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"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno

In questi giorni c’è stato un grande dibattito a Salerno, sul perchè si sono ridotti a 50 i posti per il percorso di laurea in medicina, senza comprendere ancora che, forse, le Facoltà di Medicina in Campania si sono moltiplicate quasi per miracolo...

di Enzo Maddaloni - venerdì 18 agosto 2006 - 10803 letture

In questi giorni c’è stato un grande dibattito a Salerno, sul perchè si sono ridotti a 50 i posti per il percorso di laurea in medicina, senza comprendere ancora che, forse, le Facoltà di Medicina in Campania si sono moltiplicate quasi per miracolo.

Anche Avellino apre i suoi corsi, dopo Caserta, ed in verità spero che a breve anche Benevento possa realizzare i corsi di laurea in medicina. Siamo la nazione con il rapporto più alto al mondo di medici per abitanti 1 medico ogni 150 abitante circa.

In verità la domanda che mi pongo invece è relativa al fatto se non sarebbe il caso di promuovere una "altra" Facoltà di Medicina a Salerno proprio nel senso di "alternativa" del termine, perchè sperimentale, altrimenti rischiamo di non fare "altro" che riprodurre copie delle "altre", come al solito nostro.

Una “Altra Facoltà di Medicina" deve essere sperimentale innazitutto e per essere tale dovrebbe, a differenza delle altre, partire e prendere a riferimento il territorio dove agisce e confrontarsi con il "nuovo".

Il territorio come sostengno anche di un processo formativo alternativo per esplorare attraverso la ricerca e lo sviluppo di nuove metodiche anche la riproposizione di nuovi crediti formativi in medicina "altra" e per sviluppare un nuovo sviluppo eco-compatibile ed eco sostenibile del territtorio.

La “Facoltà di Medicina del Territorio” che immagino dovrebbe diventare essa stessa “Osservatorio Epidemiologico” sperimentale e quindi promotrice di un progetto complessivo di un nuovo sviluppo.

La “Facoltà della Medicina del Territorio” dovrebbe svilupparsi come “laboratorio di ricerca integrato” tra le diverse discipline: genetica; biologia; epidemiologia; farmaceutica (la Bayer ha dichiarato - ultimamente e candidamente - che i vecchi farmaci erano efficaci solo al 35% oggi bisogna utilizzare i nuovi farmaci quelli genetici, anche perchè costano di più); chimica; psicologia; o come nel caso della PsicoNeuroEndocrinoImmuninologia (PNEI) con l’esigenza anche di continuare a ricercare ed applicare gli studi già svolti sui meccanismi di rafforzamento del sistema immunitario attraverso le modalità di relazione che, coinvolgendo positivamente l’emotivo della persona, attraverso complessi meccanismi neuro endocrini, migliorano l’equilibrio immunitario da una lato e le abilità psico relazionali dall’altro. Aspetti che sono assolutamento ignorati negli attuali percorsi formativi della facoltà di medicina (F.Bottaccioli "Psiconeuroimmunologia" Ed. L’altra medicina studio 1995; N.Cousins "Anatomia di una malattia" Ed Armando, La Nuova Medicina del Dr. Hamer, S.Locke e D. Colligan "Il guaritore Interno" Giunti 1990, "La medicina sottosopra" G.Mambretti e J.Seraphine Amrita ed. Feltrinelli, Introduzione alla Nuova Medicina Rycke Geerd Hamer Ed. La Nuova Medicina; S.Fioravanti e L. Spina "La Terapia del Ridere" ed Red; ecc).

Forse il nuovo medico deve comprendere meglio che mente e corpo sono legati e che per curare il corpo si deve curare la persone nel suo complesso e non solo la malattia. Per questo l’ambiente ed i contesti di vita, l’anamnesi, i conflitti biologici territoriali; devono avere ingresso nella nuova facoltà di medicina "altra".

Lo stesso coinvolgimento delle altre facoltà: geologia; agronomia; meteorologia; ingegneria genetica e bio-elettro-meccanica, devono fare ingresso negli studi di medicina applicata.

Recenti studi sugli effetti dei campi elettromagnetici ad esempio il caso dei cellulari, sulle cellule animali, ci hanno confermato che le "cuociono". Fate un piccolo esperimento mettete un uovo tra due cellulari funzionanti e comunicanti tra di loro dopo 40/60 minuti l’uovo dovrebbe essere sodo e potete mangiarlo ( per questo consiglio l’uso costante dell’auricolare con filo).

“La Facoltà di Medicina del Territorio” anche per avviare un’esperienza direttamente sul campo, dei giovani laurendi e medici tirocinanti anche impegnandoli a domicilio dei pazienti per evitare ricoveri impropri e quindi migliorare le cure domiciliare integrate; delle emergenze territoriali 118, attraverso una formazione specifica in "emergenza/urgenza" cosa ancora non prevista; nel territorio delle tossicodipendenze (droghe ed alcool) sempre più in aumento nelle nostre citta e paesi, un medico che sappia affrontare non solo l’approccio specialistico ma anche sociale.

Attualmente il consumo di alcool vede anche abbassare l’età media delle persone che ne fanno uso. Molti ragazzi già a 14 anni fanno uso di alcolici e di Unità Alcologiche ce ne sono poche sui territori.

Per non parlare della stessa cultura emarginante, sia per la ubicazione delle sedi SERT; che per la mancata organizzazione delle strutture decentrate sul territorio, come nel caso del SERT dell’ASL 2 SA che resta emblematico....”l’isola che non c’è...” servizio ancora emarginato nel ghetto di Torre Angellara dove si affollano oltre 1600 utenti, crea una condizione di assoluta assenza di intervento medico e riabilitativo o peggio di prevenzione.

Un vecchio slogan ambientalista diceva: “pensare globale agire locale”. Ecco, credo, che questo motto debba essere utilizzato ed applicato in tutti i campi intervenendo adesso in maniera concertata e complessiva e la stessa "facolta di medicina territoriale" può e dovrebbe diventare motore di questo sviluppo e ricerca per combattere e riuscire a ridurre anche l’inquinamento ambientale.

I picchi epidemiologici per le malattie tumorali in aumento nelle aree specifiche ad alta densità di produzione agricola (Agro Nocerino Sarnese - Piana del Sele, un pò meno nel Vallo di Diano e vallo della Lucania) ci mettono in evidenza i rischi che corriamo se non interveniamo subito.

“Medicina del Territorio” per sviluppare un’intreccio di esperienze sulle future malattie virali anche attraverso la prevenzione nel campo della zootecnica da dove arrivano i nuovi virus con un’attenzione maggiore alla prevenzione che sempre meno riceve risorse economiche oggi più a beneficio delle cure dove meglio le industrie hanno sviluppato i loro "prodotti di consumo", la prevenzione non costa niente o meglio costa troppo poco per farla bene!

Ecco una Nuova "altra" Facoltà di Medicina del Territorio che sia più vicina alla gente, che non diventi anch’essa solo centro di potere, ma centro di vera cultura, aperta a tutte le esperienze ed agli sviluppi nel campo della medicina. Oggi molti cittadini, anche in Italia, credono sempre meno nella "medicina ufficiale" e sempre più persone si rivolgono alla medicina alternativa, una facoltà di medicina ha l’obbligo anche di comprendere meglio i motivi di queste scelte e costruire punti di riferimento certi non condizionati dagli intrecci di interessi economici con le industrie del farmaco ed altri prodotti sanitari.

Sarebbe grave se alla medicina del territorio optassimo per una facoltà alò servizio dell’industria verremo meno ai principi etici e deontologici ed allo stesso giuramento di Ippocrite, anche se oggi, molti medici hanno dimenticato tutto questo e quindi resta forte anche l’esigenza di "sprofessionalizzare" la professione medica.

Se riuscissimo a "vedere oltre" e riuscissimo a comprendere che la frontiera per il "nuovo" è molto più vicina di quella che appare, saremmo in grado anche di onorare meglio la memoria della Scuola Medica Salernitana la quale seppe nascere proprio dall’incrocio di diverse culture e saperi facendo illustre la sua storia.

Credo che l’Altra Facolta di Medicina di Salerno dovrebbe orientare la sua scuola ripartendo proprio dall’esempio "altro" che seppe darci una delle prime Università Mediche del Mondo quando coniugò i diversi saperi e le diverse culture mediche.

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"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
19 agosto 2006, di : giovanni alvino |||||| Sito Web: medicina olistica

Progetto:Gruppo di studio ricerca di “PELVIPERINEOLOGIA OLISTICA” Perché “pelviperineologia”? Il pelviperineo è il punto d’equilibrio dell’essere umano, area “tampone” delle catene muscolo - fasciali ascendenti e discendenti, custode del patrimonio genetico e delle relazioni interumane. L’equilibrio biocibernetico pelviperineale determina la funzionalità e la postura ottimale degli organi pelvici, col minimo dispendio energetico, nell’integrazione variabile ambientale. Ogni deficit di uno qualunque dei punti del sistema (psiconeuroimmunoendocrino e posturale), introduce un’informazione “non coerente” allo schema corporeo fisiologico, con conseguente dissipazione energetica, trazioni irregolari, deformità, alterazione della Costante Posturale Pelvica e, quindi, la patologia. Chi è interessato all’associazione? I medici di ogni specialità, perché non esistono patologie confinate ad un “pezzo” dell’organismo: ogni cellula fa parte del tutto ed il tutto è in ogni cellula. Inoltre figure professionali, quali psicologi, filosofi, biofisici, osteopati, kinesiologi, etc. e ognuno che s’interessa di salute psicofisica, ambiente e della studio della “natura umana”. In particolare ginecologi, urologi, colonproctologi e le ostetriche, poiché custodi del pelviperineo durante le fasi fisiologiche della donna, specialmente durante la gravidanza ed il parto. La Medicina Olistica La Medicina Olistica è una nuova ed “antica” cultura scientifica della medicina contemporanea, con l’obiettivo di voler diventare sintesi della medicina convenzionale allopatica ufficiale accademica (occidentale) e di quella non convenzionale, “alternativa”, tradizionale orientale. Olismo inteso come universo cognitivo: capire il sistema cibernetico uomo - ambiente, dal punto di vista globale (macrocosmo) e, contemporaneamente, dal particolare - locale (microcosmo). Necessario andare oltre la visione meccanicistica - riduzionistica di Galilei, Cartesio e Newton (una causa , una malattia), per proporre la nuova cultura della Medicina della Complessità. La malattia è spesso la “punta di un iceberg”: bisogna capire che cosa c’è oltre il “sintomo” visibile, con l’obiettivo di curare non semplicemente un organo malato, ma una “persona in difficoltà”, fatta di corpo, mente ed anima, inserita in una determinata situazione ambientale - sociale, con la sua peculiare ed inimitabile personalità (= equilibrio PSICONEUROIMMUNOENDOCRINO -SPIRITUALE e POSTURALE GLOBALE). “Quei processi che noi chiamiamo “malattie”, non sono altro che utili funzioni biologiche, tendenti alla difesa contro i veleni, finalizzate, cioè, alla disintossicazione naturale”. (H.H. Reckeweg) La vera emergenza sanitaria non è il cancro o l’AIDS, ma gli effetti collaterali dannosi dell’abuso dei farmaci chimici (e sostanze tossiche ambientali, soprattutto quelle introdotte attraverso la catena alimentare), sempre più usati in maniera indiscriminata ed eccessiva: si pensi all’uso sconsiderato degli anti-biotici, anti-piretici, anti-dolorifici, anti-infiammatori, anti-concezionali, anti-istaminici, anti-influenzali, anti-depressivi (prescritti persino ai bambini), anti- etc. ! La vera vittima di questi abusi è (tra l’altro) il “microbios”: il microambiente umano interno delle mucose, il sistema MALT (tessuto linfatico associato alle mucose) ed il macroambiente (inquinamento ambientale). Le nostre difese immunitarie diventano sempre più deboli ed incapaci di un’appropriata difesa. L’ambiente (terreno) inquinato diventa fonte di trasformazioni genetiche e virulentazione di germi saprofiti in ceppi aggressivi e distruttivi (SARS, aviaria, etc.). Invece di preoccuparci solo e sempre di nuovi vaccini (sotto la regia di alcune industrie), eliminiamo i terreni di cultura patologici (allevamenti intensivi di animali !!) La cultura “vorace” consumistica crea e trasforma tutto ciò che può in desideri artificiali, commercializzati, acquistabili: il farmaco stesso è trasformato fa atto terapeutico a “bene di consumo” (fai da te). Karl Popper (1902 - 1994) ha denunciato il pericolo, dell’asservimento culturale della classe medica (e dei ricercatori) al potere economico - politico, dell’adesione acritica all’applicazione di “protocolli terapeutici prestabiliti”. Aprirsi verso una nuova filosofia, indirizzata non alla semplice lotta - “rimozione” del sintomo - malattia, ma verso la comprensione dell’essere umano malato, inteso nella sua unità mente-corpo-anima-ambiente. (concetto PNEI - S) e curato con terapie le più naturali possibili, rispettando l’unità strutturale “uomo - ambiente”, cellula dell’Universo. Necessaria una maggiore formazione autonoma e globale del medico: l’Università di Medicina aperta a tutte le culture scientifiche e proiettata verso il nuovo, “luogo dello spirito” autonomo rispetto ai condizionamenti partitici”. “L’avvenire della Medicina è legata al concetto di uomo, la sua grandezza dipende dalla ricchezza di questo concetto” (Alexis Carrel) La Medicina non può essere che una sola: esistono solo medicine “buone e cattive”. Quella buona è per il bene delle persone.

“Abbiamo accumulato tante ferite e se non ne siamo consapevoli, tutte le nostre azioni diventeranno reazioni a queste ferite. Nella conoscenza di sé c’è la fine di questo dolore, e quindi l’inizio della saggezza.” Jiddu Krishamurti (filosofo indiano)

Per entrare a far parte della Mailing list del gruppo di studio della “pelviperineologia olistica” invia la tua e mail al seguente indirizzo: info@giovannialvino.it www.pelviperineologiaolistica.it

    "L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
    19 agosto 2006, di : giovanni alvino |||||| Sito Web: Università di Medicina Olistica

    Università di Medicina: quale futuro?

    Il sistema culturale scientifico attuale accademico appare inadeguato e troppo condizionato dalle lobbies farmaceutiche, politiche ed economiche. E’ necessario una maggiore formazione autonoma e responsabile del medico: l’Università di Medicina “non dovrebbe essere una struttura chiusa in se stessa, legata a concezioni di vertice e di potere, bensì un “luogo dello spirito” autonomo rispetto a condizionamenti accademici e di potere, in cui i modi di pensare e di agire fossero orientati veramente alla formazione intellettuale e morale di persone capaci di agire per il bene sociale in piena libertà”. (M. Coltorti, Professore Emerito Università di Napoli). Si assiste, invece, ad una tecnicizzazione sempre più aggressiva ed esasperata, non rispettosa del rapporto costi/benefici. Ci sarebbe bisogno di un “bagno d’umiltà”, sapendo che la verità non esiste da nessuna parte, in assoluto (polemica sterile tra sostenitori fanatici acritici di questa o quella medicina). Gli scontri e le radicalizzazioni (da qualunque parte vengano) sono un danno per la scienza, ma soprattutto per chi soffre e ha bisogno della “cura migliore possibile” al di là d’interessi e demagogie di parte. La Medicina Ufficiale Accademica appare fortemente limitata ed incompleta per l’ostilità cronica verso l’altro universo della scienza medica: quella della millenaria “Medicina Orientale” (cinese, giapponese, indiana, etc.) d’ispirazione Olistica.

    La Medicina non può essere che una sola: esistono solo medicine “buone e cattive”. Quella buona è per il bene delle persone, la “salute globale”, il rispetto dei principi/valori etici fondamentali nei rapporti interumani, l’uso corretto degli strumenti, mezzi e risorse disponibili, la capacità di comunicare e di comprendere i reali bisogni e le necessità dei singoli, nella consapevolezza dei limiti tanto della medicina che degli operatori sanitari, in quanto storicamente condizionati (M. Coltorti). Per superare il gap si potrebbero organizzare dei corsi post laurea di Master universitari (organizzati da ASL, Università ed esperti).

    “Se tu mi tocchi con dolcezza e tenerezza, se tu mi guardi e mi sorridi, se, qualche volta, prima di parlare, mi ascolti, io crescerò, crescerò veramente!” Bradley, bambino di 9 anni

    La medicina olistica rappresenta un fenomeno in progressiva ascesa, in tutto il mondo. Un’indagine ISTAT nel 2001 evidenziava che in Italia le persone che ricorrevano all’uso di medicine e terapie naturali erano circa sei milioni, il doppio circa rispetto al 1994. Attualmente tale numero si avvicina a dieci milioni. Ogni medico ha il dovere etico e deontologico di conoscere tutta la medicina. In alcune situazioni i farmaci omeopatici -omotossicologici sono di superiore efficacia rispetto ai quelli convenzionali. I vantaggi possono così sintetizzarsi:
      Costo inferiore
      Assenza d’effetti dannosi collaterali
      La loro innocuità riduce la necessità d’apparati faraonici di controllo e sorveglianza
      La produzione semplice evita impatto ambientale dell’industria farmaceutica classica
      Non sono brevettabili, quindi non avviene la corsa costosissima al “ chi arriva prima” delle aziende. D’altra parte, purtroppo, la non “brevettabilità” rappresenta il principale motivo del mancato interesse delle grandi multinazionali ad investire nella ricerca e produzione dei farmaci naturali. Queste considerazioni devono spingere le forze politiche e sociali alle seguenti innovazioni: 1) Mettere i medici ed i pazienti nelle condizioni di una vera libertà di scelta terapeutica, in un pluralismo scientifico reale, eliminando dogmatismi e preconcetti ottocenteschi. Prevedere la rimborsabilità da parte del SSN e dalle forme di mutualità private, inserendo i farmaci omeopatici nel prontuario terapeutico nazionale. Ciò determinerebbe la riduzione della spesa sanitaria pro capite (spesa farmaceutica e ricoveri ospedalieri). 2) Stanziamento di adeguate risorse da parte del Consiglio Nazionale delle Ricerche in favore della medicina olistica. 3) L’insegnamento della Medicina Olistica (omeopatia, omotossicologia, fitoterapia, osteopatia, kinesiologia) nelle Facoltà di Medicina e Chirurgia, evitando il fenomeno dell’abusivismo professionale.

    Se vogliamo veramente “curare qualcuno”, mettiamo in discussione le nostre certezze, liberiamoci della nostra “armatura caratteriale nevrotica”, poi, forse, potremo “curare qualcuno”, non semplicemente “tagliare” qualche sintomo.

    dr Giovanni Alvino ricercatore medicina olistica

    L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
    22 agosto 2006, di : enzo maddaloni

    Da molti anni ho cercato di “curare” un progetto (attraverso varie fasi utilizzando anche strumenti sociali diversi) e che posso semplicemente indicare come “AZIONI DI BUONA SALUTE".

    Azione che fondamentalmente si ispira ai contenuti della Carta di Ottawa ed al documento finale della Conferenza di JAKARTA del 1997 che qui di seguito riporto in sintesi oltre ai principi della Legge 328/2000 sui processi di umanizzazione delle strutture sanitarie pubbliche.

    La promozione della salute fa la differenza. Le cinque strategie descritte nella Carta di Ottawa sono essenziali per il successo: •costruire una politica pubblica per la salute; •creare ambienti favorevoli; •dare forza all’azione della comunità; •sviluppare le abilità personali; •riorientare i servizi sanitari.

    Queste “azioni di buona salute” hanno avuto come obbiettivo quello di sviluppare anche vertenze più specificamente sindacali, tese alla difesa dei diritti dei lavoratori, non disgiunta mai però da un’azione mirata alla tutela dei diritti di cittadinanza ed a tutela delle strutture sanitarie pubbliche, già nel 1989, ricordo con grande affetto Rosetta Desiderio (prematuramente scomparsa), con la quale, insieme a tanti altri colleghi e cittadini, costituimmo la sede del Tribunale dei Diritti del Malato negli ex OO.RR. di Salerno, promulgando la prima carta dei diritti del Malato.

    Ho cercato sempre nella sostanza di far riconquistare un ruolo di partecipazione, fiducia e speranza forte ai Lavoratori ed ai Cittadini nella ricostruzione di una politica pubblica della salute!

    Ma è tutto cosi malamente fallito questo tentativo o c’è ancora tempo per costruire “alleanze”, considerato che la strategia è segnata o meglio è un necessità cogliere questi obiettivi?

    Ancora oggi, continuo a credere che c’è bisogno di far ridiventare protagonisti principali nella definizione degli aspetti di programmazione e gestione del Servizio Sanitario Pubblico i Lavoratori ed i Cittadini promuovendo insieme a loro (appunto) “Azioni di Buona Salute".

    Proprio in questo contesto si è inserita nel 2003 la promozione dell’iniziativa di introdurre il sorriso nelle corsie degli ospedali attraverso la figura del Clown Dottore o di Corsia utilizzando la comico terapia "medicina altra" ed anche come progetto e strumento di umanizzazione delle strutture sanitarie pubbliche, con la costituzione in Campania della sede dell’Associazione RIDERE PER VIVERE.

    Come pure la stessa adesione al Forum “icantieridellasalute.it” rientra in questi obiettivi e strategia. Nella sostanza le “Azioni di buona Salute” ispirandosi ai cinque punti della conferenza di Jakarta del 1997, sono esse stesse azioni strategiche.

    Credo, ed è dimostrabile, che gli approcci globali allo sviluppo della salute sono i più efficaci perché gli approcci basati sulla combinazione delle cinque strategie sono più efficaci di quelli che ne utilizzano solo una; gli ambienti organizzativi offrono concrete opportunità per la realizzazione di strategie globali: questi ambienti comprendono tutto il “territorio” con le loro città, isole, paesi e le comunità che le abitano, i loro mercati, le scuole, gli ambienti di lavoro e le strutture sanitarie e la partecipazione di tutti é essenziale per sostenere gli sforzi si tratta solo di rieducare le persone al concetto dell’azione della promozione della salute che non è scelta individuale o privilegio di pochi.

    La stessa azione politica e sociale quindi deve essere incentrata sulle persone e i processi decisionali che la sostengono devono essere efficaci: le conoscenze, la divulgazione di nuovi saperi relativi alla salute favoriscono la partecipazione e lo stesso accesso all’istruzione e all’informazione é essenziale per ottenere una partecipazione efficace e per attribuire maggiori poteri alle persone e alle comunità.

    Proprio strumenti d’informazioni come ad esempio girodivite.it possono essere essi stessi strumenti di “azione di buona salute”.

    E’ con questa consapevolezza che ho ritenuto necessario proporre alla vostra attenzione la possibilità di costruire a Salerno un “ALTRA” FACOLTA’ DI MEDICNA che ho chiamato “del territorio” ed è con grande piacere che registro un primo ed autorevole contributo al dibattito sapendo che la “azione di buona salute” se deve essere duratura passa fondamentalmente dalla formazione delle nuove generazioni di medici.

    Credo che proprio questa strategia sia l’elemento chiave della stessa promozione della salute.

    Sono necessarie nuove risposte, bisogna sperimentarsi, ed è per questo necessario ricercare nuove modalità “curative”. L’altra facoltà di medicina la immagino essa stessa "azione di buona salute". Certo è una sfida ma solo se sapremo affrontare per i prossimi anni riusciremop a liberare il potenziale per la promozione della salute presente in molti settori della società, tra le comunità locali ed all’interno delle famiglie, all’interno della scuola e dell’università, utilizzando tutte le esperienze aprendoci al nuovo sena pregiudizi e senza preconcetti.

    Solo se riusciamo a fare ciò potremmo coltivare nuove speranze per il futuro nostro e dei nostri figli, non costa nulla provarci, anche per fare altro e non sempre le stesse cose!

    Nel frattempo leggetevi "La medicina sottosopra E se Hamer avesse ragione?" di Giorgio Mambretti & Jean Seraphin Ed. AMRITA

    "L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
    17 giugno 2009

    "Karl Popper (1902 - 1994) ha denunciato il pericolo, dell’asservimento culturale della classe medica (e dei ricercatori) al potere economico - politico, dell’adesione acritica all’applicazione di “protocolli terapeutici prestabiliti”.

    E’ possibile avere una referenza per questa circostanza? Dove posso trovare le frasi originali di Popper in proposito?

    grazie, Piesse

"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
19 settembre 2006, di : Enzo Maddaloni

Il 17 Settembre 2006 sintetizzando ( è un eufemismo) i contributi ricevuti ho inoltrato, come esponente dei "www.icantieridellasalute.it" Forum Regionale degli Operatori della Salute, una LETTERA APERTA al Magnifico Rettore Pasquino dell’Università di Salerno sulla necessità di riflettere su un modello "altro" di facoltà di medicina a Salerno. Spero cosi che si sviluppi una maggiore attenzione su alcuni degli argomenti evidenziati nei nostri interventi. La lettera è stata inoltrata a tutti gli organi d’informazione e come dicevo nella sostanza sintentizza gli argomenti già trattati nei nostri interventi qui pubblicati.
    "L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
    19 settembre 2006, di : Enzo Maddaloni

    Dimenticavo! La mia lettera aperta è stata meglio di me sintetizzata dall’amico giornalista Vincenzo Greco su www.diarosette.it e http://www.vincenzogreco.splinder.com/.

    grazie

"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
3 ottobre 2006, di : enzo maddaloni

Homo Ridens Istituto di Ricerca Associato alla Federazione Internazionale di RIDERE PER VIVERE www.riderepervivere.it informa:

La tua vita potrebbe dipendere dall’abilità in matematica del tuo medico. VISCHIO (VISCUM ALBUM )

Rudolf Steiner, filosofo e medico tedesco, fondatore della medicina antroposofica, indicò nel vischio (viscum album) un valido rimedio contro il cancro. Nel 1921 la società farmaceutica Weleda mise in produzione un primo prodotto a base di vischio, dal nome Iscador, in seguito ne furono introdotti altri quattro, Viscum Album,Viscum Abnoba, Iscucin,Helixor, Eurixor. Dagli anni 80 sono stati effettuati più di quaranta studi clinici alla Lukas Klinik in Svizzera, al Ludvig Boltzmann-Institute di oncologia in Austria, e alla clinica dermatologica dell’Università di Basilea. Negli anni 80 i preparati a base di vischio sono stati sottoposti a indagine scientifica classica , ed è stato spiegato il meccanismo d’azione: il vischio contiene le lectine, sostanze che hanno la capacità di legarsi alle cellule tumorali e stimolare le cellule del sistema immunitario a distruggerle. In un articolo sulla rivista Oncology,vol. 43, pp. 93-973, 1986, viene detto che dopo ventiquattr’ore dalla somministrazione di vischio c’è un aumento del numero e dell’attività di linfociti natural killer, aumentano i livelli di Tumor Necrosis Factor, le interleuchine e le attività dei macrofagi. In Germania qualche anno fa il rimedio è stato sottoposto a una sperimentazione di fase tre: dopo aver positivamente superato le fasi della non tossicità della sostanza (fase uno) e della sua efficacia sui pazienti (fase due), ne viene ora confrontata l’efficacia con una terapia standard.

V. Fintelmann, Elementi di medicina antroposofica,red edizioni, Como 1996.

Associazione antroposofica Rudolf Steiner, V. Vasto 6. 20121.Milano.tel.02/6595558 Lukas Klinik, 4144 Arlesheim, Svizzera, tel. 0041 61 723333.

"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
3 ottobre 2006, di : enzo maddaloni

per saperne di più sulle proprietà del vischio si può consultare anche il sito:

http://www.erboristeriadulcamara.com/vischio.htm

"L’altra" facoltà di Medicina a Salerno
3 ottobre 2006, di : Enzo Maddaloni

Alcuni quotidiani locali hanno comunicato in questi giorni che il Rettore dell’Università di Salerno Pasquino ha rinunciato al ricorso al TAR, avverso la decisione del ministero di ridurre i posti della facoltà di medicina da 182 posti agli attuali 65.