L’amica brindante e i suoi nemici

Cosa la rende popolare nella sua attualità in un’Europa che si presenta come un continente sempre più spaccato e frammentato, attraversato da vecchie ostilità che ritornano? Quali qualità esprime...
“Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora
E la fuggevol, fuggevol ora s’inebriì a voluttà
Libiam ne’ dolci fremiti che suscita l’amore
Poichè quell’occhio al core onnipotente va
Libiamo, amore, amore fra i calici più caldi baci avrà …”
(La Traviata, Giuseppe Verdi, scena II,
Libretto di Francesco Maria Piave)
La politica indubbiamente riesce a tirare fuori il peggio e il meglio delle persone. Se la parola nemico rimane pur sempre carica di ostilità, nell’incrociarsi con la guerra e i conflitti, in politica dovrebbero esistere più che i nemici gli avversari con cui confrontarsi e contrapporsi, nel pieno rispetto delle regole del contendere, per migliorare la società, generare progresso e benessere socio-economico.
Cosa accade quando il culto sotto varie forme prende il posto dell’agire politico? Si afferma uno sterile rituale che slegato dalla realtà serve solo a generare illusioni, in termini di carisma e leadership: tutto il peggio di quello che oggi va sotto il nome di populismo. Col rischio di derive di vario genere che si richiamano al pensiero unico del comando in solitaria che progressivamente passa dall’autorevole all’autoritario.
Come rileggere in prospettiva e alla luce dell’agire politico quanto viene espresso dalla premier, caratterizzato da una particolare terminologia retorica, dove risoluta sposta con decisione l’attenzione al suo sentirsi diffamata, offesa e insultata? Perché tutto questo livore, in un ventaglio di affermazioni ingannevoli o in malafede? Si appella a tutte le sue energie e riesce così a esprimere una politica malsana, ma capace di creare un pathos dove, civettuola e gioiosa, si riconosce.
Nel rispecchiare tutta la sua autorità, con aria di superiorità e gli occhi pieni di storie, fa di tutto, per far piacere la sua personalità vissuta e presentarsi da donna diligente, senza vergogna alcuna. Nel desiderio di esprimersi, determinata a perseguire la propria strada, si comporta come se fosse invincibile. Eccitata si rivolge al pubblico con tutta la propria corporalità, immediata e sensuale, con degli scatti impressionanti, convinta di poter migliorare così l’esperienza del sentirsi e ritrovarsi spettatori partecipi.
Basti pensare al grido lanciato a Piazza San Giovanni il 19 ottobre 2019 nel comizio a conclusione della manifestazione Orgoglio italiano! “Sono Giorgia, sono una donna, sono una madre, sono cristiana”. Apparentemente competente e di fatto inconsapevole della propria stessa ignoranza, si presenta di volta in volta arrogante o indifferente di fronte ai fatti; a maggior ragione quando la si contesta. Con lo sguardo mobile, pronta a catturare, manifesta tutta la propria ostilità, in una combinazione vitale di energia, senza paura di sbagliare, anche quando le sfuggono molte cose. I valori a cui si ispira, arriva a esprimerli, in una forma così riprovevole da trasformarli in disvalori veri e propri. Detesta gli avversari fino al punto che ispirata da rabbia o irritazione li arriva a considerare in tutto e per tutto suoi nemici.
Qualificatasi come “underdog”, riscattatasi grazie alla politica, ostenta il suo venire dal popolo quale certificato di garanzia e di successo memorabile della sua vita intera. Accredita, senza temere contraddizione alcuna, tutto ciò che la può rendere popolare o meglio ancora populista. Convinta di essere la migliore, ad ascoltarla in tutta la sua foga, fiera del suo ruolo di patriota, nello sfoderare la legge che deve stare sempre dalla parte sua, emerge il desiderio di una presa di distanza e di non volerci avere a che fare. La sfiora mai il dubbio che gli esseri umani e gli accadimenti del mondo possono anche essere diversi da come lei se li è immaginati?
Impossibile prevedere analiticamente quello che succederà e come andranno le cose, ma sarebbe meglio lasciarla perdere, senza prenderla nemmeno in considerazione, abbandonandola al suo destino. Il problema consiste nel ritrovarla alla guida del governo italiano, chiamata a prendere decisioni rilevanti in merito alle questioni pubbliche e di politica estera, in un mondo complesso e spesso indecifrabile.
Cosa la rende popolare nella sua attualità in un’Europa che si presenta come un continente sempre più spaccato e frammentato, attraversato da vecchie ostilità che ritornano? Quali qualità esprime nell’aspirare dannosamente a voler controllare e seguire il flusso mutevole degli eventi? Nei fatti aspira a trasformare la sua azione politica in “esperienza totale” che riduce e impoverisce il pensiero critico ed emargina la partecipazione attiva.
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