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Informare e comunicare covid-a-mente

Il virus, di cui non conoscevamo nemmeno l’esistenza, è un mistero che ci costringerà a riscrivere la nostra storia.

di Massimo Stefano Russo - venerdì 31 dicembre 2021 - 3808 letture

Facile, così sembra, parlare di informazione e comunicazione, ma tutto con la pandemia diventa nei fatti problematico. Il virus, di cui non conoscevamo nemmeno l’esistenza, è un mistero che ci costringerà a riscrivere la nostra storia. Dove ci condurrà la pandemia e come viviamo il tempo pandemico? Ci vorranno anni per acquisire conoscenze specifiche e sapere significativo, probabilmente senza riuscire mai a sapere tutto, ma ogni giorno la conoscenza scientifica amplia il perimetro di quanto sappiamo o crediamo di sapere su Sars-Cov 2 che preoccupa tutti.

In quale ottica va vista la pandemia? Quali idee ci si è formati in quest’anno, tra tante ipotesi e poche certezze, con molti interrogativi? L’eccesso di informazione che determina squilibri, appesantisce e porta fuori strada. Il neologismo infodemia, schiacciati dalle notizie e dai rapporti sulla pandemia, sottolinea i danni, i guai dell’abuso scriteriato di una comunicazione e informazione a senso unico.

La parola pandemica, con gran parte dei nostri pensieri rivolti a essa, è una parola virale che mette a disagio, in riferimento al malessere, alla malattia, al morbo che annienta e arriva a compromettere irrimediabilmente la stessa vita.

Come considerare questa comunicazione incessante, ossessionati dall’invasione dei ricorrenti temi pandemici onnipresenti nella quasi totalità dei discorsi sia pubblici che privati? La pandemia è una priorità importante, ma come evitare lo sfinimento?

L’affabulazione pubblica di esperti di ogni genere e tipo, a metà strada tra conoscenza scientifica e buon senso, in veste diversa e sotto molteplici aspetti, ha fatto e continua a dare spettacolo. Ci ritroviamo così nel rimuginare e intrattenersi faticosamente, tra esaltati sprovveduti, sicuri di sé; si ritengono allettanti in qualsiasi situazione e condizione, senza imbarazzo alcuno. Si rimane sconcertati. Abbiamo assistito a veri e propri sproloqui che spacciano l’ignoranza grossolana e volgare in forma di originale conoscenza. Come non trovare sgradevoli la sciatteria e i modi irriguardosi degli incompetenti senza qualità alcuna? Tartassati da un blaterare che innervosisce, ascoltiamo domande inspiegabili, senza risposta alcuna. Chiacchiere di servizio, con discorsi che non portano a nulla, senza entrare nel merito e parlarne nello specifico. Dimentichiamo la necessaria capacità di ascolto e l’attenzione riflessiva.

Informare sull’eccezione e sugli eventi eccezionali è rilevante ed estremamente importante. Chi informa e comunica è chiamato a essere responsabile delle notizie che dà. Le informazioni servono per orientarci e muoverci nello spazio e operare delle scelte. Nell’epoca del digitale, con l’accesso libero e gratuito a più informazioni in quantità ridondante, molte cose sono cambiate. Le informazioni sul web e nei social, si diffondono rapidamente, grazie alle reti di conoscenze e agli influencer, ci fanno trovare quanto desideriamo ed è difficile e improbabile leggere qualcosa di diverso rispetto a ciò di cui si è già convinti. Come mettere ordine nell’enorme quantità di dati? La ricerca che raccoglie, studia e analizza i dati, sviluppa i codici informatici, simula e interpreta i risultati per spiegarli e comprenderli, arrivando a conclusioni e risposte valide. Si può spiegare solo ciò che si conosce e per riuscire a farlo bene bisogna avere le competenze necessarie e gli strumenti sia teorici che tecnici indispensabili.

L’informazione è cruciale, ma spesso non è facilmente disponibile e non possiamo darla per scontata. Chi informa è responsabile di ciò che comunica, in quanto legittima la notizia.

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La conoscenza scientifica è difficile da sintetizzare e renderla comprensibile ai più: i molti fattori sconosciuti restano il vero problema.

Il problema pandemico va risolto con saggezza previdente. Bisogna tenere in debito conto le condizioni ambientali e sociali, dove ci si muove, agisce e si parla. Chi sta pagando il prezzo più alto della pandemia? Il rischio, per tenersi al riparo, è di ritrovarsi imprigionati, impossibilitati a vivere normalmente. Su cosa fare affidamento? A chi e a cosa dare fiducia? Come fugare le paure e continuare a soddisfare i nostri desideri? Come pensare correttamente, giustamente alla pandemia? Quali contromisure adottare? Cosa ci dobbiamo aspettare? Su quali punti decisivi fondare i principi del ragionamento, evitando i fraintendimenti?

Conservare la memoria del passato è importante, basti pensare al sistema empirico di ridurre i contatti, adottato sin dal Trecento. Le considerazioni empiriche riguardano i dati del fenomeno, con molti fattori, variabili e contingenti. Nell’agire e scegliere, capaci di libertà e raziocinio, gli interrogativi sono tanti e trovare le risposte valide è difficile. Per risolvere un problema bisogna tenere sotto controllo moltissime variabili nel distinguere adeguatamente il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto. L’approccio scientifico ci permette di trovare risposte solide e valide. I teorici del complotto che fraintendono in modo infantile i fatti, nel distorcere la realtà, credono più all’impossibile che all’improbabile e l’ostinazione di chi non sente ragione esaspera. Ascoltare chi urla e sbraita non vale la pena, ma per arrivare a conclusioni condivise o chiarire i punti di disaccordo ci vuole molta buona volontà e tanta pazienza. Da animali sociali, abituati a vivere in gruppo, le relazioni sociali sono fondamentali per definire l’identità e riconoscersi nel presente, ma oggi si riducono e si disperdono nelle interazioni a distanza, confinate nell’intesa “da remoto”. La rappresentazione di sé, affidata alle nuove tecnologie, diventa ancora di più simbolica, rispetto al reale. Incapaci di costruire attorno a loro una barriera protettiva sono esposti al contagio i più fragili, i più deboli in tutti i sensi. Per sfuggire al pericolo ci si rifugia, ma come evitare che la paura, nel vivere dentro, metta le radici? Per intervenire sulla contagiosità, di fronte al virus che da mostro invisibile si infila dentro il corpo, la vaccinazione, è prioritaria via razionale per il contenimento dell’infezione e uscire dalla pandemia.

Le informazioni basilari corrette, capaci di imparare dai propri errori, ci permettono di agire nel modo giusto, senza farsi attanagliare dalla paura che genera insicurezza; ancor di più se si hanno le idee chiare. Bisogna continuare a porsi domande, alimentati da meraviglia e curiosità, nel discernere, con spirito critico, il vero dal falso, consapevoli che la scienza, fonte di progresso e salvezza, assieme alla vita è la cosa più preziosa che abbiamo.


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