Sei all'interno di >> :.: Primo Piano | Politiche |

Indignazione cilena

Augusto Pinochet è stato ed è rimasto intoccabile, nonostante i suoi crimini siano la summa dei peggiori crimini mai commessi nella storia umana, fin tanto che non ha commesso l’errore di toccare il dinero...

di paskal007r - giovedì 1 settembre 2005 - 3700 letture

Il "padre del cile", Augusto Pinochet, l’uomo che la C.I.A. ha trasformato con decenni di duraturo impegno in un generale prima e in un dittatore poi, organizzatore dello sterminio di un’intera generazione di oppositori, riuscì ad affascinare un pò tutti quelli in Occidente cui piace il potere, dalla stessa C.I.A. fino all’F.M.I. e alle più alte cariche ecclesiastiche del papato di Woytiwa.

Nel 1993 durante le sue nozze d’oro il miglior esponente della scuola delle Americhe (dove si formavano e si formano tutt’oggi torturatori, genocidi et similia) ricevette gli entusiastici auguri e le improbabili felicitazioni direttamente dal vaticano, firmate nientepopodimeno che dal cardinale Sodano e dallo stesso Woitiwa.

Quell’uomo che fece torturare più di 35.000 persone (e nonostante ciò ottenne il plauso della chiesa) è rimasto illeso perfino nel suo onore anche dopo il passaggio cileno alla democrazia, ottenendo in cambio della democrazia stessa l’assoluta immunità giudiziaria...

Finché la sete di giustizia dello stato cileno non l’ha raggiunto nella sua furia più cieca, le vittime stavolta avevano gridato abbastanza forte da scuotere dall’inerzia i giudici e da muovere il governo verso la rimozione dell’immunità che lo proteggeva, tante, troppe vittime. Il loro numero è stato stimato tra i 5 e i 6 miliardi! Di pesos.

Questi soldi, in circa 128 conti segreti si trovano negli U.S.A., in Gran Bretagna, in Svizzera, un vero tesoro nascosto al fisco.

La giustizia, anche quella internazionale (che a suo tempo ebbe l’occasione e lo costrinse agli arresti in Inghilterra in attesa di decidere SE dovesse esserne giudicato), si è fermata davanti ad Augusto quando in ballo c’erano decenni di dittatura e un genocidio, ma non ha esitato davanti a 6 miliardi di pesos.

Ma il caso cileno non finisce qui, non smette di mostrare lo squallore del sistema mondiale, di smascherare le ipocrisie che i media non ci mostrano.

Perchè infatti mentre l’onta della giustizia che arriva solo per i quattrini va in scena con una assai più pietosa lettura dei fatti altri fatti continuano con muta presenza a ribadire la supremazia di interessi assai superiori a quelli di uno stato.

Sto parlando del furto legalizzato di materie prime che lo stesso Pinochtet prima ed il governo successivo poi hanno perpetrato contro il Cile.

Nel 1950, quando il mondo non è ancora cablato con linee di rame per tutto il mondo occidentale, il prezzo del rame è di 140 centesimi la libbra e il cile detiene il 40% della produzione, il che equivale ad avere lo stesso potere di controllo sul prezzo del rame che l’opec ha sul prezzo del petrolio. Ma nel caso del Cile il potere decisionale è stato gradualmente sottratto al governo dalle politiche ricattatorie dell’F.M.I., i cui dettami sono stati seguiti in pieno dal governo cileno sia sotto la dittatura di Pinochet che sotto il nuovo "governo democratico di centro sinistra". Sotto entrambi i governi le compagnie minerarie che operano in Cile (e che formalmente non sono proprietarie delle miniere ma le hanno soltante in "concessione piena") non hanno mai pagato un solo peso di tasse allo stato era rimasta soltanto la CODELCO, la compagnia di stato, che finanziava l’erario solo con le tasse (essendo compagnia di stato le pagava, gli investitori stranieri no). Queste compagnie hanno inoltre usufruito di agevolazioni governative nei loro investimenti. Grazie alla loro indipendenza hanno potuto aumentare la produzione del rame in modo da mantenere stabile la quotazione del rame fino al 1995, per poi farla colare a picco negli anni successivi fino a 9,4 centesimi la libbra nel 2001. Questo mentre l’Opec ha fatto salire il prezzo del petrolio a 60 e più dollari al barile.

I cileni in base alla loro costituzione sono i proprietari del rame che viene estratto in Cile, ma lo stato cileno che li rappresenta nonostante il volume delle esportazioni abbia raggiunto nel 2002 un volume di 5.000 milioni di dollari ha ottenuto un ’indennizzo per il popolo cileno di solo di 20 milioni di dollari, quanto basta alla compagnia per mantenere la concessione, indipendentemente dalla situazione finanziaria della stessa. Senza considerare il danno arrecato alla CODELCO per via della riduzione del costo del rame causata da una produzione ben al di sopra del necessario.

Se ipoteticamente il governo cileno decidesse di ascoltare il senatore Jeorge Lavandero , che da anni propone di far pagare le tasse alle compagnie minerarie, le corporazioni potrebbero indignarsi e rivolgersi alla corte del WTO per reclamare contro uno stato che ha limitato il mercato, se comunque non lo facessero, ci sarebbe ancora l’F.M.I. che in ogni caso negherebbe prestiti ed aiuti economici al Cile fin tanto che non farà tornare libero il proprio mercato.

Ricapitolando, Augusto Pinochet è stato ed è rimasto intoccabile, nonostante i suoi crimini siano la summa dei peggiori crimini mai commessi nella storia umana, fin tanto che non ha commesso l’errore di toccare il dinero nascondendo al fisco 6 miliardi di pesos; le corporazioni minerarie che operano in Cile sono riuscite, controllando il governo, a depredare un intero stato per miliardi di dollari l’anno per decenni, ma non solo non sono state portate in tribunale, hanno addirittura il coltello dalla parte del manico. Conclusione, Pinochet non è niente a confronto di una multinazionale e l’ideologia del libero mercato giustifica e rende perfettamente morale e legale tutto questo.


- Ci sono 0 contributi al forum. - Policy sui Forum -