L’Altra Città Siracusa, n. 74, 2025

Nel maggio 2022 il Gip del tribunale di Siracusa ha disposto, a titolo cautelare, il sequestro preventivo del depuratore consortile di Priolo. Il reato per cui si indaga è gravissimo: disastro ambientale. Ai vertici di IAS (ente gestore dell’impianto) e delle più importanti imprese del polo petrolchimico che conferiscono i reflui industriali nel depuratore, viene contestato il delitto di disastro ambientale aggravato.
Il provvedimento manda in fibrillazione le imprese del polo petrolchimico, i sindacati e la popolazione: la decisione del giudice può comportare l’interruzione delle attività delle imprese, la chiusura degli impianti, con il rischio di cassa integrazione e disoccupazione per tanti lavoratori.
Ancora una volta sembra riproporsi l’antico ed annoso conflitto tra tutela dell’ambiente e posto di lavoro. La zona industriale da sempre è al centro di indagini in tema ambientale e i dubbi che il depuratore consortile, anche in passato, non abbia svolto in modo corretto il processo di depurazione delle acque reflue provenienti dalla zona industriale restano.
Già nel 1984, a solo un mese dall’inaugurazione, sembra che l’impianto, ritenuto il più grande moderno l’Italia, non depuri correttamente i reflui provenienti dalle industrie petrolchimiche. Vi raccontiamo, con dovizia di particolari, che cosa aveva scoperto all’epoca la Lega per l’ambiente proprio sottocosta, in prossimità del depuratore. Buona lettura e a presto.
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