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La finanziaria dei “tagli alla ricerca” passa al Senato

Una vicenda clamorosa che conferma e giustifica la paura, la rabbia, l’incertezza e la delusione manifestata in numerose occasioni nei giorni scorsi da parte dei precari dell’università italiana.

di Stiben Mesa Paniagua - mercoledì 25 novembre 2009 - 3104 letture

È stata approvata dall’Aula del Senato la Finanziaria per il 2010: la sorpresa principale è rappresentata dalla scomparsa di 80 milioni di euro previsti per l’assunzione di 4.200 ricercatori.

L’emendamento per recuperare e sbloccare tali fondi, stanziati dalla Finanziaria 2007, presentato dal presidente della commissione Cultura e Scuola del Senato, fu bocciato dalla commissione e accolto dal governo solo come ordine del giorno, ma adesso nella Finanziaria non vi è traccia di alcun sostegno per la ricerca. Una vicenda clamorosa che conferma e giustifica la paura, la rabbia, l’incertezza e la delusione manifestata in numerose occasioni nei giorni scorsi da parte dei precari dell’università italiana.

In un paese come l’Italia, dove fare il ricercatore significa essere precario e il sistema universitario è sorretto da oltre 1/3 di docenti precari, i continui tagli ai fondi destinati alla ricerca non fanno che aumentare il gap nei confronti degli altri Stati europei e non solo, nei quali si investe una media del 3% del Pil nazionale nel settore, contro l’1% italiano “a rischio”. Questo, chiaramente, porterà ad un ulteriore abbassamento generale della competitività del Paese.

Secca, comunque, arriva la smentita, infatti: “i finanziamenti non sono stati certo persi" - si legge in una nota del ministero dell’Istruzione -. "Il ministero entro due settimane emanerà un decreto ministeriale che trasferirà l’intera cifra alle università per consentire l’assunzione dei giovani ricercatori”. Inoltre “è falso che ci sia stato un taglio - precisa il ministro Mariastella Gelmini -.

Forse tutto nasce dal fatto che il presidente della Commissione cultura e scuola del Senato aveva presentato un emendamento per ripristinare un vecchio taglio che era contenuto nella precedente Finanziaria. Invece non c’è nessun taglio aggiuntivo”. Forse è così, ma questi 80 milioni che dovevano servire per il pagamento degli stipendi e per le nuove assunzioni, sebbene siano ormai nel bilancio del Miur, sono attualmente in uno stato di stallo, e a quanto pare scadono il 31 dicembre. Che siano due settimane o meno, una cosa è certa, ad attendere, come sempre in questi casi, sono loro: i lavoratori precari.


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