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L’uomo non deve avere più futuro

Le insolite alleanze fra capitalismo e ambientalismo

di Emanuele G. - lunedì 22 settembre 2014 - 1900 letture

Viviamo un’età davvero strana. Oserei dire persino inquietante.

Vediamo di ragionarci. Il secolo scorso - il c.d. "secolo breve" (1) - fu un periodo storico contraddistinto dalle ideologie. Il che rassicurava gli esseri umani. Nel senso che c’era una visione che dava un senso alla cose del mondo dandone un’interpretazione oltremodo agevolata: Poveri-Ricchi, Occidente-Oriente, Europa Atlantica-Europa dell’Est, Nord Sud, Democrazia Cristiana-PCI, Padrone-Operai e così via discorrendo. Insomma, noi ci capivamo qualcosa e il nostro agire ne riceveva un benefico influsso.

Invece, le cose sono cominciate a complicarsi negli anni ottanta in virtù di tre eventi epocali: i primi segni evidenti della globalizzazione, l’opera di Reagan e della Thatcher e l’abattimento del Muro di Berlino occorso nel 1989. Le carte cominciarono a confondersi. Il castello costruito nel corso del Novecento - anche a costo di inennarabili genocidi - crollò. E l’uomo moderno si trovò all’improvviso solo nel mondo senza punti di riferimento certi. Era l’avvento della c.d. "società liquida" di Bauman.

Possiamo considerare quanto successo un bene per l’umanità? In apparenza liberare l’uomo contemporaneo da gabbie e ideologie avrebbe dovuto transitare il mondo come noi lo conosciamo verso un assetto di affermazione della libertà. Ci saremmo aspettati questo. Le cose non sono, purtroppo, andate nella direzione sperata. In realtà iniziava una poderosa "rivoluzione conservatrice" che aveva come obiettivo affievolire e renderle precarie tutte le conquiste in fatto di diritti e garanzie che l’umanità aveva conquistato dalla Rivoluzione Inglese in poi. L’obiettivo erachiare: annullare più di due secoli e riportare le lancette della storia all’ "ancien regime".

Uno degli strumenti della "rivoluzione conservatrice" in atto è rappresentato dal catastrofismo. Tutti a vaticinare un avvenire orrendo. Quindi dobbiamo rinunciare a qualcosa per ottenere un avvenire migliore e maggiormente fausto.

Ma ci rendiamo conto dell’inconsistenza di tale affermazione?

E’ un’affermazione anti-storica indice di un inquietante (ripeto l’aggettivo utilizzato nell’introduzione all’articolo) fascismo. E’ anti-storica perché la civiltà è nata per assicurare all’umanità migliori condizioni di vita. Il progressivismo è una caratteristica naturale dell’uomo. Disconoscerlo e diminuirlo è un attentato senza precedenti contro il giusto desiderio dell’umanità a vivere meglio. Per raggiungere tale obiettivo anti-storico non si adoperano più le armi o la mera violenza fisica. Le tecniche sono viepiù raffinate: un leggero senso di paura e l’orientamento carsico verso certi obiettivi.

Da qui l’insolita alleanza - ma sarà insolita? - fra il capitalismo e l’ambientalismo. Due fronti schierati dalla stessa parte. Guarda gli scherzi della "società liquida". Il primo vuole una nuova povertà diffusa. Il secondo (che termine... - nda) "la decrescita felice". Come può essere "felice" l’uomo della strada sapendo che sta diventando più povero perché il diventare poveri è il novello trend di questi anni ove la manipolazione la fa da padrona? Posso capire un uso più parsimonioso dei frutti della natura. Tuttavia, qui c’è ben qualcos’altro.

L’ARRESTO DEL PROGRESSO PER RITORNARE A UNA SOCIETA’ ANTIDEMOCRATICA ED ILLIBERALE.

Uomini e donne della "società liquida" aprite gli occhi e andate oltre alla banalizzazione imposta dai "social network". Il diritto al progresso è un diritto inalienabile e chi intende invertire il naturale percorso al progresso prepara il mondo a nuovi fascismi e stalinismi.

Nb:

(1) Il Novecento fu definito il "secolo breve" perché secondo filosofi e storici sarebbe iniziato nel 1914 (anno della Prima Guerra Mondiale) e terminato nel 1989 (abbattimento del Muro di Berlino).


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