La chiesa rupestre di san Giuseppe il Giusto a Lentini
Siamo stati a visitare la chiesa rupestre di san Giuseppe il Giusto a Lentini, il 22 febbraio 2014, in compagnia dell’ArcheoClub
Salita a san Giuseppe Giusto
Scoprire posti dimenticati del luogo in cui si abita, scoprirne la bellezza e la storia, è uno di quei privilegi che si possono avere solo se la guida è un archeologo come Italo Giardano, e la compagnia è quella del fervido gruppo che si è associato sotto la bandiera dell’ArcheoClub di Lentini ed è guidato dalla portentosa Maria Arisco. Una giornata molto bella, più che primaverile. Salendo su per la strada che costeggia il cimitero di Lentini, sulla sinistra, strada che era un tempo centrale via di comunicazione per Pedagaggi, si arriva senza troppa fatica alla chiesa rupestre di san Giuseppe il Giusto. Un cartello turistico che volle far mettere Guglielmo Tocco indica la giusta direzione (sì, anche Guglielmo ha avuto attenzione per san Giuseppe Giusto; di Gugliemo abbiamo parlato su Girodivite).
Qui abbiamo ammirato il doppio strato di affreschi, che la nostra competente guida Italo Giordano (che è tra quelli che vent’anni or sono hanno fatto nascere Girodivite) ha indicato come post-terremoto e dunque settecenteschi.
E’ sorprendente scoprire quante cose una città come Lentini possiede, quanta storia. Anche, quanta bellezza. Forse, proprio a partire dalla riscoperta della bellezza di Lentini potrebbe iniziare un percorso virtuoso di valorizzazione di sé, che in questo momento sembra latitare in città.
La chiesa di san Giuseppe era parte di un complesso monumentale di proprietà dei francescani, che prima del terremoto possedevano nella zona non solo terre e feudi ma anche varie costruzioni e monasteri. Già dal pianoro della chiesetta è possibile guardare dall’alto tutta la semipiana con il Biviere, fino al mare, l’Etna, uno spicchio della megalopoli Catania. E naturalmente Lentini e (sulla destra) le prime appendici di Carlentini. E dentro, preziosissimi, gli affreschi.
L’ArcheoClub fa visite periodiche a questo complesso monumentale, anche per proteggerlo, ripulirlo - periodicamente i vandali usano buttare monnezza all’interno della chiesa -. Un’azione encomiabile da parte di una associazione di privati cittadini. Non vogliamo aggiungere altro.
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