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L’invasione pacifica del corteo No Ponte

Un’invasione gioiosa e pacifica a Torre Faro (Me) si è potuta ammirare sabato 28 davanti alle minacciose trivelle.

di Piero Buscemi - mercoledì 1 settembre 2010 - 2049 letture

Un’altra occasione per manifestare contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto, la si è avuta sabato scorso, quando un corteo colorato e numeroso ha risposto al richiamo della Rete No Ponte ed ha invaso le vie di Torre Faro, sostenuti dagli abitanti del luogo che hanno voluto stringersi ai partecipanti, esponendo le bandiere che inneggiano ormai da tempo, contro questo inutile progetto.

Circa quattomila partecipanti hanno voluto dimostrare, ancora una volta, che l’idea di un mostro della speculazione politica, invadente e dispendioso in termini di risorse pubbliche, non è condivisa da tutti, e in modo particolare, dagli abitanti della zona di Capo Peloro che rischiano di vedersi spazzare via secoli di storia e tradizioni, in cambio di un futuro di ferro e cemento che porterà vantaggi solo alle cordate private e alle cosche mafiose che hanno annusato l’affare del secolo.

Il Governo, tra una stretta di mano a Gheddafi, che qualche decennio fa si allenava a lanciare gli Scud contro Lampedusa, una finta lite politica con Fini e un’ennesima legge autotutelativa, non ha accantonato l’idea della costruzione del ponte, continuando a monitorare la zona e avviando delle trivelle per il lavoro preparatorio al progetto, senza alcuna considerazione del parere della popolazione che in questi luoghi ci vive da secoli.

L’unico chiaro e inequivocabile obbiettivo del governo, è quello di riempire le casse dei contractor privati con soldi sottratti al bene pubblico ed destinabili per opere di maggiore utilità.

Nel condurre questa sua politica mediatica, il governo sembra non avere troppa fretta: burocrazia, finanziamenti, priorità e rinvii vari hanno consentito di aprire una falla economica, difficilmente quantificabile, ma sicuramente modificabile ogni qual volta si riterrà opportuno soddisfare le esose richieste di denaro dei grossi gruppi che dovrebbero gestire la costruzione.

Le ultime notizie sulla gestione dei mezzi di comunicazione di terra, tra ferrovie degne ancora oggi dell’unificazione che andremo a festeggiare il prossimo anno, tra strade ed autostrade inaugurate non più di due anni fa ma già in necessità di manutenzione per la messa in sicurezza e tra territori che ci apprestiamo a sondare per l’imminente autunno piovoso in arrivo il prossimo mese la dicono lunga sulla destinazione, che i fondi stanziati per il ponte, avrebbe trovato in un più giustificato impiego.

Sarà proprio il prossimo 2 ottobre che i partecipanti al corteo del 28 agosto si ritroveranno in strada a manifestare, in occasione della ricorrenza dell’alluvione che ha colpito un anno fa la zona sud di Messina fino a Scaletta Zanclea, lasciadoci 39 morti da ricordare e una lista interminabile di "non colpevoli".

Si proverà a dare un altro segnale agli incauti amministratori, locali e nazionali, per risvegliare la loro attenzione verso un territorio che necessita di provvedimenti seri e competenti che garantiscano l’incolumità dei cittadini schiacciati tra mare e monti, e a distoglierli da un altro castello di sabbia, del quale se ne può fare ancora a meno.


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