Kill me please
Regia di Olias Barco. (Belgio, Francia 2010) 95 min. Commedia. Con Aurélien Recoing, Virgile Bramly, Daniel Cohen, Virginie Efira, Bouli Lanners, Benoît Poelvoorde, Saul Rubinek, Zazie De Paris.
Esiste un diritto alla morte auto-procurata così come vi è un diritto a vivere una vita veramente libera? Può un uomo, così come una donna, scegliere le modalità migliori, il momento più adatto e il luogo giusto per decretare la fine della propria vita?
Il Dottor Kruger ha le risposte a tutte queste domande. Nella sua clinica infatti il suicidio viene trattato con rispetto e professionalità. I pazienti, anche se forse sarebbe più corretto chiamarli clienti, espongono le cause che li hanno portati alla convinzione che il suicidio sia l’unica soluzione rimasta e vengono assistiti scrupolosamente fino all’ultimo, mortifero, "bicchiere d’acqua" che darà loro la pace eterna e tanto agognata. I singolari servizi offerti della clinica del Dottor Kruger attirano alcuni personaggi diversamente problematici che avranno modo di condividere questa esperienza patologicamente estrema: ognuno con le proprie bizzarre richieste, ma anche con i propri legittimi dubbi. Tuttavia che questo sia un sistema davvero praticabile è tutto da vedere. Chi di morte ferisce di morte, forse, perisce...
Irriverente, dark, estrema, Kill me please è una commedia dai modi bruschi e dalle derive facili (si passa dal grottesco al soft-splatter pur mantenendo un umorismo nero di fondo) che fa del contrasto la sua cifra stilistica. Dalla fotografia, dove un bianco e nero scelto più per comodità che per esigenza risulta funzionale a sostenere la dissonanza tra la neve degli esterni e l’oscura atmosfera degli interni; alle scelte di regia, dove i bruschi e anomali movimenti della macchina a mano (che ricordano tanto i firmatari del Dogma di Von Trier) fanno da contraltare alle inquadrature fisse che riprendono alcune scene comiche e d’azione; alla sceneggiatura (opera dello stesso regista Olias Barco e dell’attore protagonista Virgilie Bramly) tanto curata quanto politicamente scorretta.
Anche l’origine della storia è ambivalente e pesca tanto dalla realtà quanto dal genio sperimentale del suo autore: in Svizzera infatti esiste un’associazione denominata "Dignitas" dove si pratica l’eutanasia assistita e grazie alla quale i pazienti possono essere accompagnati con dignità, appunto, fino al loro ultimo respiro. Ciò che riguarda l’invenzione cinematografica è invece il contesto nel quale è ambientata la storia: la sontuosa villa scelta da Barco per la clinica del Dottor Kruger è quanto di più lontano rispetto agli squallidi ambulatori dove vengono praticate le terapie di "accompagnamento al suicidio" in terra elevtica. E anche la squadra di aspiranti suicidi messa insieme dal regista (molti bravi attori tra cui Bouli Lanners, noto in Italia a chi ha avuto modo di vedere l’irresistibile e altrettanto anarchico Louise-Michel) è indubbiamente poco rappresentativa delle reali condizioni umane dei pazienti della clinica svizzera.
Premiato come miglior film all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma e già popolare in Francia, dove si è scatenato un vero e proprio tam tam grazie soprattutto ai molti blog e siti internet specializzati che si sono interessati al caso, Kill me please sarà nelle sale italiane a partire da venerdì 14 gennaio 2011
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