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Intervista romana ai Marlene Kuntz

Incontriamo Cristiano Godano nei camerini del Circolo degli artisti di Roma, quattro domande per avre una visione più chiara del nuovo progetto MK.

di Tano Rizza - sabato 18 febbraio 2006 - 4948 letture

Incontriamo Cristiano Godano nei camerini del Circolo degli artisti di Roma, quattro domande per avre una visione più chiara del nuovo progetto MK.

Avevamo incontrato la band in occasione del concerto del Primo Maggio, visto il loro live e fatto un’intervista. Adesso è passato qualche mese da questo nostro, ultimo, incontro. Nel frattempo, i Marlene hanno messo sù un nuovo progetto, S-Low, live di diversa caratura rispetto ai precendenti. Dunque la nostra curiosità si è fatta avanti e siamo andati a ri-intervistare Godano e soci. Incontriamo Cristiano Godano nei camerini del Circolo degli Artisti di Roma, prima del loro concerto,e li poniamo quattro domande per avre una visione più chiara del nuovo progetto MK.

S-low è elettro non unplugged, è questa la definizione che usate per descrivere il vostro nuovo tour. Da dove nasce l’idea di fare uno spettacolo, sicuramente, più intimista?

Credo che ci sia metà del repertorio dei Marlene che è testimone di questa nostra vena lirica, introversa, intimistica: tendenzialmente con il freno un po’ tirato. Questo sicuramente dal “il Vile” in avanti, perché in Catartica sicuramente non eravamo capaci di tirare il freno, essendo molto giovani giovani, ogni canone andava. Però se scrivessimo adesso pezzi come, sicuramente, Nuotando nell’aria verrebbero suonata con qualche bpm tirato indietro.

Sicuramente Nuotando nell’ Aria se la riascolto adesso, per quanto io sappia che è una canzone intoccabile che è entrata nell’immaginario della gente (fortunatamente), se dovremmo suonarla adesso verrebbe con qualche mpm in meno. Però dal “Il Vile” in avanti sono entrate canzoni come “ come stavamo ieri”, o “l’esangue Debhora che hanno cominciato a rallentare perché è nella nostra indole.

Le parole, il soundwrirting, sono al centro del live. Quanto contano le sfumature liriche e dei suoni in s-low, e nel processo creativo MK, e a questo punto che concerto ci dobbiamo aspettare?

Io credo che una vera prerogativa artistica sia la cura del dettaglio, della sfumatura e, sicuramente, il dettaglio, nel contesto di canzoni s-low, in canzoni con questa caratteristiche il dettaglio emerge se c’è. Noi facciamo sempre molta attenzione alla sfumature. Nella mia testa girava sicuramente l’idea di fare un concerto gradito ad un sacco di fan dei Marlene, che hanno seguito la stoia dei Marlene, anche per il solo fatto che adesso hanno la possibilità di seguire un concerto senza stare sull’attenti a schivare le gomitate in faccia dei pogatori. L’attitudine rock in ogni caso c’è tutta, l’elettricità, e poi non c’è nessun manifesto, nessun idealismo, noi non suoniamo alla maniera acustica semplicemente perché non siamo capaci di suonare con gli strumenti acustici. In realtà non è un concerto unplugged, è un concerto elettrico, con dei momenti intensi di crescendo, con passaggi elettrici che chi sta attento capirà e seguirà, e vivrà sulla propria persona, e semplicemente non ci sono certe canzoni. Credo che ci sia un sacco di gente che in fondo, alla fine, non sia dispiaciuta di non sentire per una volta Sonica, o Festa Mesta, ci sono un sacco di persone che hanno visto i Marlene 10 o 15 volte in concerto, questi sono dei must è alla fine la gente li chiede e li vuole, è questa è una grande fortuna, ma è anche giusto ogni tanto diversificarsi. Fare altre cose.

La ricerca poetica sulla lingua italiana nei versi, contenuti nei testi MK, sono spesso, pesanti, ingombranti, impegnanti, utilizzando un vocabolario che non è proprio comune, che spesso non si fa capire se non dopo qualche ascolto attento. Fino a che punto, pensi, che la tua musica sia accessibile agli altri?

Lo dimostrano sette dischi alla nostra spalle, c’è un sacco di gente che ci detesta, c’è un sacco di gente che non ci conosce affatto, c’è un sacco di gente che pesa che siamo assurdi, magari ingombranti, quindi non siamo troppo ovvi. Questa è la nostra garanzia per tutti quelli che credano che non siamo con tutti e per tutti. Parlano i dischi per noi, e le gante che viene i nostri concerti.

Per promuovere S-Low state girando molto nei circuiti dei media. Quanto può essere positivo e, quanto può essere dannoso, per i Marlene, un’eccessiva esposizione ai media?

Io ti posso dire, per come stanno le cose, che è molto più dannoso se scompariamo dai media. Il fan vero dei Marlene si deve rendere conto che se noi scompariamo dalla visibilità, dal concetto di visibilità, se noi non ci facessimo vedere ci sono ottime possibilità che il gruppo di lì a poco muoia come progetto. Non so se stessero meglio, se questo sia un discorso assolutamente imprescindibile, ma un gruppo come il nostro che vive della sua musica a bisogno di far sì che ci sia più gente possibile che ascolta e apprezza la sua musica. E noi non facciamo niente con la nostra musica che sia accomodante, noi scegliamo sempre dei percorsi molto difficili, perché noi siamo degli artisti veri, e questo lo sottolineo con forza, e per me è un percorso molto difficile quello che abbiamo intrapreso da “Che cosa vedi” in poi, perche è un discorso che non è andato in favore del fan, che vuole i Marlene duri e puri e incazzati sul palco, noi facciamo quello che ci piace, e questo già di per se vuol dire complicarsi la vita, e abbiamo bisogno del sostegno del concetto della visibilità e noi facciamo molta attenzione a non andare ovunque. Se però noi non andassimo da nessuna parte, se i giornali non parlassero di noi, noi da lì ad un anno saremmo morti. Quindi io vorrei demistificare, vorrei contribuire, con forza a demistificare un luogo comune assurdo per qui non si debbano fare certe cose, non intacca la natura del gruppo, il gruppo se è intelligente và a suonare la sua musica, per la sua gente. Io, poi, Cristiano Godano sottolineo, vuole, spererebbe che tutto il mondo dalla prima a l’ultima persona presente sulla terra conoscesse la nostra musica, e faccio di tutto per far sì che ci sia un sacco di gente che conosca la mia musica, ma non sputtano la mia musica.


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