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L’odio

È innegabile che il Governo francese abbia commesso dei macroscopici errori nel formulare una seria politica di integrazione.

di Andrea Succi - mercoledì 9 novembre 2005 - 6583 letture

Parigi, anzi, l’intera Ile de France è in stato d’assedio.

Nei primi giorni di guerriglia urbana, il cui scenario era la “banlieue”, la gravità degli scontri veniva calcolata in base al numero di auto bruciate.

Ora che la protesta si sta, geograficamente e politicamente, espandendo e sta toccando anche il cuore di Parigi, Place de la Republique, a prendere fuoco non sono più soltanto status symbols come le automobili ma anche beni sociali e istituzionali quali scuole, asili, biblioteche, palestre, centri commerciali, un’azienda per il riciclaggio della carta.

Anche le caserme hanno subito attacchi violenti.

Il Governo francese paga, ancora oggi, la politica coloniale condotta nel corso della storia e la sconsiderata esclusione dalla società delle migliaia di persone provenienti da ex-colonie quali Algeria, Tunisia, Marocco, Guadalupe, Antille Francesi e forse ne dimentico qualcuna.

Il Governo ha pensato bene di ammassarli in periferia. Dal punto di vista sociologico si sa che la repressione di un sentimento porta inevitabilmente ad una sua crescita irrazionale e ad una sua fuoriuscita ingovernabile.

Un ex-colone si porta dentro un carico di frustrazione, per aver dovuto abbandonare il proprio paese d’origine, di inferiorità, per esser stato “conquistato e saccheggiato”, di inadeguatezza, per essere andato a vivere in una società che lo considera un peso.

È innegabile che il Governo francese abbia commesso dei macroscopici errori nel formulare una seria politica di integrazione.

Io non ho la pretesa di elencarli né di addentrarmi troppo nella questione perché ci sarà sicuramente qualcuno in grado di farlo meglio di me.

Quello che però mi preme è raccontare alcuni episodi a cui ho avuto il piacere di assistere durante il mio soggiorno di un anno a Parigi.

Una sera ero uscito con alcuni amici americani a cui avevo preavvisato che, nel caso ci fossimo imbattuti in una gang di “lascar” (bande formate da ragazzi della banlieue, etichettati come lascar, bad boy, ragazzo cattivo) loro non avrebbero assolutamente dovuto aprire bocca.

Se quelli avessero capito che erano americani, avremmo fatto una brutta fine. Non serve spiegare le ragioni dell’antiamericanismo da parte dei musulmani.

A Parigi non di rado si fanno strani incontri. Quella serata non rappresentò l’eccezione.

Una gang numerosa e rumorosa, che non presagiva nulla di buono, ci bloccò e ci accerchiò.

Gli americani seguirono il mio consiglio ed io ebbi l’onere di rispondere all’interrogatorio che il capo della gang ci fece, anzi mi fece.

Mi chiesero da dove venivo, chi erano le persone che stavano con me e dove eravamo diretti. Anche se non c’era alcuna ragione per farlo cercai di soddisfare la sua curiosità.

Qualcuno di loro, vedendomi impacciato ed intimidito nel rispondere, cominciò a spintonarmi, ma il capo, quando comprese che ero italiano, riportò la calma, con mio grande sollievo.

Dissi che i miei amici erano svizzeri (neutrali per eccellenza), che non capivano una parola di francese, e che stavamo cercando un posto dove mangiare un kebab, panino arabo di moda anche in Italia oramai.

Si erano avvicinati a noi con l’intento di derubarci degli oggetti di valore che avevamo addosso in quel momento, potevano scapparci anche schiaffi, pugni e calci.

Non so perché il capo mi prese in simpatia, ma mi disse che non avremmo subito perdite perché quel giorno era il suo compleanno.

Fortuna, semplice fortuna, anche se non ho mai creduto alla storia dell’happy birthday.

Questi episodi accadono tutti i giorni con sempre maggior frequenza, le bande di lascar, in libera uscita nella città, ricordano ciò che accade nelle più violente città americane e del resto del mondo.

Chi vuole analizzare con maggiore attenzione il fenomeno può fare un salto a Chatelet, quartiere situato a pochi passi dal Centre Georges Pompidou, divenuto il punto d’incontro delle gang.

Esiste anche un luogo, adibito a gigantesco ring, dove vengono regolati i conti tra gruppi rivali. È l’enorme spazio adiacente la Defense, che ha ospitato match coinvolgenti anche 600 persone a volte.

“Les fliques”, la polizia, in alcuni casi, può fare ben poco per arginare questa onda d’urto.

Sfortunatamente è vero, le banlieue sono molto pericolose, ne ho “visitato” una in particolare, Nanterre (credo che il film “L’odio”, con Vincent Cassell, lo abbiano girato lì), e ho riscontrato uno stato di generale degrado, armi e droga sono acquistabili da chiunque, la disoccupazione è a livelli preoccupanti ed è difficile entrarvi se non si è accompagnati e protetti da “uno di loro”.

Con questo cosa voglio dire?

Il Governo francese ha molte colpe e deve quindi correre ai ripari cercando di favorire l’integrazione di quella componente musulmana ancora oggi fortemente esclusa dalla società francese

È anche vero che le stesse autorità musulmane, i leader ideologici e sociali, possono e devono controllare meglio la situazione, saperla gestire, evitare che troppi “cavalli pazzi” vadano in giro a far danni le cui conseguenze ricadono purtroppo su tutta la comunità islamica.

Le tribù indiane avevano un capo riconosciuto e molti giovani di valore, tra cui qualcuno troppo facinoroso e smanioso di arrivare al potere e allo scontro con l’esercito americano, per dimostrare il proprio status di guerriero.

Questo qualcuno tentava di destabilizzare l’ambiente, disobbedendo agli ordini di calma imposti dal capo-tribù, attaccando carovane di uomini bianchi.

La repressione dei militari americani colpiva tutti indistintamente e non soltanto quei pochi “cavalli pazzi”, che non volevano sottostare alle direttive imposte dall’alto.

Un capo aveva l’onore di essere il punto di riferimento e l’onere di guidare il suo popolo verso la conquista della pace, tenendo a freno le teste calde.

Arduo è il compito del leader impegnato ad evitare che la sua gente subisca e compia maltrattamenti.

Pochi capi indiani sono riusciti in questo.


- Ci sono 3 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> L’odio
10 novembre 2005

Non si sa perchè le nuvole fanno piovere, e anche in abbondanza.. Io mi sforzo di capire, ma è una battaglia persa in partenza. Il pensiero unico.. no, no, meglio di no! Dobbiamo avere ognuno un’opinione! perchè si sa che siamo come gli oggetti, ognuno stia al suo posto.. C’è la legge fisica della incompenetrabilità dei corpi (coraggio, basta solo capire cosa vuol dire, non la dovete più ri-usare). Perciò, viva la diversificazione! Ognuno ha idee diverse! E’ un mondo molto bello e variegato, ma non si muove di un millimetro.. Io a scuola ero bravo di mineralogia! e tu! .. di estimo!.. ei io ero brava di italiano.. bene, bene, nessuno però si divertiva con la matematica! me lo ricordo che per risolvere quel problema di geometria agli esami, ci volle la copia giunta dalla finestra.. .................. Lo vedi come siamo fatti? siamo come le rondini! lasciaci volare! che ci importa? non ci interessa appesantirci di fardelli.. spazziamo lo sporco, corriamo all’impiego (e allo stipendio) ma il cervello, non è dedicato alle donaziomi! (non ci rompere i maroni!) Io sono..sono un violento.. perchè se ti avvicini vedrai come la vendo.. Io sono .. (IO.. SONO!..). Ecco spiegato perchè il mondo naviga senza alcun vento.. Noi siamo giusto il tempo di copulare.. non ci è dato di cambiare un gran chè.. Perchè nessuno ormai ci crede di cambiare.. Giusto il tempo di NON CAPIRE.. ..Ma io vi dico che se capite per un poco, voi sarete liberi! No,no,no, Farem solo finta.. il pensiero unico? forse si nasce con quello.. Ma allora come troveremo un accordo? (di pace) Noi vogliamo solo la guerra! noi siamo donne, ma anche molti uomini ci fiancheggiano, non vediamo altro che quella lotta! che ci allontana dal frastuono. Nessun bambino, chiameremo! siam stanchi di portarli.. Un giorno forse capiremo.. Quando saremo boro-talco, lontano da ogni affanno, ti sussurreremo nell’orecchie i nostri propositi falliti.. Ma cosa serve ormai? Non v’è nessun giudizio! s’è visto ormai! Ma di che parlate? Non mentire! lo sai dell’errore! Ma come si può scendere volontariamente dove voi siete? Perchè non vieni a salvarci? vieni! vieni! Ora vi ho capito! voi siete solo una voraggine di desideri! Vieni,vieni ormai non ci salveremo! Oh sirene maledette, che urlate nelle mie orecchie, io so aspettare!
L’odio
23 giugno 2006, di : Guglielmo Paradiso

Le banlieue amico Succi saranno sicuramente pericolose ma credimi non bisogna andare a parigi per visitarle anche da noi in Italia (io ad esempio ti scrivo da catania) ci sono quartieri popolari dove ovviamente chi non è del posto e non è cresciuto li è visto come uno straniero e puo trovarsi in situazioni a rischio ma non è il caso di valutarle in maniera cosi fosca. In questi quartieri non vivono dei mostri ma pur sempre esseri umani;i cattivi incontri puoi farli dappertutto magari li sale solo la probabilita. Invece commetti un grosso errore nel tuo articolo valutando le banlieue come un quartiere degradato e abitato da immigrati provenienti dalle ex colonie francesi quelli semmai erano i nonni di questi il reale problema e che nelle banlieue vivono francesi che si sentono rispetto al resto dei loro connazionali di serie b.
L’odio
19 febbraio 2007

Ma si, una bella spruzzata di fosforo bianco e via il problema