La Regione Liguria alla conquista della Cina

Vi è un alto numero di cinesi, con grandi disponibilità economiche, pronti a sbarcare sul mercato turistico europeo. Trentun milioni ogni anno destinati a diventare nel 2020 circa 100 milioni...
Vi è un alto numero di cinesi, con grandi disponibilità economiche, pronti a sbarcare sul mercato turistico europeo. Trentun milioni ogni anno destinati a diventare nel 2020 circa 100 milioni. Un mercato che fa gola a tutti. E molte regioni italiane si stanno attrezzando per convogliare questa marea umana. Sono stati infatti 29 milioni i cinesi che hanno viaggiato nel 2005 ma solo 100.000 di questi sono venuti in Italia, un trend in crescita che si tenta di intercettare. La Regione Liguria si sta muovendo proprio in questa direzione: Ha predisposto un video, sia in inglese che in cinese, per mostrare tutte le bellezze della Liguria e le opportunità per un turista cinese di ammirare le particolarità della terra ligure. Da Genova, città d’arte, alle Cinqueterre, dai borghi storici, al Salone Nautico, dal Casinò di Sanremo ai percorsi enogastronomici.
“Il nostro principale obiettivo - ha sottolineato Franco Aprile, presidente di Liguria International - è quello di mettere radici in Cina attraverso una serie di incontri organizzati per tutte le aziende” che in questi sono al seguito della delegazione guidata dal presidente della Regione, Claudio Burlando. La missione terminerà il 13 settembre lasciando il posto a quella istituzionale, organizzata dalla presidenza del Consiglio e composta dai rappresentanti di dieci regioni italiane (tra queste la Liguria). Fondamentale, per il presidente Burlando, è “aprire un ventaglio di rapporti interessanti per le nostre aziende, ad esempio quelle impegnate sul fronte ambientale che avrebbero ampie possibilità di lavoro in Cina”.
E l’ambiente è stato il tema principale trattato nella prima giornata dalle due delegazioni. In particolare, il vicesindaco di Pechino, ha sottolineato la difficoltà per la Cina di affrontare in pochi anni questioni che l’Europa ha affrontato in un secolo e mezzo. A partire dal problema dell’inquinamento che offusca perennemente il cielo cinese, rendendo irrespirabile l’aria. Colpa - hanno detto i rappresentanti del Governo - delle 1000 auto che vengono immatricolate ogni ora per un totale di 350.000 nuove immatricolazioni all’anno, del riscaldamento a carbone e del processo di industrializzazione, oltre che di inadeguati processi per lo smaltimento dei rifiuti.
Da qui la richiesta rivolta alla delegazione ligure di poter avviare rapporti di collaborazione con aziende liguri che lavorano sul fronte ambientale. Sia della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, sia della depurazione delle acque. Argomento importante per lo sviluppo ligure è stato quello relativo alla portualità. I rappresentanti italiani hanno rappresentato la necessità di raddoppiare le potenzialità dei porti liguri e passare così da 3 milioni di contenitori all’anno a sei milioni e competere con i porti del nord Europa; per questo è stato chiesto ai cinesi la disponibilità a servire il mercato europeo a partire dal Sud Europa, invece che dal Nord.
Ma di questo, secondo l’Agenzia di stampa della Giunta regionale ligure, “se ne riparlerà a Shangai hanno detto fonti della delegazione regionale ligure, a cominciare dall’interesse manifestato verso l’acquisto di quote di partecipazione azionarie dei terminal nostrani. Non a caso proprio a Shangai si riuniranno, durante gli incontri previsti, rappresentanti del VTE, di China Shipping, il sindaco di Genova, Giuseppe Pericu e il presidente dell’Autorità Portuale, Giovanni Novi”. La missione della Giunta regionale dopo Pechino sarà a Tianjin, Shanghai e Xi’ An.
“Raramente - ha dichiarato Burlando - una Regione ha svolto un tale compito, è evidente comunque che se il Governo iniziasse a svolgere un’attività di internazionalizzazione potrebbe essere da supporto per le regioni italiane”; e , forse, qualche risultato, in questa direzione, potrebbe ottenerlo la delegazione che dal 13 al 16 settembre sarà a Canton.
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