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L’agroecologia come risposta ai cambiamenti climatici

Nella contea di Isiolo, in Kenya, un progetto per garantire la sicurezza alimentare.

di ActionAid - mercoledì 20 aprile 2022 - 4886 letture

I cambiamenti climatici portano al ripetersi, sempre più frequente e in più zone del mondo, di eventi estremi. È così anche in alcune zone del Kenya, dove lavoriamo dal 1972, particolarmente colpite da periodi di siccità sempre più estrema alternati a forti alluvioni. Uno scenario che rende la coltivazione e la pastorizia delle vere e proprie sfide per la popolazione.

Una delle zone aride maggiormente colpite da questi fenomeni e dalla conseguente erosione del suolo è la Contea di Isiolo, a nord est di Nairobi.

Qui dal 2019 abbiamo attivato il progetto SAMPAK – Modelli Agroecologici di produzione sostenibile nelle aree aride e semi aride del Kenya – in collaborazione con CESVI e il nostro partner locale MID-P grazie al finanziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e dei fondi 8x1000 della Chiesa Valdese.

Il progetto vuole fornire strumenti e competenze alle comunità della zona così che possano focalizzarsi su forme di agropastorizia e agroecologia che le rendano resilienti ai cambiamenti climatici e capaci di prodursi il cibo di cui necessitano. L’obiettivo è ambizioso: tramite la formazione di 94 “agricultural champions” che faranno poi da tutor al resto della comunità, vogliamo aiutare 7800 agropastori nella transizione verso attività miste di pastorizia e coltivazione.

“Nel 2014 ActionAid ha costruito un sistema idrico che ha permesso di rifornire le nostre fattorie e irrigare le piantagioni. Ciascuno aveva 2 ore al giorno a disposizione per irrigare i propri campi. Io ho piantato diversi tipi di vegetali da poter vendere”, racconta Consolata, che abita nel villaggio di Kakili ed è un’attivista del gruppo “Voice of Women” di Isiolo.

Consolata è adesso tra i tutor del progetto: “Ho formato altre donne del villaggio su come migliorare le loro tecniche di coltivazione e passare all’agroecologia per una produzione più sostenibile sia a livello economico che ambientale, evitando l’uso di pesticidi.”

Le formazioni hanno riguardato e stanno riguardando tuttora anche i metodi di conservazione delle sementi e il mantenimento della biodiversità, un’esigenza che era emersa tra le persone della comunità.

A causa degli effetti dei cambiamenti climatici, le comunità sono spesso a rischio di carestia. Sviluppando modelli di agricoltura sostenibile, resiliente e favorendo la biodiversità, puntiamo a garantire la sicurezza alimentare, permettendo un’alimentazione varia e scorte sufficienti di cibo tramite una gestione ottimale delle risorse naturali, in collaborazione con le autorità locali e nazionali.

Scopri la storia di Amina, una delle “agricultural champion” del progetto.


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