La festa non si vende, neppure a Ferragosto
Filcams rilancia la campagna che chiede la chiusura dei negozi nei giorni festivi, per dare ai lavoratori la possibilità di riposare e stare con i propri cari
Bevi molta acqua, stai all’ombra e chiudi i negozi. Con l’arrivo di Ferragosto il sindacato dei lavoratori del commercio Filcams Cgil torna alla carica per chiedere di regolamentare le chiusure domenicali e nei festivi rilanciando la campagna “La festa non si vende”. E manda un appello anche ai cittadini-consumatori: non fate la spesa il 15 agosto per far rispettare il diritto dei lavoratori a recuperare una dimensione sociale e familiare del riposo.
“Da quando il governo Monti ha approvato il decreto Salva Italia, che ha liberalizzato le aperture domenicali e festive, la Filcams non ha mai rinunciato a rivendicare la necessità di regolamentare le aperture commerciali, chiedendo dignità per le lavoratrici e i lavoratori del settore” afferma il segretario nazionale Filcams Alessio Di Labio.
Per la festa dell’Assunzione di Maria saranno aperti i punti vendita di moltissime catene di supermercati della grande distribuzione organizzata, da Conad a Esselunga, da Penny a Pam, Carrefour, Eurospin, in tutta la Penisola, alcuni solo al mattino, altri tutta la giornata. Aperture straordinarie che costringono i lavoratori a fare i turni e impediscono loro di godersi il giorno di festività.
Pagano i lavoratori
“La liberalizzazione delle aperture non ha giovato ai consumatori nè alle imprese – fa notare Di Labio – spostando semplicemente le vendite dall’infrasettimanale alla domenica e ai festivi. Pesante è stato invece l’impatto sui lavoratori che hanno subito una profonda revisione dell’organizzazione del lavoro che solo in poche grandi imprese nazionali è stato possibile affrontare attraverso la contrattazione aziendale, nella maggior parte dei casi è stata subita su iniziativa unilaterale delle imprese, gravando particolarmente sui part-time a cui è stato inserito l’obbligo alla prestazione domenicale e ai più ricattabili contratti a termine e in somministrazione”.
In quasi tutta Europa sono previsti limiti alle aperture; basti ricordare che a Parigi in occasione delle Olimpiadi è stata previsto un apposito intervento per consentire alle attività commerciali di aprire la domenica in alcune aree, considerato l’eccezionale arrivo di turisti.
Obblighi senza diritti
Questa mobilitazione è importante sempre, ma in questo periodo dell’anno lo è ancora di più. La libertà di vendere in qualsiasi giorno, anche in quelli deputati alle feste che un intero Paese tradizionalmente onora, si traduce nell’obbligo al lavoro per gli addetti del commercio: il diritto delle aziende di vendere, e della clientela di acquistare, anche nei giorni di festa, oscura il diritto dei lavoratori di conciliare dignitosamente i tempi di vita e lavoro, senza che i secondi divorino i primi.
Sindacati tagliati fuori
“In occasione delle ingiustificate aperture previste per Ferragosto, la Filcams come a ogni festività rivendica la proposta di tornare alle chiusure domenicali e festive con possibilità di deroga solo a livello territoriale, attraverso il confronto con le parti sociali – prosegue l’esponente sindacale –. Con l’attuale legge sono le sole imprese a decidere se aprire o no nei giorni domenicali e festivi, basta che una decida di aprire e tutta la concorrenza è costretta a fare lo stesso per non perdere vendite, un processo che in questi anni ha portato ad aprire tutte le domeniche e quasi tutti i festivi. Sono completamente tagliate fuori le rappresentanze dei lavoratori e le istituzioni locali, che invece un ruolo dovrebbero averlo, perché al commercio è legata una parte importante della vita sociale delle città e delle comunità locali e soprattutto la vita delle lavoratrici e dei lavoratori”.
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