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L’Archivio Storico di Lentini, un tesoro per la città e per le scuole

L’Archivio Storico di Lentini è tra i pochi in Sicilia ad essere interamente riordinato e fruibile. È dotato inoltre di un inventario pubblicato a cura del Centro Studi Territoriali Ddisa. Da febbraio è attiva anche una sezione didattica per aprire l’archivio alle scuole e alla comunità.

di girodivite - venerdì 2 settembre 2016 - 8534 letture

Forse non tutti sanno che Lentini ha un tesoro raro, un Archivio Storico tra i pochi in Sicilia ad essere interamente riordinato e fruibile. È dotato inoltre di un inventario pubblicato a cura del Centro Studi Territoriali Ddisa, associazione che da ottobre 2015 opera a titolo gratuito per la valorizzazione del patrimonio storico-documentario custodito presso l’Archivio, come previsto da protocollo d’intesa siglato con il Comune. Da febbraio è attiva anche una sezione didattica per aprire l’archivio alle scuole e alla comunità.

Inizia settembre e ricominciano anche le attività del Centro Studi Territoriali Ddisa, associazione che da ottobre 2015 opera a titolo gratuito per la valorizzazione del patrimonio storico-documentario custodito presso l’Archivio Storico Comunale, come previsto da protocollo d’intesa siglato con il Comune.

Gli operatori del C.S.T. Ddisa, insieme agli impiegati, forniscono una guida alla consultazione delle fonti, portano avanti progetti di riordino e ricerca documentaria, garantiscono l’apertura dell’Archivio anche in giorni non previsti dall’orario dell’ufficio. Una delle novità più interessanti, prodotta dalla collaborazione tra C.S.T. Ddisa e il Comune, è la creazione di una sezione didattica rivolta agli alunni di ogni ordine e grado d’istruzione inaugurata il 18 febbraio scorso in una riunione tecnica che ha visto partecipi presidi e docenti di tutte le scuole della città.

Nel panorama nazionale almeno dalla fine degli anni ’90 si sono registrate esperienze di didattica in archivio. Ad esempio a Bologna nel 1999 venne approvato dal Comitato cittadino il “Laboratorio di Archivistica” poi inserito tra gli eventi di “Bologna città europea del 2000”.

Gli archivi di Bologna, Viterbo, Belluno sono solo alcuni tra più interessanti ad aver attivato laboratori didattici condotti da operatori esterni. In Sicilia forse solo l’Archivio Storico di Lentini e il C.S.T. Ddisa remano in questa direzione.

Ce ne parla Metis Bombaci, presidente del C.S.T. Ddisa.

«Fin dalla sua fondazione, Il Centro Studi Territoriali Ddisa ha lavorato nel campo del riordino archivistico collaborando con la Soprintendenza archivistica e con le amministrazioni comunali in tutta la Sicilia. Ddisa si è occupata anche di produrre ricerche, mostre documentarie e ha portato avanti negli anni progetti didattici con l’obiettivo di far conoscere l’archivistica e di ripristinare e tutelare la memoria del territorio come prevede il suo Statuto.

Accostare le ragazze e i ragazzi alle fonti d’archivio è un’esperienza appassionante, un’avventura che cerchiamo di affrontare in modo creativo e divertente, perché studiare la Storia non è solo apprendere da libri scritti da altri, ma anche indagare il passato in prima persona, ricostruirlo e interpretarlo. Obiettivo ultimo, secondo noi, non deve essere un semplice ampliamento delle proprie conoscenze, ma una trasformazione interiore.

Il nostro modo di fare didattica in archivio combina lo studio delle fonti all’approccio antropologico. Le carte non documentano solo dei fatti, ma raccontano i sistemi di relazioni umane che quei fatti hanno prodotto. Da anni cerchiamo di contribuire a far conoscere l’Archivio Storico di Lentini, ma soprattutto cerchiamo di aiutarlo a vivere, a far sì che i più giovani, i nuovi custodi della memoria, vi si avvicinino.

Ai miei allievi dico spesso che l’Archivio è come un tesoro raro e forse non tutti sanno che Lentini in questo senso ha proprio di che vantarsi! Abbiamo, infatti, uno dei pochi archivi storici in Sicilia interamente riordinati, fruibili e con un inventario pubblicato, curato proprio dalla nostra associazione.

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Archivio storico di Lentini (cortile)

L’archivio conta più di 10000 unità archivistiche, documenti che riflettono la vita del territorio di Lentini dal secondo medioevo fino ad arrivare a giorni più vicini. Si tratta di carte che ci parlano di usi, mestieri, economie, produzioni agricole, trasformazioni urbane, sociali e politiche. Un patrimonio di grande valore che deve aprirsi alle scuole e alla comunità.

Per le scuole significa, in particolare, la possibilità di arricchire l’offerta formativa degli studenti allineandosi agli approcci più avanzati di didattica della storia. Per la cittadinanza significa riappropriarsi di una parte della propria identità storica, e per questo Ddisa ha pensato ad una serie di incontri rivolti anche gli adulti.

Muoversi tra le fonti d’archivio permette, ad esempio, di studiare le trasformazioni nel tempo dell’economia lentinese, permette di riscoprire una varietà di produzioni oggi qui scomparse come il riso, il cotone e il tabacco, o dimenticate come il sommacco. Colture e culture soppiantate, specialmente dagli anni ’40, dalla monocoltura agrumicola. Le fonti mostrano, dunque, che Lentini non è sempre stata “la città delle arance”, ma un territorio ben più ricco e variegato. Le carte parlano delle tante attività che interessavano il Biviere, i boschi e le campagne e anche di alcuni aspetti della vita urbana, di una socialità oggi rimossa.

L’uso delle fonti archivistiche unito all’approccio antropologico, promosso da Ddisa, permette di cogliere i mutamenti, le implicazioni socio-culturali dei fatti storici in continuo rapporto con l’Oggi. L’esperienza d’archivio diventa allora anche una preziosa occasione per esercitare quel pensiero critico di cui abbiamo bisogno in una società che si fa sempre più complessa, frammentata e globalizzata. Conoscere il proprio territorio è anche chiave per una sua possibile trasformazione.

Negli anni, studenti e studentesse hanno partecipato attivamente ai nostri laboratori archivistico-antropologici, dimostrando come lo studio attivo delle fonti documentarie sia capace di riaccendere quella curiosità che a volte si sopisce tra i banchi di scuola.

A questo proposito, ripenso alle parole di una brillante allieva del Liceo E. Vittorini: “L’Archivio è come un nonno vecchissimo con tante storie da raccontare”.

Quelle storie sono vive e ci appartengono. Aspettano solo che qualcuno voglia condividerne il lascito segreto».



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