Incontro con Frank Romano

L’attivista di Freedom Flotilla Coalition è stato ospite a Santa Teresa di Riva (Me) presso la Villa Ragno
Voltarsi dall’altra parte è sinonimo di complicità. Vale per qualsiasi situazione che obbliga esporsi e schierarsi in difesa dei diritti umani. E complicità è come dire indifferenza, un sentimento che fa sottovalutare la gravità delle cose. I colpi inflitti dalla guerra che ogni giorno diventano il quotidiano di chi subisce un conflitto, di generazione in generazione, senza alcuna prospettiva futura che possa cambiare il presente.
L’incontro svoltosi alla Villa Ragno a Santa Teresa di Riva è stata l’occasione per ribadire certi concetti, dati per scontati, ma con la necessità di sostenerli in ogni occasione di incontro e di dibattito. Ospite d’onore l’attivista Frank Romano che ha invitato i presenti a condividere e a diffondere l’idea di pace e di convivenza, unica panacea alle diatribe sociali che da sempre caratterizzano i rapporti dei popoli di ogni angolo del mondo.
L’incontro ha avuto come obiettivo quello di proporre ai comuni di elaborare una specifica mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, al quale hanno aderito il Comitato Palestina e circolo Rifondazione, il Comitato jonico beni comuni, l’Anpi Messina jonica F. Garufi e il Circolo PD.
Preceduto dall’intervento della portavoce del Comitato per il sostegno al popolo palestinese della riviera jonica messinese che ha organizzato l’evento, Stefania De Marco che, nel riassumere la tragica situazione che sta vivendo il popolo Palestinese, attaccato dall’arroganza dell’esercito israeliano e dalla politica annientatrice di Netanyahu, Primo ministro di Israele, deciso a cancellare dalla Storia i Palestinesi, ha invitato i presenti alla mobilitazione e alla reazione civile, evidenziando la necessità di esporsi e unirsi in un unico grido di dissenso a quanto i potenti del mondo cercano di imporci da troppo tempo.
Sulla stessa linea d’onda l’intervento di Frank Romano, ospite d’onore dell’incontro, l’attivista di Freedom Flotilla Coalition che, in merito all’eventualità di "esporsi", è davvero un esperto. Arrestato qualche anno fa dalle milizie israeliane ed espulso da Israele, accusato di disturbare le attività dell’esercito nello svolgimento del loro dovere, oggi vive tra la Francia e gli Stati Uniti, continuando imperterrito a sostenere il diritto di esistere dello Stato di Palestina e la fine del genocidio che si sta compiendo, tra l’indifferenza e la complicità, già menzionate, degli Stati alleati alla politca bellica di Israele e degli Stati Uniti.
Nel suo intervento, accolorato e invitante, ha coinvolto la platea a supporto di una giusta causa, quella che ha il sapore della pace, dei diritti umani e, soprattutto, del rispetto della vita di migliaia di civili che, come abbiamo più volte sostenuto, sono le dirette vittime delle conseguenze della follia bellica.
Ci ha raccontato i dettagli della vicenda della Madleen, la nave battente bandiera britannica, diretta a Gaza qualche settimana fa con l’intento di portare aiuti umanitari alla popolazione e assaltata dall’esercito israeliano. La nave era partita dal porto di Catania e ospitava a bordo l’attivista svedese Greta Thunberg. È stata bloccata in acque internazionali dalle autorità israeliane con la scusante di minimizzare l’iniziativa come mera attività propagandistica. Anche in questo caso, i governi internazionali hanno preferito "voltarsi" dall’altra parte, in pieno smacco delle più semplici e degne di rispetto norme internazionali.
Frank Romano, prendendo spunto da questo increscioso episodio di abuso di potere gratuito nei confronti dei civili che, sulla guerra a Gaza, oggi allargata all’Iran, non abbiano lo stesso punto di vista, pur ammettendo che nessuna soluzione da bacchetta magica è plausibile davanti all’arroganza dei potenti del mondo, l’unica reazione rimane quella di mobilitarsi e continuare a manifestare un’idea diversa del mondo, arrivando ad auspicare che non una, ma due, tre e forse anche di più, navi possano seguire l’esempio della Madleen e continuare la missione interrotta.
L’attivista franco-americano è stato chiaro nel suo discorso, evitando di trincerarsi su false speranze e sogni ad occhi aperti che rischiano di infrangersi nella dura realtà. Non c’è altro modo se non quello di aggregarsi, unire le forze e gli intenti, in un numero esponenziale di attivisti che, con idee diverse e spirito di coesione, aprino le porte della solidarietà e delle menti ottuse che, in una guerra, hanno riposto la loro ragione del vivere.
Frank Romano, con la giusta ironia che una sana follia richiede davanti all’indole malsana sparsa nel mondo, ha invitato indirettamente il nostro governo ad accogliere il primo ministro Netanyahu in Italia, con le forze dell’ordine pronte ad applicare il provvedimento della Corte Penale Internazionale, che ne prevede l’arresto per violazione del diritto internazionale umanitario. Un auspicio che, oltre a lasciare interdetti gli astanti, dubbiosi sulla serietà della provocazione sarcastica dell’attivista, ha voluto assumere i connotati della fantapolitica.
La fantapolitica che confonde i cittadini davanti alla scheda elettorale, ogni qualvolta si illudono di dare una scossa alle vicende del nostro Paese nel segreto dell’urna. La stessa che porta a sostenere coalizioni politiche con le quali, forse, andare a braccetto ogni tanto nelle piazze pensando di manifestare un’idea diversa da quella dei nostri governanti, finendo spesso per essere "complici", già i complici di un’incoerenza politica che non fa percepire una semplice regola: non si può scegliere un leader politico che si riempe la bocca di frasi fatte sulla pace e poi firma il finanziamento al riarmo.
Non si può far parte di un’immagine da condividere nei social, accanto a un pacifista per puro spirito propagandistico politico, soffocando nell’ipocrisia un ideale ben lontano da quello della pace ad ogni costo e della convivenza dei popoli, contro qualsiasi forma di discriminazione etnica, aggiungiamo noi.
Vogliamo chiudere, unendoci all’appello sincero di Frank Romano, prendendo a prestito un verso di una canzone di Fiorella Mannoia che contiene più che un invito, un vero e proprio dovere che non abbiamo più il tempo di ignorare: "Scegli da che parte stare".
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