatizzando servizi e risorse comuni. La nostra è una battaglia politica che si muove al di fuori della sfera dei partiti. A-partitica, dunque, ma non a-politica. La nuova situazione economica ci sta coinvolgendo ed è nostra responsabilità difendere il diritto allo studio che non deve essere sacrificato in nome della crisi. La consapevolezza del nostro agire, d’altra parte, si riscontra anche nel legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che ci porta

Analizzando la legge 133 abbiamo incontrato la necessità di riflettere sul malfunzionamento generale dell’attuale sistema universitario, facendo un percorso che coinvolge il Decreto Bassanini del 1997, la Riforma Zecchino del 1999 e la Riforma Moratti del 2004.

Ribadiamo la necessità di intensificare la mobilitazione in ogni angolo d’Europa per un completo ritiro del provvedimento e la costituzione di una protesta strutturata e consapevole, che sia anche luogo di elaborazione e costruzione di un’Università differente da quella presente e passata.

NOI NON VOGLIAMO ESSERE MERCIFICATI!

L’Università che vogliamo è uno spazio realmente pubblico, dove ogni forma di critica e analisi siano ammesse e dove non esistano meccanismi di esclusione sociale.

L’Università italiana per cui lottiamo dovrà promuovere una ricerca libera, estranea a interessi particolaristici, lobbistici e privati, ed essere luogo di socializzazione di un sapere che supera i confini tra accademia e società, tra università e metropoli, per essere ricchezza sociale comune. L’accesso alla ricerca dovrà essere liberato da ogni dinamica nepotistica e clientelare e si dovranno valorizzare l’impegno, la creatività e le capacità critiche più che il conformismo intellettuale e l’obbedienza ai dogmi delle varie discipline.

L’Università del futuro deve trovare in questo movimento i mille laboratori della sua sperimentazione.

MADRID: http://www.facebook.com/group.php?gid=30500724811

BARCELLONA: http://www.facebook.com/group.php?gid=37884966388#/group.php?gid=46805500169

ANVERSA/BELGIO: http://www.facebook.com/group.php?gid=31559084345

BERLINO: http://www.facebook.com/group.php?gid=91687525493

SEVILLA: http://www.facebook.com/group.php?gid=28910239732

LISBONA: http://www.new.facebook.com/group.php?gid=43691288447

PARIGI: http://www.facebook.com/group.php?gid=41904597525

LYON/RHONE-ALPES: http://www.facebook.com/groups.php?ref=sb#/group.php?gid=51703297216

COPENHAGEN: http://www.facebook.com/album.php?aid=44762&id=515709271&ref=nf#/group.php?gid=46548506001

LONDRA: http://apps.facebook.com/causes/140353?m=b0d599db&recruiter_id=9464110

PALMA DI MAIORCA: http://www.facebook.com/group.php?gid=59763592176

VALENCIA: http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=32052708579

BIRMINGHAM: http://www.facebook.com/group.php?gid=33995638010 AARHUS: http://www.facebook.com/group.php?gid=30857154853&ref=mf

ISTANBUL: per info —> caterina.larosa@studio.unibo.it

TENERIFE per info —> scopefromcertaldo@gmail.com

GRANADA

English version:

Today, November 14th, the protest spread throughout Europe. In Madrid, Valencia, Bruxelles, Paris, Istanbul, Copenhagen, Granada, Berlin, Lyon, Anvers, Seville, London, Lisbon, Birmingham, Stuttgart, Aarhus, Palma de Mallorca, Almeria, Barcelona we showed our dissent for the law 133. The echo of our voice and our anger wants to be a resonator for the students’ demonstrations in our Country, that reached levels that would be hardly ignored in the next future. We are students with different ages, social statuses and political views, but sharing the will to build and gain, through a common dialogue, a precise awareness and political knowledge of the events that are making Italy a bad example for the whole World.

August 6th 2008 the decree 112 dated June 25th 2008 has been approved and converted in the law 133, a part of the sketch of the 2009 Budget law, without a proper confront in the Parliament, that should be, following the Constitution, the legal site for discussion. The protest involved also non-Italian students that look to the last events of our Country as a trend common to all Europe. Actually, all over Europe, in the last decades, we have had ups and downs that ended with governments cutting on the welfare state side, on the social policies and public investments, privatizing services and common resources. The new economic crisis starts to hit us hard, and it is our responsibility to protect what we have left and obtain more, and say out loud that WE WON’T PAY FOR YOUR CRISIS! Our political struggle is fought outside the common terrain of institutions and parties. It’s unaligned but not a-political.

The awareness of our actions, besides, stays also in embedding this fight into the wider consideration that brings us to consider the actual malfunctioning of the University system into a path started with Bassanini decree in 1997 that lead to Moratti reform in 2004 through Zecchino reform in 1999. We hold that the need to intensify the mobilization in every corner of Europe for a complete withdrawal of the law and we want to be a space for processing and building a University that differs from the actual and the past ones.

WE DON’T WANT TO BE COMMODIFIED! The University that we want is a really public space, where every form of critique and analysis would be allowed and where there wouldn’t be social exclusion.

The Italian University that we are fighting for shall promote free research, far from private interests, and be a place of socialization of a knowledge that goes beyond the boundaries between academy and society, between university and metropolis, to become a common social wealth. The access to the research shall be freed from any nepotism and clientelism and shall value commitment, creativity and critical skills more than the obedience to the discipline dogmas and intellectual conformism.

The future university shall find in this movement the thousands laboratories of its experimentation.

Español:

Hoy, 14 de Noviembre, la protesta se ha difundido en toda Europa. En la ciudad de Madrid ( a las 12 a.m. en la Plaza de la Villa/Instituto Italiano de Cultura), Valencia, Bruselas (a las 15 p.m., Rue Emile Claus/ Embajada Italiana) París ( a las 9.30 a.m. Bd. Emilie Augier 5/Embajada Italiana), Estambul, Copenaghen, ( a las 12 a.m. Amelienborg slot /Residencia del Embajador), Granada, Berlín ( a las 13 horas, Pariser platz/ Embajada Italiana) Lión ( a las 14 horas / Rue de Commandant Faurax 5 / Cosulado Italiano), Anversa, Sevilla, Londres, Lisboa, Birmingham, Estocarda, Aarhus, ( a las 14 horas, de la Estación Central al Consulado Italiano), Palma de Mallorca, Almería y Barcelona, hemos manifestado nuestro fuerte desacuerdo respecto a la ley en cuestión. Nuestro eco se convierte en un grito para que llegue hasta la mobilitación estudiantil en Italia. Ésta ha alcanzado tal magnitud que no podrá ser ignorada en el futuro.

Somos estudiantes de edades, clases sociales e ideologías políticas diferentes, que compartimos el deseo de construir y adquirir, a través de una reflexión común, una profunda conciencia y conocimiento político de los hechos que están convirtiendo a Italia en un ejemplo negativo para todo el mundo. El 6 de Agosto del 2008 el decreto ley n° 112/25 Junio 2008 se convirtió en la ley n°133, sin pasar por una concertación con partes sociales como prevee la Costitución.

La protesta se ha difundido también entre estudiantes no italianos, que reconocen los últimos acontecimientos de nuestro país como un modelo que arriesga ser aplicado en toda Europa. En Europa, en los últimos años, se han producido una serie de desajustes económicos que han sido afrontados con el recorte de los fondos públicos del estado y la privatización de los servicios. La crisis empieza a afectarnos y se convierte en responsabilidad de todos defender lo que aún tenemos.

Nuestra batalla política va más allá del terreno institucional y de los partidos políticos.

Nuestra lucha está vinculada, por otra parte, a un razonamiento más amplio que nos lleva, en primer lugar, a reflexionar sobre el mal funcionamiento, del sistema universitario actual. Problema que tiene sus raíces en los Decretos “ Bassanini” del 1997 en la Reforma “ Zecchino” del 1999 y en la Reforma “Moratti” del 2004.

Reiteramos la necesidad de ampliar la mobilitación hasta todos los rincones de Europa para obtener una completa derogación de estas normativas y nos proponemos ser una fuente de elaboración, y construcción de un proyecto de Universidad diferente a la actual y a la anterior.

Queremos una Universidad realmente pública donde se fomente la capacidad crítica y no existan mecanismos de discriminación social. La Universidad italiana por la que luchamos deberá promover la investigación libre de intereses privados, y ser un lugar que promueva la socialización de un saber que supera las fronteras entre academia y sociedad y entre universidad y metrópolis. El acceso a la investigación tendrá que desvincularse de todas las dinámicas favoritísticas y clientelares y deberá valorizar el trabajo, la creatividad y las capacidades críticas, mas que la obediencia a los dogmas de cualquier disciplina, y el conformismo intelectual.

La Universidad del futuro deberá encontrar en este movimiento las bases para su esperimentación.


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