L’omelia-epicedio di Giuseppi per Matteo
ops di Matteo per Giuseppi? - “Oggi tutti abbiamo una cosa in comune: un cuore a pezzi..."
Giuseppi si recò nella Chiesa Madre per tenere l’elogio funebre del suo governo e si concentrò sul tentativo di riappacificare la politica. Il suo tema principale fu quello del perdono.
“Oggi tutti abbiamo una cosa in comune: un cuore a pezzi. Tu Matteo Renzi hai ucciso alcune tra le persone migliori che conoscevo. Possa Dio avere pietà di te. Mi hai causato un dolore immenso. Hai fatto del male a un sacco di gente, ma Dio perdona e lo faccio anche io. E’ nelle mie intenzioni non inasprire le divisioni. Parlo nella speranza di dare vita a un nuovo governo. Il Signore agisce in modi misteriosi e io non sono altro che uno strumento nelle sue mani. Tu sei accecato dall’odio e non vedi la grazia che mi circonda.” Fu accolto da una standing ovation.
Matteo tuonò e arringò la folla: “Ah, ah ah! Che spropositi si fa! Data l’aria che tira, dalle vacanze di Natale, era solo questione di tempo. Mi sono trovato di fronte alla necessità di evitare danni maggiori. Ho capito che era il momento di agire. Sto combattendo per convincere i cuori e le menti a credere che tu Giuseppi ci hai tradito. Perché è vero: non rappresenti più i nostri interessi e ti apprestavi a pugnalarci alle spalle. La tua è una oppressione sinistra e paternalista. Quando ho giurato ho preso la decisione ferma e irrevocabile di dedicare la mia vita a difendere lo Stato italiano contro tutti i suoi nemici, in patria e all’estero. Ho anteposto la fedeltà al mio ideale di Stato ai miei stessi interessi. Tu Giuseppi non puoi andare in giro a terrorizzare la gente in questo modo. In verità questo è solo l’inizio. Se non attacchi per primo, i nemici ti distruggeranno, nel vero senso della parola. Ho appreso la lezione tempo fa sulla mia pelle e molto rapidamente. Sono questi i metodi utilizzati da sempre nelle lotte di potere a Roma. La situazione è precipitata per tua volontà e si è arrivati al disastro. Quel giorno hai perso tutto. Che terribile disgrazia.”
Matteo leggeva e muoveva il capo da un lato all’altro. Gli faceva compagnia Teresa che sedeva tranquilla, anche lei assorta nella lettura. Paola si alzò piano, inspirando più volte rapidamente dal naso. “Lo senti, come parla e quello che dice?” domandò. Teresa abbassò il foglio e la guardò confusa.
Matteo proseguì imperterrito: “Il dialogo è necessario, ma bisogna non solo offrire, ma anche soffrire e saper accogliere. Ciascuno ha una sua missione e un suo compito. Dobbiamo camminare insieme, ma per giungere dove? Non si tratta semplicemente di avere idee nuove, ma di diventare persone nuove. Entriamo nel merito, per essere concreti, con comportamenti congruenti. Molti sono gli aspetti fondamentali che vanno presi in considerazione e chiariti. Per comprendere bene le relazioni in gioco bisogna studiare le carte e saperle leggere. I testi vanno analizzati sin dall’inizio, per restringere le ambiguità e il numero delle interpretazioni possibili. Le questioni non sono solo tecniche.” In Sacrestia Matteo e Giuseppi evitarono accuratamente di guardarsi. Matteo che non sapeva come comportarsi, provava soggezione.
Intimorito dallo sguardo di Giuseppi gli rivolse un’occhiata ostile. Giuseppi dal canto suo mantenne per tutto il tempo un contegno glaciale, da cui traspariva tutto il suo rancore e disprezzo. Se non ci fosse stato nessun altro presente lo avrebbe coperto di insulti e forse sarebbe persino arrivato a picchiarlo.
Giuseppi da persona molto riservata, non parlava mai di sé. Della sua vita non si sapeva granché. Mai pettegolezzi sul suo conto.
“Il tuo è stato un affondo del tutto gratuito.”
“Io agisco sulle fantasie della gente che quasi mai osano per conto loro di pensare in grande. Mi lascio entusiasmare da quello che faccio. Una piccola bugia non fa mai male: io la chiamo “piccola esagerazione credibile.” Non sono a basso consumo, intellettualmente indolente. Qualcun altro è così pigro da non formulare nemmeno le frasi nella tua testa prima di pronunciale, mentre si ritiene così brillante da essere in grado di improvvisare un discorso su qualsiasi argomento. Io l’ho detto chiaro e forte: “Siete tutti incapaci di comprendere … “, lanciò indietro la testa e scoppiò in una fragorosa risata.
“Dalle ceneri di questo governo emergerà un nuovo ordine … Quanta incompetenza, quanta ottusità!”
“Lo spero bene, perché ti considero il diretto responsabile e me ne occuperò personalmente.”
La minaccia di Giuseppi, la fronte imperlata di sudore freddo, gli risuonò nelle orecchie e rimase in silenzio, impietrito dalla paura.
Gli avvenimenti si susseguirono uno dopo l’altro e la situazione precipitò.
L’altro Matteo organizzò una processione lunga oltre dodici chilometri e coinvolse più di millecinquecento automobili.
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