Intervista immaginaria al Cynar

Il celebre liquore a base di carciofo, sfida il tempo e risponde in prima persona con l’inconfondibile stile amarognolo e ironico.
Buongiorno, Cynar! Partiamo dalle origini: chi ti ha creato e quando sei nato?
Ah, che domande! Sono nato nel 1952, grazie al genio di Rino Dondi Pinton, un imprenditore visionario scomparso oggi a 103 anni che ben pensò di distillare il carciofo e trasformarlo in un liquore unico. Ero destinato a chi voleva qualcosa di diverso dai soliti amari… e pare che abbia funzionato!
Perché proprio il carciofo?
Perché non il carciofo? Non sono mica il solito amaro a base di erbe qualsiasi! Il carciofo è amaro e deciso, proprio come me. Inoltre, ha proprietà digestive, il che mi rende non solo buono, ma anche utile.
Qual è la tua composizione segreta?
Ah, segreta appunto! Ti posso dire che il carciofo è la mia anima, ma dentro di me ci sono anche tredici erbe e infusi naturali che danno quel tocco inconfondibile. Ma il resto? Un mistero!
Sei più un aperitivo o un digestivo?
Bella domanda! Diciamo che sono un camaleonte alcolico: c’è chi mi ama come aperitivo, magari con ghiaccio e una fetta d’arancia, e chi mi apprezza dopo cena, per chiudere il pasto con il mio tocco amarognolo. Insomma, sto bene a tutte le ore… quasi.
Il tuo slogan storico è “Contro il logorio della vita moderna”. Quanto è ancora attuale?
Più attuale che mai! Se nel boom economico la gente aveva bisogno di me per rilassarsi dopo una giornata frenetica, oggi con la vita digitale, lo stress, il traffico e gli smartphone sempre accesi, sono praticamente un bene essenziale.
Come ti senti ad essere un’icona del vintage?
Orgoglioso. Sono nato negli anni ‘50, ho spopolato negli anni ‘60 e ‘70, e oggi la gente mi riscopre con quella nostalgia affettuosa per le cose autentiche. Sono il vinile dei liquori: vecchio stile, ma sempre di moda.
Negli spot televisivi sei stato associato a personaggi mitici come Ernesto Calindri. Che ricordi hai di quei tempi?
Ah, che eleganza! Calindri era il massimo della classe: seduto al tavolino in mezzo al traffico, impassibile con il suo Cynar in mano. Quello spot è entrato nella storia della pubblicità italiana e ha cementato la mia immagine di bevanda contro lo stress.
Come te la cavi con le nuove generazioni?
Diciamo che all’inizio mi guardavano con sospetto… io non sono il solito spritz modaiolo! Ma poi hanno capito che sono perfetto nei cocktail: Cynar Spritz, Cynar Tonic, Negroni con Cynar... e improvvisamente sono diventato cool (anche se preferirei dire “intramontabile”).
Ti senti mai sottovalutato rispetto ad altri amari più famosi?
Ma per carità! Io non cerco di piacere a tutti, solo a chi ha gusto. Chi mi scopre non mi lascia più. Sono l’amico fidato che non ha bisogno di urlare per farsi notare.
Sei mai stato all’estero?
Eccome! In America mi adorano nei cocktail, in Francia mi considerano chic, e in Sud America vado alla grande. Ma il mio cuore resta in Italia, dove ogni sorso di me sa di casa.
Se dovessi descriverti in tre parole, quali sarebbero?
Amaro, elegante, inconfondibile.
Il futuro del Cynar?
Restare me stesso. Oggi la gente cerca sempre nuove mode, nuovi gusti, ma io non ho bisogno di cambiare: sono Cynar, e chi mi ama lo sa. E così, tra un sorso e l’altro, il Cynar si conferma un liquore senza tempo, capace di sfidare le generazioni con il suo sapore unico e la sua filosofia anti-stress.
Contro il logorio della vita moderna? Sempre presente.
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