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Ispezioni e controlli: le garanzie costituzionali

Accrescere la trasparenza dell’amministrazione, assicurare la corretta gestione delle risorse pubbliche, elevare la qualità dei servizi che l’amministrazione rende ai cittadini, questi i principali compiti attributi dalle norme alla Corte dei Conti, istituita agli albori dello Stato unitario, perché vigilasse sulle amministrazioni dello Stato, così da prevenire ed impedire sperperi e cattive gestioni

di Redazione - mercoledì 23 maggio 2007 - 5777 letture

Se ne è discusso in un convegno dal titolo “Ispezioni e controlli: le garanzie costituzionali”, un convegno professionale, patrocinato dalla Provincia regionale di Palermo e dai Comuni di Bagheria e di Carini, rivolto soprattutto a tecnici della materia che si sono incontrati a villa Cattolica, il 19 maggio 2007.

L’incontro ha fornito l’occasione per presentare il volume curato da Francesco e Riccardo Trombetta e Claudio Calafiore frutto della raccolta degli interventi di un precedente convegno sulle garanzie costituzionali nei procedimenti ispettivi degli organi pubblici. I proventi della vendita del volume costituiranno benefits che saranno erogati alla missione “Speranza e carità” di Biagio Conte.

Spesso si discute a proposito del rispetto degli equilibri di bilancio da parte degli enti pubblici, in relazione al patto di stabilità interno ed ai vincoli derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea, la Corte dei Conti vigila su questi equilibri.

Le dovute ispezioni da parte dell’organo di controllo in qualche caso influiscono sui tempi di realizzazione dei procedimenti amministrativi rischiando di paralizzare le attività. Per rendere più chiari e trasparenti i rapporti tra le autonomie locali e l’organo di controllo, Francesco Trombetta, dirigente della Segreteria della procura regionale della Corte dei Conti, si è fatto promotore del convegno cui ha partecipato il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, il comandante della polizia municipale, Maurizio Parisi, il consigliere provinciale Vincenzo Lo Meo, l’assessore al Bilancio del Comune di Carini, Onofrio De Luca.

Tra i relatori, i cui interventi miravano alla diffusione della conoscenza delle funzioni di controllo negli Enti pubblici, come Marco Mazzeo Gip del tribunale di Palermo, Sergio Agrifoglio, ordinario di diritto pubblico all’Università di Palermo, e l’avvocato Claudio Calafiore curatore del volume insieme a Francesco e Riccardo Trombetta.

Nella lunga mattinata di studio non sono mancati gli interventi di dirigenti dell’Agenzia delle Entrate come Giorgio Verducci e di dottori commercialisti come il consigliere comunale di Bagheria, Eustachio Cilea e Roberto Candela, per finire con l’avvocato Salvatore Bellofiore, luogotenente governatore del club Kiwanis.

Ha coordinato il convegno Francesco Trombetta che ha brevemente delineato le novità delineate dalla legge 20 del 14 gennaio ’94, sulle disposizioni in materia di giurisdizione e controllo della Corte dei Conti che ha introdotto modifiche relative ai controlli su costi, modi e tempi dello svolgimento dell’attività amministrativa.

Trombetta ha anche sottolineato che gli atti del convegno raccolti nel volume presentato a villa Cattolica, di cui il Comune di Bagheria ha acquistato varie copie, sono stati materia di studio per gli studenti universitari di Giurisprudenza di Palermo.

“C’è una funzione che non è solo di controllo tra i compiti della Corte dei Conti”, ha esordito il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino dopo i dovuti ringraziamenti a tutti i presenti, “vi è anche una funzione educativa” e riferendosi alle questioni legate al patto di stabilità ha evidenziato la funzione di educazione alla trasparenza che la Corte dei Conti facilita. “Oggi gli Enti locali sono costretti ad affrontare problematiche economiche ingenti, non è facile far quadrare i conti” -continua il Sindaco - “senza la guida degli organi di controllo sarebbe più complicato raggiungere risultati”.

“L’intervento della Corte dei Conti spesso viene utilizzato come alibi per non portare avanti le procedure, interviene il rappresentante della Provincia regionale di Palermo, Vincenzo Lo Meo. Il consigliere accenna poi a quando erano i sindaci e gli assessori a firmare gli atti, “oggi, aggiunge, sono necessari funzionari capaci e competenti che evitino la cristallizzazione delle procedure, che blocca l’applicazione del programma degli amministratori”. Ha sottolineato l’importanza di convegni come quello svoltosi a Bagheria, l’assessore di Carini De Luca, sostenendo che queste occasioni avvicinano la Corte dei Conti agli Enti Locali.

Decisamente più tecnica la relazione del comandante della Polizia municipale, Maurizio Parisi, intervenuto sulla responsabilità penale dei funzionari della Pubblica amministrazione: dalla portata applicativa dell’articolo 2 del Codice penale agli articoli 25 e 51 della Costituzione della Repubblica Italiana, il comandante Parisi ha illustrato i concetti di aspetti favorevoli per il reo, di giudice naturale precostituito, di esercizio di un diritto o adempimento di un dovere, soffermandosi sui reati che coinvolgono le pubbliche amministrazioni.

Variegati infatti gli aspetti giurisprudenziali quando si tocca l’amministrativo, soprattutto considerando che da qualche anno si introducono anche le variabili dell’appartenenza alla comunità europea.

Sugli effetti della sentenza penale di condanna nei confronti dei dipendenti pubblici degli Enti Locali si è basata la relazione del GIP, Marco Mazzeo, e qui l’immancabile riferimento all’articolo 97 della Costituzione che stabilisce che i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione, si esige dunque la salvaguardia della trasparenza delle PA. Mazzeo richiamando anche gli articoli 58, 59 e 94 del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali, (decreto legislativo 267/2000) ha illustrato anche le cause ostative alla candidatura, la sospensione e la decadenza del diritto e le responsabilità disciplinari del personale dell’amministrazione pubblica, evidenziandone gli effetti, facendo riferimento a diverse sentenze e distinguendo tra le cause di ineleggibilità e quelle di incandidabilità.

Come la realtà giuridica sia mutata per l’ingresso dell’Italia nell’Unione europea è stato il punto di partenza dell’intervento dell’ordinario di diritto pubblico all’Università di Palermo, Sergio Agrifoglio, “non si può far fronte a questi cambiamenti limitandosi ad aggiungere codici e codicilli alle leggi già esistenti” sostiene il professore. Agrifoglio ha poi evidenziato le problematiche più significative riguardanti il riparto di giurisdizione tra giustizia ordinaria ed amministrativa. Il riferimento è alla Sentenza della Corte Costituzionale del 6 luglio 2004, n. 204, gli ambiti più controversi sono il pubblico impiego, le espropriazioni e la tutela risarcitoria. La ripartizione di materie tra giudice ordinario e amministrativo nelle questioni di pubblico impiego ha suscitato incertezze sugli ambiti delle rispettive giurisdizioni soprattutto in riferimento agli atti di micro e macrorganizzazione che delimitano le rispettive sfere di attribuzione. “La soluzione potrebbe essere un giudice unico specializzato”. L’ingresso in Europa ha acuito le difficoltà, “lo Stato diventa suddito dell’Europa, con la conseguenza che se lo Stato infrange una legge europea viene punito” aggiunge Sergio Agrifoglio. Le difficoltà sorgono infatti in quanto il principio della separazione dei poteri (giudiziario, legislativo, esecutivo) non trova attuazione nella comunità europea.

Ma cosa accade quando un provvedimento giudiziario interviene sulle procedure amministrative di un ente locale? A rispondere alla domanda l’avvocato Claudio Calafiore che sottolinea come spesso la PA si trovi in una situazione di paralisi, l’amministrazione non adempie al dovere di ottemperanza e si crea una paralisi di fronte alla decisione del giudice. Diventa dunque una necessità spiegare al cittadino perché l’amministrazione è rimasta ferma, perché vi è una mancata esecuzione del procedimento. Lì dove poi l’Ente pubblico crea un danno al pubblico erario, la Corte dei Conti può intervenire. Si ricorre allora ai Commissari ad acta, aggiunge Calafiore, "funzionari nominati dalla PA affinché si sostituiscano all’amministrazione per l’esecuzione delle sentenze, intervenendo lì dove è scaduto il termine per l’adozione e l’amministrazione non abbia provveduto all’adozione del provvedimento finale.

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva” così recita l’articolo 53 della Costituzione Italiana, e partendo da questo presupposto fondamentale che Giorgio Verduci, dirigente dell’Agenzia delle Entrate sezione di Bagheria, ha iniziato il suo intervento evidenziando anche che gli stessi articoli 13 (La libertà personale è inviolabile) e 14 (Il domicilio è inviolabile) della Costituzione creano delle divergenze nell’attività amministrativa tributaria, in particolar modo per l’accertamento tributario. “Occorre agire con cautela e metodo”- aggiunge Verduci - “rispettando i diritti del contribuente ma portando a termine l’accertamento e l’attività ispettiva".

Fondamentale è lo statuto del contribuente. E sullo statuto ed in particolare sui diritti e le garanzie posti a tutela dei contribuenti è intervenuto Eustachio Cilea, commercialista e consigliere comunale del Comune di Bagheria. Oltre ai principi costituzionali posti a tutela del cittadino e le garanzie del contribuente in ordine alle verifiche tributarie (art. 12 statuto del contribuente) fondamentale è l’istituzione del Garante del contribuente, la cui funzione negli Enti locali viene svolta dal difensore civico. La prima proposta di legge, riferisce Cilea, cita una carta dei contribuenti, si passerà all’attuale riforma, con la nascita dello statuto cui deve essere ispirato un moderno ordinamento tributario che attivi una effettiva par condicio tra amministrazione finanziaria e contribuente, tra Stato e cittadino-contribuente. Lo statuto ha quindi il compito di attivare una migliore informazione e chiarezza delle norme tributarie, un’adeguata conoscenza delle conseguenze delle proprie azioni sul piano fiscale, la semplificazione degli adempimenti ed un equo e regolare svolgimento delle procedure di accertamento.

Si è soffermato sull’interpello il commercialista Roberto Candela: il contribuente, se vi sono "obiettive condizioni di incertezza" nella normativa, può rivolgere un quesito all’amministrazione finanziaria, che deve rispondere entro 120 giorni.

E’ seguito, a chiusura, un intervento di Salvatore Bellofiore, luogotenente governatore del club Kiwanis, che oltre ad illustrare brevemente l’operato del club ha relazionato sullo ius poenitendi, il diritto di autotutela, istituto di carattere generale che coincide con quella parte di attività amministrativa con la quale la Pubblica Amministrazione provvede a risolvere conflitti, potenziali o attuali, insorgenti con i privati, relativi a suoi provvedimenti o a sue pretese.

Il convegno si è concluso con un momento di commozione; è giunto Biagio Conte, alla cui missione “Speranza e carità” andranno i proventi della vendita del libro. Con il suo saio verde, Biagio Conte ha raccontato le attività che, con difficoltà, portano avanti alla missione, “l’impegno più grande, sostiene colui che è stato definito il San Francesco di Palermo, non è solo garantire un piatto ed un letto ma ridare dignità a chi l’ha perduta”.

Marina Mancini


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Ispezioni e controlli: le garanzie costituzionali
30 maggio 2007

un mattone.. ma sempre meglio di una suola..