John Berger e Mahmud Darwish
Il mutismo dei potenti: oggi servirsi del vocabolario tradizionale, utilizzato dai potenti e dai media, non fa che aumentare l’oscurità e la desolazione in cui siamo immersi.
Da un articolo di John Berger, scrittore e critico d’arte inglese, una riflessione fra arte e politica sul mutismo dei potenti.
"Oggi", dice, "servirsi del vocabolario tradizionale, utilizzato dai potenti e dai media, non fa che aumentare l’oscurità e la desolazione in cui siamo immersi.Ci sono una serie di parole e frasi fatte, rubate al passato, la cui diffuzione va adesso categoricamente rifiutata. Termini come libertà, terrorismo,sicurezza, democratico, fanatico, antisemita ecc, sono stati ridotti a stracci per camuffare la nuova crudeltà imperante.
Quello che propone Berger è un nuovo vocabolario per il terzo millennio? Credo di si, ma c’è qualcosa di più, che Berger dice attraverso alcuni versi di Mahmud Darwish:
Quando le mie parole erano grano/io ero terra./ Quando le mie parole erano collera/ io ero uragano./ Quando le mie parole erano pietra/ Io ero fiume. / Quando le mie parole si sono trasformate in miele/ di mosche si sono coperte le mie labbra.(Words, Da Sand and Other Poems, 1986)
(L’articolo di John Berger è su Il Manifesto di mercoledi 5 maggio 2004)
c’è un leghista in tv che difende l’emendamento sulla tortura. e buttiglione ce lo spiega, che bellezza. poliziotti e magistrati, occhio a non ripetervi... io vado a vomitare, forse poi torno cos젬a pensa tequila | 4/05/2004 10:04 | dal blog di Tequila, www.capitano.splinder.it
un altro blog da visitare è www.ilcircolo.net/lia Lia è un’insegnante italiana che lavora al Cairo. Racconta i suoi alunni, i giornali, la sua casa, la città, la vita nell’Alto Egitto. Racconta, fra l’altro, di Gioha:
"C’è un una figura del folklore popolare, Gioha, attorno a cui fioriscono miriadi di storielle. In una di queste (è una canzone popolare) la gente avvisa Gioha che i nemici sono arrivati nella sua regione. Lui risponde che l’importante è che non arrivino nel suo villaggio. Poi arrivano nel suo villaggio, e Gioha dice che l’importante è che non arrivino nella sua strada. Poi arrivano nella sua strada e così via, fino a casa sua."
C’è da riflettere.
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