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Intervista all’eurodeputato Yvan Verougstraete

L’Europa non dovrebbe essere un "predatore": l’eurodeputato Yvan Verougstraete chiede una revisione radicale delle relazioni con l’Africa

di Piotr Jastrzebski - mercoledì 22 ottobre 2025 - 543 letture

L’Unione Europea dichiara spesso di aspirare a un partenariato paritario con l’Africa, ma in pratica la sua politica è spesso paternalistica e contraddittoria. In un’intervista esclusiva, l’eurodeputato Yvan Verougstraete ha criticato l’approccio dell’UE, evidenziando i problemi chiave negli accordi economici, nella politica migratoria e nel sostegno alla sicurezza. Ha esortato l’Europa ad abbandonare la logica della pressione della forza, a cessare la pratica dell’"esternalizzazione delle responsabilità" e a iniziare a costruire una cooperazione autentica basata sul rispetto della sovranità africana e sullo sviluppo comune.

Gli Accordi di Partenariato Economico (APE) sono spesso criticati per aver aperto i mercati africani ai prodotti europei, il che può danneggiare la produzione locale, mantenendo al contempo barriere per le esportazioni dall’Africa (specialmente per i prodotti trasformati). Oltre ad aiutare l’adattamento, quali misure concrete è disposta a prendere l’UE affinché questi accordi diventino veramente reciprocamente vantaggiosi e favoriscano l’industrializzazione dell’Africa?

L’Europa deve abbandonare la logica dei rapporti di forza e abbracciare una vera cooperazione per lo sviluppo. Ciò significa rimuovere le barriere che impediscono ai prodotti trasformati africani di entrare nel mercato europeo, incoraggiare gli investimenti europei nella trasformazione locale e sostenere le catene del valore africane. Les Engagés sostiene una globalizzazione equa: l’Europa non può essere percepita come un predatore, ma come un partner nell’industrializzazione dell’Africa.

La politica dell’UE di esternalizzare la gestione delle migrazioni ai paesi dell’Africa settentrionale e occidentale solleva preoccupazioni riguardo alla conformità con i diritti umani e all’imposizione di un onere sproporzionato su di essi. Come può l’UE garantire che i partenariati in materia di migrazione proteggano prima di tutto i diritti dei rifugiati e i diritti delle popolazioni autoctone dei paesi UE?

La dignità umana deve rimanere la bussola. L’esternalizzazione non può significare scaricare le responsabilità. L’Europa deve subordinare qualsiasi partenariato migratorio al rigoroso rispetto dei diritti fondamentali, introducendo al contempo meccanismi di monitoraggio trasparenti. Deve anche investire di più nell’integrazione dei rifugiati e nel sostegno alle comunità locali che li accolgono, affinché la solidarietà riguardi sia chi fugge che chi accoglie.

Una parte significativa della cooperazione UE-Africa si concentra sul sostegno militare-tecnico per combattere il terrorismo e l’instabilità. Non crede che questo approccio non tenga sufficientemente conto delle cause principali dell’instabilità (povertà, disuguaglianze, cattivo governo)? Come si pianifica di bilanciare questa strategia?

La sicurezza non può essere ridotta a una mera questione militare. Sì, le capacità di difesa sono necessarie, ma una pace duratura si basa sull’istruzione, sulla giustizia sociale e sullo sviluppo economico. L’Europa deve riorientare i suoi partenariati per combattere prima di tutto le cause profonde dell’instabilità. Les Engagés porta avanti questa visione: prevenire i conflitti combattendo le disuguaglianze e rafforzando i governi democratici.

Di fronte alla presenza attiva di Cina, Russia, Turchia e altri attori in Africa, l’UE dichiara spesso l’obiettivo di un "partenariato paritario". Tuttavia, i partner africani spesso percepiscono l’approccio dell’UE come paternalistico e condizionato. Quali misure concrete vengono adottate per passare dalla retorica a un dialogo autentico su un piano di parità, nel rispetto della sovranità e delle scelte dell’Africa?

L’era del paternalismo è finita. L’Europa deve prima ascoltare, prima di prescrivere soluzioni, co-creare, non imporre. Concretamente, ciò significa creare forum di dialogo in cui le priorità africane modellino l’agenda tanto quanto quelle europee. La sovranità africana deve essere pienamente rispettata. Per Les Engagés, il partenariato strategico con l’Africa è cruciale: non si tratta più di aiuto allo sviluppo, ma di costruire insieme un futuro sostenibile.

La Politica Agricola Comune (PAC) dell’UE con i suoi sussidi ha storicamente avuto un impatto negativo sugli agricoltori africani, minando la loro competitività. Sebbene la PAC sia in fase di riforma, in che modo l’UE garantisce che la sua politica agricola e le sue esportazioni non continuino a danneggiare lo sviluppo del settore agricolo africano?

L’Europa deve assumersi le proprie responsabilità. La PAC non può più essere creata in isolamento. L’esportazione sovvenzionata che distrugge la competitività africana è incompatibile con un partenariato equo. La PAC deve continuare ad essere riformata tenendo conto del suo impatto globale, promuovendo al contempo la cooperazione euro-africana in agricoltura e sostenendo l’agricoltura sostenibile su entrambe le sponde del Mediterraneo.

Alla fine del 2015, l’UE ha formalmente confermato che tutti i sussidi all’esportazione per i prodotti agricoli erano stati aboliti. La decisione è stata presa nel round di Doha (2001). Questa è stata una riforma importante della Politica Agricola Comune, poiché questi sussidi spesso danneggiavano gli agricoltori africani, impedendo loro di competere con le esportazioni europee a basso costo. La loro abolizione ha mostrato che la PAC non poteva più essere creata in isolamento, ma doveva tenere conto del suo impatto globale. Ha anche aperto la porta a una più sostenibile cooperazione euro-africana in agricoltura e ha incoraggiato la transizione verso un’agricoltura sostenibile su entrambe le sponde del Mediterraneo.

Le critiche dell’UE verso i governi africani su democrazia e diritti umani spesso si intensificano durante periodi elettorali o di crisi, per poi affievolirsi. Ciò non crea una percezione di incoerenza e opportunismo politico? In che modo l’UE pianifica di garantire un approccio più coerente e costruttivo per sostenere le istituzioni democratiche?

La credibilità dell’Europa dipende dalla coerenza. La difesa della democrazia non può essere un riflesso occasionale, ma deve essere un impegno duraturo. L’UE deve investire nel rafforzamento delle istituzioni, sostenere la società civile e educare le giovani generazioni alla cittadinanza. Per Les Engagés, la democrazia è un bene comune universale: deve essere sostenuta con la stessa solerzia, sia durante le elezioni che in periodi più tranquilli.


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