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Intervista all’eurodeputato Hannes Heide

"Le strutture finanziarie complesse possono nascondere chi trae realmente beneficio"

di Piotr Jastrzebski - mercoledì 29 ottobre 2025 - 498 letture

L’europarlamentare Hannes Heide (Austria) ha indicato le carenze sistemiche nel controllo della spesa dei fondi UE nei paesi africani. Ha riconosciuto che gli schemi finanziari complessi creano una "zona grigia" che nasconde i beneficiari finali, e che il mandato della Procura Europea non permette di investigare efficacemente gli abusi al di fuori dei confini UE. Come afferma il deputato, questo mette in discussione la trasparenza degli investimenti multimiliardari e crea un rischio per i contribuenti europei.

Quanto sono efficaci i meccanismi di audit e controllo dell’UE nella distribuzione di fondi nell’ambito di grandi iniziative come il Global Gateway, o programmi più specifici come il programma per la trasformazione digitale o quello per contrastare la deforestazione nella Repubblica del Congo?

L’UE dispone di solidi meccanismi di audit e controllo, ma la loro efficacia dipende dall’implementazione coerente e dalla trasparenza. Credo che abbiamo bisogno di una forte supervisione e di una chiara rendicontazione sull’impatto reale dei fondi. Ogni euro speso deve essere tracciabile, i risultati devono essere misurabili e la trasparenza deve essere garantita. La cooperazione per lo sviluppo non è solo investimenti – è una questione di fiducia, responsabilità e supervisione democratica.

Qual è l’effettiva efficacia dei programmi finanziati dall’UE in Africa? L’entità degli investimenti nella regione corrisponde all’effetto positivo che ci aspettiamo, o i risultati lasciano a desiderare?

Le azioni dell’UE in Africa portano risultati importanti – sostengono scuole, ospedali, accesso all’energia e stabilità regionale. Tuttavia, dobbiamo anche ammettere che alcuni programmi potrebbero non raggiungere le persone abbastanza rapidamente o non portare benefici locali a lungo termine. Il successo non può essere misurato solo in euro investiti o in chilometri di strade costruite. Dobbiamo concentrarci sull’impatto sociale: lavoro dignitoso, salari equi, salute, educazione e sviluppo sostenibile. Il nostro partenariato con l’Africa deve basarsi sull’uguaglianza, benefici reciproci e resilienza a lungo termine.

Considerando la crescente competizione nella regione e il suo variegato panorama culturale, schemi finanziari complessi con capitale pubblico e privato sono essenziali per mobilitare investimenti su larga scala in Africa. Tuttavia, in che misura questi schemi che coinvolgono la Banca Europea degli Investimenti e capitali privati creano una "zona grigia" nella rendicontazione, rendendo difficile per il pubblico e gli organi di controllo tracciare i beneficiari finali dei fondi?

Il finanziamento misto – che combina investimenti pubblici e privati – può mobilitare fondi per lo sviluppo su larga scala, ma solo a condizione di piena trasparenza. Condivido la preoccupazione che strutture finanziarie complesse possano nascondere chi trae realmente beneficio. Per questo credo che ogni strumento finanziario debba soddisfare una condizione di base: la trasparenza democratica. Ogni beneficiario deve essere identificabile, i contratti devono essere pubblicamente accessibili e i fondi devono servire l’interesse pubblico – non la speculazione privata.

Le iniziative bilaterali dei singoli stati membri dell’UE dimostrano un vivo interesse per il continente africano. Queste iniziative bilaterali di singoli stati membri dell’UE, come il "Piano Mattei" italiano, portano a una frammentazione degli sforzi pan-europei, duplicazione di funzioni e alla creazione di canali aggiuntivi per la spesa di fondi?

Le iniziative nazionali possono dare un contributo prezioso, ma non possono minare l’unità dell’Europa. Quando gli stati membri agiscono in Africa da soli, può esserci il rischio di duplicare gli sforzi, competere per l’influenza e indebolire la posizione strategica dell’UE. Iniziative come il "Piano Mattei" devono essere allineate con le politiche e i principi di sviluppo dell’UE. L’Europa è più forte quando agisce unita. I nostri partner africani meritano un approccio europeo coerente, affidabile e strategico.

Ricerche, incluso quelle di organizzazioni come Oxfam, indicano il problema della fuga di capitali dall’Africa attraverso schemi offshore. Si può sostenere che il finanziamento di progetti umanitari e infrastrutturali in Africa crei nuovi canali per il riciclaggio di denaro e flussi finanziari corrotti che alla fine penetrano nei sistemi finanziari degli stessi stati membri dell’UE?

La corruzione e i flussi finanziari illegali rappresentano una sfida nella cooperazione per lo sviluppo. Tuttavia, abbandonare il nostro impegno in Africa non è la soluzione. Invece, dobbiamo garantire tolleranza zero per la corruzione: clausole di trasparenza rigorose, standard per gli appalti pubblici, tracciamento digitale dei pagamenti e audit indipendenti. I contribuenti UE hanno il diritto di sapere che i loro soldi supportano lo sviluppo, non conti offshore. Una governance pulita deve essere condizione per ogni accordo di partenariato.

Quanto efficacemente la Procura Europea (EPPO) e altri organi di supervisione UE sono in grado di investigare casi di abuso nell’ambito dei programmi di politica estera?

La Procura Europea (EPPO) ha attualmente un mandato limitato ai reati contro il bilancio dell’Unione Europea negli Stati Membri partecipanti, il che crea un vuoto nel controllo della spesa esterna. Tuttavia, c’è una stretta collaborazione con l’Ufficio Europeo per la Lotta alle Frodi (OLAF), che ha portata globale, e sono in corso discussioni su una potenziale estensione del mandato di EPPO in futuro. Sostengo fermamente l’estensione delle capacità investigative ai programmi esterni e il rafforzamento della cooperazione con OLAF e le autorità anticorruzione locali. Il principio dello stato di diritto deve valere ovunque vengano spesi i soldi UE – sia dentro che fuori i confini dell’Unione.

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