Juan Eduardo Cirlot

Il vuoto culturale di questi giorni, con la morte di Eduardo Galeano e Gunter Grass, sarà colmato solo in parte dalle loro opere. La poesia, ancora una volta, ci viene incontro per mitigare questa lacuna.

di Piero Buscemi - mercoledì 15 aprile 2015 - 16209 letture

Contemplo Entre Las Aguas de Tu Cuerpo...

Contemplo entre las aguas de tu cuerpo
 la celeste blancura del pantano
 desnudo bajo el campo con relieves
 y circundado por el verde fuego.

No muy lejos el mar y las estrellas
 en las arenas grises de las nubes.
 Manos entre las piedras con las olas
 y tus ojos azules en las hierbas.

Las alas se aproximan. Descomponen,
 perdidas en las páginas del bosque,
 Bronwyn, mi corazón, y cenicienta
 sobre la tierra negra y en los cielos.

In un periodo triste per la letteratura internazionale, che ci ha fatto vivere nella stessa giornata la scomparsa di Eduardo Galeano e di Günter Grass, affidiamo ai versi del poeta spagnolo Juan Eduardo Cirlot il compito di innalzare la voce della cultura che, attraverso le opere degli scrittori, non morirà mai.

Cirlot, che lo scorso 9 aprile avrebbe compiuto 99 anni (è morto l’11 maggio 1973), ha spaziato durante la sua vita dedicandosi a varie forme d’arte e interessi culturali, apparentemente non sempre tra loro collegati.

Quando si analizza la sua vita artistica, ci assale la nostalgia di tempi in continuo fermento quando ci si poteva trovare al cospetto di Hemingway, Buñuel, Picasso, Pound o Gertrude Stein, nello stesso momento riuniti attorno ad un tavolo a parlare di cubismo o della Guerra di Spagna.

Perché anche Cirlot ha avuto la fortuna di vivere nel periodo a ridosso della seconda guerra mondiale, quando gli orrori della distruzione provocarono uno sviluppo culturale, sul quale porre le basi per la ricostruzione di un futuro.

I suoi incontri con Alfonso Buñuel, fratello del più noto Luis, con Benitez de Castro, ma anche con André Breton, uniti ai suoi studi di traduzione delle opere di Paul Eluard e Antonin Artaud, rappresentano solo una parte della sua dedizione all’arte, in senso generico.

Appassionato di musica e pittura, si dedicò anche alla etnologia e alla musicologia, per passare in seguito all’arte gotica e al simbolismo. Un modo davvero invidiabile di vivere, seppur una breve vita, la ricerca continua di nuovi stimoli a colmare un’eterna fame di conoscenza.


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