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Kynodontas

Kynodontas, film di Giorgos Lanthimos (Grecia, 2009), un apologo contro la violenza del potere

di Pina La Villa - domenica 25 novembre 2012 - 34008 letture

Una cassetta registrata viene inserita in un mangianastri. Play. "Le parole nuove del giorno sono: mare, autostrada, escursione e carabina". Nell’incipit di Kynodontas il linguaggio viene eletto a luogo principale dell’espressione del potere: la voce registrata della madre illustra ai figli il significato di parole a loro sconosciute, falsificando la lingua, riducendo, come si diceva precedentemente, il Mondo all’unico ambiente da essi esperibile: quello familiare."Mare" diviene una particolare tipologia di poltrona ("come quella che c’è in soggiorno"),"autostrada" un vento molto forte, "escursione" un materiale per produrre pavimenti,"carabina" un bellissimo uccello bianco. Corrompendo il linguaggio, disancorandolo dalla convenzione riconosciuta, l’idea di un Altrove identificabile ("mare") viene cancellata e con questa l’idea della fuga ("autostrada", "escursione") come quella della violenza ("carabina"). "Telefono", per i giovani protagonisti di Kynodontas, non è un mezzo di comunicazione, ma una saliera. La repressione linguistica investe, ovviamente, anche la sfera sessuale: l’organo genitale femminile diviene "tastiera", mentre a chi domanda il significato di "fica" si risponde: "E’ una lampada". I genitori filtrano il linguaggio, lo stuprano, lo reinventano per controllare coloro che si ostinano a chiamare "bambini".

http://www.spietati.it/z_scheda_dett_film.asp?idFilm=2775

Si parla qui del film Kynodontas, visto a Catania, al Teatro Coppola, nell’ambito della rassegna "alcinemamai". Nel film di Giorgos Lanthimos (Grecia, 2009), due sorelle e un fratello vivono con madre e padre rinchiusi nell’angolo di mondo che i genitori hanno riservato loro: il focolare domestico. Di ciò che sta oltre il giardino i tre non conoscono nulla. E’ il padre che tiene i contatti con l’esterno, è l’unico a varcare il cancello con la sua auto e a procurare alla famiglia ciò di cui ha bisogno e decide quindi quali sono i bisogni, cosa imparare e come nel corso della giornata, come occupare il tempo libero, come passare la serata, quali comportamenti gratificare e come. La moglie è la sua complice-vittima, a cui è affidato il compito di seguire e controllare i figli per dare esecuzione alle decisioni prese. Il sesso è ridotto dal potere a meccanico soddisfacimento fisico (oltre che a scambio di "beni"), a cui del resto hanno diritto solo i maschi della famiglia. Quando la ragazza ingaggiata dal padre per fare sesso col figlio, viene allontanata dalla casa, sarà una delle sorelle a sostituirla.

Kynodontas mi ha ricordato alcun film degli anni settanta ( da Arancia Meccanica di Kubrick a Salò di Pasolini) per la forza della denuncia dei meccanismi del potere. Che la denuncia passi qui attraverso la rappresentazione della famiglia patriarcale, col suo potenziale di violenza fisica e psicologica qui portato alle estreme conseguenze, fa di Kynodontas un film-apologo potente e necessario (non a caso il film, conosciuto anche con il titolo Dogtooth, non è uscito nelle sale italiane pur avendo vinto il premio della sezione Un Certain Regard al 62º Festival di Cannes ed essendo stato candidato come miglior film straniero ai premi Oscar 2011.)

Un dialogo fra il padre e i figli:

- Un bambino è pronto a lasciare la sua casa, quando?
- Quando il canino destro cade. O il sinistro, non e’ importante quale. In quel momento, il corpo e’ pronto ad affrontare tutti i pericoli.
- Per lasciare la casa in sicurezza bisogna usare la macchina. Quando uno può imparare a guidare?
- Quando il canino destro ricresce. O il sinistro, non importa quale.

E allora, forse, bisognerà estrarlo a forza, questo "dente di cane", anche se farà male.


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