Informazione. Un anno di Tv: 6 notizie dall’Etiopia; 208 su Carla Bruni
Le crisi umanitarie dimenticate dalla Tv nel rapporto 2008 di Medici Senza Frontiere e Osservatorio di Pavia. I Paesi e le malattie di cui le nostre Tv non parlano. Un mese di colera nello Zimbabwue vale 12 notizie; un’estate della coppia Briatore/Gregoracci, 33 notizie
Per l’ottavo anno consecutivo, Medici Senza Frontiere, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia, ha reso noto il rapporto sulle crisi umanitarie mondiali più gravi e ignorate dalle Tv italiane nel 2008.
La tendenza dei telegiornali Rai e Mediaset è quella di far sapere il meno possibile quello che accade nel mondo. La prova di quanto affermato è contenuta nelle cifre rese note da MSF. Infatti, se nel 2006 le notizie delle crisi umanitarie rappresentavano il 10 per cento dello spazio totale dei telegiornali, sono passati all’8 per cento nel 2007 e al 6 per cento nel 2008. Molto più spazio i telegiornali italiani lo dedicano al gossip o a questioni relative al “troppo” caldo o al “troppo” freddo. Nulla si deve sapere, invece, dell’Etiopia, dei malati di Tbc, di quelli con il colera o l’Aids. Anche quando si parla di certi Paesi com’è il caso dell’Irak o del Pakistan, lo si fa per dare notizie di attentati o sul dibattito politico che suscitano quei fatti in Italia o negli Usa oppure per le elezioni. Nulla si dice, invece, del dramma delle popolazioni civili, di come vivono e soffrono la guerra adulti e bambini.
Anche per il 2008 la tendenza delle nostre Tv è di parlare di contesti di crisi soprattutto laddove sono coinvolti cittadini italiani o comunque occidentali. E’ quella che viene chiamata la “legge di McLurg” che stabilisce per i disastri, una scala graduata di notiziabilità, secondo la quale l’importanza degli eventi diminuisce in maniera proporzionale alla loro distanza dal luogo dove si trova l’organo di informazione che ne dà notizia. In base alla “legge di McLurg”, per coprire un evento con vittime, il numero dei morti deve essere proporzionale alla distanza del luogo dell’evento. La legge ammette un’eccezione nel caso in cui nell’evento siano coinvolti cittadini vicini alla fonte di informazione (ad esempio un europeo equivale a ventotto cinesi, due minatori gallesi equivalgono a cento pakistani).
La ricerca di MSF e Osservatorio di Pavia ha osservato i comportamenti dei TG Rai e Mediaset nelle edizioni del primo pomeriggio (12,25, 13, 13,30, 14,20) e quelle serali (18,30, 18,55, 19, 20, 20,30). Questa la Top ten delle crisi dimenticate dalle Tv italiane:
| Le 10 crisi 2008 | N. notizie dei telegiornali | |
| Irak | 412 | |
| Pakistan | 185 | |
| Somalia | 178 | |
| Myanmar | 135 | |
| Malnutrizione | 110 | |
| Rep. Democratica Congo | 70 | |
| Zimbabwe | 57 | |
| Sudan | 54 | |
| HIV/TBC | ||
| HIV 34 | ||
| TBC 5 | ||
| HIV/TBC 0 | ||
| Etiopia | 6 |
Irak − Il contesto iracheno è stato, come nel passato, una delle aree di crisi più rappresentate dai TG italiani. E’ stata narrato in 412 notizie/servizi e all’interno di queste notizie c’è un po’ di tutto: dallo sciopero della fame di Marco Pannella contro la pena capitale per l’ex primo ministro Tarek Aziz alla scarpa lanciata contro Bush dal giornalista iracheno. Gli attentati hanno avuto 135 notizie e 83 notizie hanno risvolti italiani nel senso del coinvolgimento del nostro Paese nella guerra come ad esempio i 39 servizi dedicati alla commemorazione della strage di Nassirya.
Pakistan − Sulle 185 notizie dal Pakistan, ben 82 riguardano elezioni e attentati. Tra gli attentati, quello seguito con più attenzione (con 22 servizi), è stato quello dell’hotel Marriott a Islamabad. L’albergo fa parte della famosa catena Usa ed è situato in una zona della capitale ad alta presenza occidentale. Il resto delle notizie riguarda la lotta al terrorismo, il sequestro di 200 persone in una scuola (4 notizie) e il bilancio di un terremoto con 160 morti (4 notizie).
Somalia − Su 178 notizie dedicati alla Somalia, 64 riguardano il rapimento di due volontari italiani. Quando sono liberati, 10 notizie riguardano esclusivamente il loro rientro. Altre notizie (50) riguardano gli atti di pirateria e si parla delle popolazioni solo marginalmente soprattutto a seguito degli scontri fra islamici e truppe governative.
Myanmar − Nel maggio 2008 il ciclone Nargis causa 130 mila vittime nel Paese del Sud-Est asiatico. Delle 135 notizie sul Myanmar, 115 riguardano il ciclone, le sue conseguenze e gli aiuti alla popolazione. Esaurito il ciclone, anche le notizie sul Myanmar scompaiono dagli schermi Tv.
Malnutrizione − Delle 110 notizie, metà sono dedicate al vertice Fao che si tiene a Roma a giugno. Nei primi 6 mesi dell’anno alla malnutrizione sono dedicate 27 notizie quasi tutte sull’aumento del prezzo delle derrate alimentari e alle proteste in vari Paesi (Haiti, Bangladesh, India). Poi un po’ di notizie sull’appello del papa, sulla giornata mondiale dell’alimentazione, la pubblicazione del rapporto sull’insicurezza alimentare, e il rapporto di MSF sulla carestia in Etiopia. Se facciamo un paragone con le altre notizie dei nostri TG abbiamo:
un anno di fame = 110 notizie
un inverno di influenza = 121 notizie
Congo − Su 70 notizie dal Congo, 63 sono notizie sulla ripresa della guerra. Prima di questi eventi drammatici, avvenuti in ottobre, il Congo incideva solo per 5 notizie con servizi dedicati a progetti di assistenza italiani o ad interviste a operatori umanitari anch’essi italiani.
Zimbabwe − Rai e Mediaset hanno dedicato, in un anno, 58 notizie allo Zimbabwe. Ben 31 di queste notizie sono relative alle elezioni di marzo e al contestato ballottaggio di giugno. All’epidemia di colera di agosto, 12 notizie e solo dopo che il governo dichiara l’emergenza nazionale. Il paragone con le notizie di come passano l’estate due inutili personaggi sono evidenti:
1 mese di colera = 12 notizie
un’estate di Briatore-Gregoracci = 33 notizie
Sudan − Quella che vive il Sudan è una tragedia dimenticata così come dimenticata è la regione del Darfur. Nel 2008 delle 53 notizie dedicate al Sudan, 11 sono incentrate su iniziative di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (testimonial George Clooney). Fra gli altri eventi, il dirottamento di un aereo per opera dei ribelli (10 servizi ad agosto), l’accusa per il presidente del Sudan di genocidio e crimini di guerra (8 notizie), gli scontri tra esercito e ribelli (9 notizie). In compenso i nostri TG sono tutti preoccupati del caldo che fa in Italia in estate:
un anno di Sudan = 53 notizie
tre mesi di caldo = 81 notizie
Hiv e Tbc − Si parla di Hiv soprattutto sulle iniziative di raccolta fondi. Su 34 servizi, 18 sono dedicati alla raccolta fondi, 8 trattano l’aspetto medico-scientifico e i passi avanti nella ricerca. Non mancano servizi in cui si parla dei malati, delle loro storie. Sono, però, tutti malati occidentali. Alla tubercolosi solo 5 notizie in un anno di TG, nonostante la Tbc sia una delle principali cause di morte per le persone affette da Hiv/Aids e circa un terzo dei 33 milioni di persone con Hiv/Aids nel mondo è affetto da Tbc in forma latente. Ogni anno la tubercolosi colpisce 9 milioni di persone e ne uccide due milioni. Spesso quando si parla di Tbc nel mondo i TG si concentrano sull’Italia e sull’allarme della recrudescenza della tubercolosi nel nostro Paese.
Etiopia − Sono solo 6 le notizie dall’Etiopia trasmessi da Rai e Mediaset. Sono notizie che riguardano il conflitto fra ribelli e forze governative e sulla siccità e la carestia, argomenti, quest’ultimi, resi noti grazie alla sensibilizzazione portata da MSF. Anche qua balza agli occhi la sproporzione fra le notizie dell’Etiopia e il gossip Tv:
un anno di Etiopia = 6 notizie
un anno di Carla Bruni = 208 notizie
Da un confronto tra Rai e Mediaset, il network che risulta aver dedicato più notizie alle crisi mondiali è la Rai con l’8 per cento del tempo, mentre Mediaset arriva al 4%. Fra le reti, al primo posto Rai Tre (13,49 per cento). Per quanto riguarda Mediaset, la rete più “sensibile” alle crisi è stata Rete 4 con il 7,05 per cento. Questo in dettaglio il numero di notizie per network e i servizi divisi per rete:
| Notizie TG | Rai (n. notizie) | Rai % | Mediaset (n. notizie) | Mediaset % | |||||
| Altre notizie | 35.977 | 92 | 40.482 | 96 | |||||
| Crisi | 3.159 | 8 | 1.742 | 4 | |||||
| Totale | 39.136 | 100 | 42.224 | 100 |
| Notizie TG | Rai 1 | Rai 2 | Rai 3 | Rete 4 | Canale 5 | Italia Uno | ||||||
| Crisi | 1.045 | 931 | 1.183 | 647 | 621 | 474 | ||||||
| Altre notizie | 13.249 | 12.594 | 10.134 | 11.240 | 13.126 | 16.116 | ||||||
| Totale | 14.291 | 13.525 | 11.317 | 11.887 | 13.747 | 16.590 |
Vediamo ora, dalla tabella che segue, il numero delle notizie dedicate alle principali crisi internazionali che hanno ottenuto più copertura mediatica nel 2008. Sono, in genere, eventi avvenuti a seguito di nuovi focolai di conflitti. Altre sono crisi continue nel tempo, cioè crisi che non nascono da fatti avvenuti nel 2008, ma che al tempo stesso non sono continuamente così visibili sui teleschermi (ad esempio il Tibet). Per quanto riguarda la Colombia se ne parla soprattutto in occasione della liberazione di Ingrid Betancourt, dopo sei anni di prigionia nelle mani dei guerriglieri delle Farc:
| Crisi | N. notizie | |
| Medioriente | 936 | |
| Caucaso | 584 | |
| Afghanistan | 538 | |
| Tibet | 461 | |
| Irak | 412 | |
| India (Mumbai) | 220 | |
| Pakistan | 188 | |
| Somalia | 181 | |
| Mondo | 179 | |
| Colombia | 166 | |
| Altre crisi | 1.036 | |
| N. totale notizie | 4.901 |
I mass media italiani, in particolare le televisioni, peccano di provincialismo. E spesso ignorano ciò che succede al di là del proprio muro di casa per occuparsi di notizie leggere e facilmente metabolizzabili e digeribili. Certamente molto più facile occuparsi del Grande Fratello o dell’Isola dei famosi e fare Tv spazzatura piuttosto che occuparsi dei problemi del mondo, dalle guerre alle malattie, dalle guerre dimenticate dai media al dramma dell’Aids, alla tubercolosi, al colera che ancora oggi uccidono come uccidono malattie che in Occidente si guariscono andando in farmacia ad acquistare poche pillole.
I numeri della povertà e della malnutrizione sono terribili, ma noi siamo più preoccupati se c’è freddo o troppo caldo, se arriverà l’influenza e se ci sono ingorghi sulle strade del week end. Quello che un tempo era normale in inverno o in estate (freddo o caldo) oggi, spesso, è l’apertura del telegiornale, la notizia del giorno. E i numeri di povertà e malnutrizione, sono veramente terribili: il 98 per cento delle persone povere vive in Paesi in via di sviluppo e il 50 per cento è costituito da agricoltori; 853 milioni di persone soffrono la fame, 18 milioni in più rispetto alla fine degli anni Novanta; il 70 per cento sono donne, spesso unico punto di riferimento familiare; un terzo dei bambini e più del 90 per cento sono malnutriti o soffrono di gravi carenze nutrizionali; ogni 3,6 secondi, una persona muore di fame, quasi sempre si tratta di un bambino sotto i cinque anni d’età.
Le crisi umanitarie per i nostri telegiornali “non fanno notizia”. Accadono in Paesi dove non sono in gioco interessi italiani, lontani culturalmente e geograficamente. In Darfur ci sono milioni di persone in fuga costrette a vivere in campi sovraffollati, donne violentate, bambini che muoiono di fame, eppure quando le Iene domandano ai politici nostrani: “Che cos’è il Darfur?”, le risposte sono pietose, uno addirittura risponde “uno stile di vita veloce”.
- Ci sono 1 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Condivido pienamente, a scatola chiusa il contenuto di questo articolo (non ho la possibilità ed il tempo di contare le notizie!). Pur non guardando molta Tv italiana (per scelta e per circostanza) ho dei ricordi di notevoli banalità degli argomenti trattati e dell’informazione pubblica in italia, e in linea di massima i numeri citati potrebbero esser davvero realistici. Purtroppo devo constatare che la situazione non è molto migliore nemmeno negli altri paesi in cui ho vissuto e la necessità di ricerca di informazione non pilotata è e sarà a mio avviso sempre maggiore nelle persone che si preoccupano di capire un po di più quelo che succede anche un po più in la del pianerottolo di casa. Questo ha naturalmente un duplice effetto: pone le persone ed i media ad una scelta di comportamento ben precisa. Oggi chi cerca una informazione depurata dagli schemi di chi trasmette deve attivarsi e cercarla da sè. Chi non cercherà l’informazione in modo attivo ovviamente subirà una informazione parziale e preconfezionata ad opportuni utilizzi, e srà maggiormente esposto a condizionamenti di varia natura. La colpa però non sarebbe quella d’esser pigri a cercare informazione, ma sarebbe quella ben più grave di esser realmente disinteressati a conoscere e capire realtà e fenomeni, oppure la colpa ancor più grossa dell’essersi confinati in una realtà davvero piccola per cui poca è la necessità di approfondire all’esterno. Se è vero che l’informazione pubblica si è allontanata per convenienza e per scelta da una rappresentazione imparziale e completa della realtà, è vero anche che chi se ne è accorto ha già trovato dei canali alternativi di osservazione e comunicazione. La teoria dell’evoluzione farà il resto.