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Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa

A proposito della grande manifestazione palermitana del 22 settembre contro gli inceneritori... e sul quasi assoluto silenzio stampa.

di Domenico Stimolo - domenica 23 settembre 2007 - 9026 letture

Sabato sera - 22 settembre - tornando a Catania, dopo quasi 15 ore di dinamica “trasferta”, ero convinto di avere partecipato ad una grande evento direttamente connesso ai principali quotidiani interessi della popolazione siciliana.

Ebbene, il 23 mattina, “sceso” in edicola, sono stato costretto a “rieducarmi”.

Era stato tutto un fantastico sogno.

A parere di carta giornalistica stampata è stato proprio così!

Non è successo proprio nulla.

Mi son dato due scoppole in faccia, giusto per capire se fossi sveglio, dormiente…o sognante.

Stante le “valutazioni” della “grande” carta stampata siciliana il ventidue settembre non è proprio successo nulla in Sicilia sull’enorme problema che riguarda la monnezza: inceneritori, gestione dei rifiuti, differenziata, stratosferiche tariffe siciliane.

Sul quotidiano “La Sicilia”: silenzio stampa

Sul quotidiano “Gazzetta del Sud”: silenzio stampa

Sul quotidiano “Giornale di Sicilia”…..si “avanza un dubbio”: viene riportata piccola nota: “ mille partecipanti”, accompagnata da foto.

Riguardo l’eventuale informazione pubblicata dal quotidiano “La Repubblica”, edizione Palermo/ Sicilia occidentale, qui a Catania e nell’isola orientale, nulla è da sapere, dato le ben note “giustificazioni” determinate dal monopolio…….antico stile “sale e tabacchi”. Semplicemente, nelle edicole delle nostre zone non è possibile trovare copia del suddetto quotidiano corredato dalle cronache siciliane.

Quasi, quasi, ero tentato, pur di sapere cosa fosse successo nel luogo del “misfatto”, di andare nel più vicino, a noi catanesi, luogo che usufruisce di una più larga libertà di stampa: sul “confine” nisseno. Giusto per avere un ulteriore contributo che mi permettesse di capire se il tutto fosse stato sogno o realtà.

Meno male che a far giustizia informativa aveva già pensato il TG3 regionale, edizione 19.30 di sabato, che, oltre un’ampia visione della manifestazione, ha confermato la presenza degli oltre tremila partecipanti. Grazie Tg3, per il ruolo svolto di informazione libera e democratica.

Anche se il giorno dopo è stata oscurata, la manifestazione realmente c’è stata.

Il corteo, partito alle ore 15.00, da piazza S.Cristina – estrema periferia palermitana nel quartiere di Borgonuovo -, è stato, contrariamente ai silenzi stampa, ben visibile, animato, e “gridato”.

Largamente partecipato da migliaia di cittadini siciliani provenienti in particolare, ma non solo, dalle quattro aree interessate alla preventivata realizzazione dei quattro enormi velenosi inceneritori: Pa/Bellolampo, Augusta, Paternò, Casteltermini.

Moltissimi i giovani, le rappresentanze delle associazioni ambientaliste, in particolare: Wwf, Legambiente, Greenpeace, e di tanti Comitati e composizioni della società civile. Folte le delegazioni dei partiti della sinistra palermitana, in specie prc, pdci e verdi ( assenti, per quel che si è visto, ds e margherita) e delle organizzazioni sindacali aderenti, Cgil e Cobas.

Tra i non molti rappresentanti della politica istituzionali partecipanti c’erano Rita Borsellino, Leoluca Orlando, Giusto Catania, alcuni deputati regionali della sinistra.

Da Paternò era presente una consistente delegazione di circa sessanta persone. Significativa la numerosa presenza di lavoratori del settore provenienti da Acireale ( con due autobus).

In una diecina circa ( molto pochi) venivamo da Catania città.

Dopo circa quattro ore, il lungo corteo, dopo avere vivacemente ribadito la propria netta contrarietà alla realizzazione dei quattro megainceneritori, al piano regionale dei rifiuti del governo Cuffaro, agli enormi aumenti operati sulla Tassa rifiuti in tutte le aree siciliane, alla strutturale inettitudine a condurre raccolta differenziata e riciclaggio, si è concluso nell’area di Bellolampo – a sei kilometri da Palermo – dove vorrebbero realizzare l’inceneritore.

I siciliani c’erano a Bellolampo. Tanti, uomini e donne, giovani.

Di fronte al grande evento che riguarda un questione centrale di noi siciliani solo la stampa siciliana è stata incomprensibilmente silente.


Domenico Stimolo del “Comitato per la Partecipazione e Democrazia “ di Catania


- Ci sono 10 contributi al forum. - Policy sui Forum -
Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
23 settembre 2007, di : cambio |||||| Sito Web: Foto

A tutti i partecipanti della manifestazione di bellolampo. Volete vedere le foto che ho scattato io?
Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
24 settembre 2007, di : emanuele gentile

sapete... non si devono disturbare i "padroni delle ferriere"... loro lavorano per noi...
Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
24 settembre 2007, di : cambio |||||| Sito Web: foto

Rettifica link avevo messo doppio "http"scusate
Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
25 settembre 2007, di : domenico

Importante appuntamento a Palermo giovedì 27 settembre.

Si svolgerà la “Conferenza di servizio” per la procedura del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, del Piano di gestione Rifiuti Solidi Urbani del Sistema Palermo Piattaforma di BELLOLAMPO.

La “conferenza” si tiene presso l’Assessorato Territorio e Ambiente (ARTA), Servizio 2 VIA-VAS di Via Ugo La Malfa 169, Palermo (l’appuntamento davanti l’ARTA è alle 10:00).

Decideranno l’autorizzazione di costruzione del mega INCENERITORE di Bellolampo/PA, uno dei più grandi in Europa.

L’allocazione prevista….ovviamente riguarda la Sicilia; l’area territoriale con la più bassa quantità - in assoluto – di raccolta di rifiuti differenziati, in Italia ed in Europa.

Bruciare è sempre più facile, spargendo nel territorio le venefiche sostanze delle nanoparticelle. Come da sempre fa la Mafia, inacidendo i corpi dei Loro nemici.

d.s.

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
26 settembre 2007, di : domenico stimolo

Ma perché alla grande manifestazione del 22 a Palermo non c’era la sinistra catanese?

Già, perché? Mi interrogo e lo chiedo. Non in forma retorica “provocatoria”, ma nelle vesti di cittadino elettore della sinistra. Della nostra provincia sono stati presenti: * Una sessantina di partecipanti organizzati dal Comitato di base di Paternò – il luogo ove il Governo regionale vorrebbe costruire un mega- inceneritore- con vari striscioni senza loghi di partito - con in testa l’infaticabile Paolo Gaurnaccia ( animatore “storico”, negli ultimi quattro anni, del NO inc.) e l’ex sindaca Ligresti. * Un gruppone, molto nutrito, di lavoratori, proveniente dall’area di Acireale, che di fronte alle dirompenti novità del “getti e brucia” non differenziato, intendono difendere il proprio posto di lavoro. * Una decina, scarsa, di cittadini catanesi che, con il “passa parola” e auto pagandosi il trasporto e quant’altro necessario, hanno inteso partecipare alla grande manifestazione palermitana.

Null’altro! Un “affiliato” al nostro piccolo gruppo, per tutto il tempo della manifestazione, con grande costanza, ha tenuto alto il simbolo della sua appartenenza politica (pdci), ma, il suo partito della nostra area provinciale non c’era. Così come, riguardo sempre alla nostra provincia, non c’erano in forma visibile ed organizzata, oltre il pdci detto: prc, sd, verdi, ds ( ormai “annegati” nel pd, né rappresentazioni di strutture sociali, sindacali ( c’era solo una componenete della segreteria cgil) ed associative varie. Non c’erano, inoltre, consiglieri comunali, provinciali, circoscrizionali, parlamentari di tutti i livelli. Non c’erano le associazioni ambientaliste e della società civile che a Catania, numerose, operano soltanto nella propria nicchia, frantumate, senza porsi la priorità degli obiettivi comuni.. Assenti anche i “grillini”. Nei fatti, in maniera molto concreta ed assoluta, non c’erano proprio le rappresentazioni della sinistra catanese.

Eppure, nella nostra provincia, a Paternò, a pochi silometri da Catania intendono costruire un inceneritore, parimenti alle province di Palermo, Siracusa ed Agrigento. Anzi, alcuni rappresentanti della destra - compreso sindaco e vicesindaco di Catania-, ma non solo, vorrebbero l’inceneritore alla zona industriale di Pantano d’Arci.

La PIATTAFORMA -che riprende gran parte degli obiettivi posti nel programma delle elezioni regionali dell’anno scorso a sostegno del candidato presidente Rita Borsellino - che ha promosso e sostenuto la manifestazione regionale del 22 settembre sulla Gestione dei Rifiuti contrasta in maniera decisa tutta la politica regionale del Governo Cuffaro. Sono state messe al centro cinque prioritari temi che riguardano in modo diretto, forte e significativo la quotidianità di tutti i cittadini siciliani: • Il rifiuto degli inceneritori, in quanto rappresentano una grave minaccia alla salute dei cittadini e alle risorse ambientali ed economiche dei Territori interessati, a maggior ragione dato il totale fallimento del Piano Regionale dei Rifiuti adottato in Sicilia nel 2002. * la netta contrarietà agli enormi ed ingiustificati aumenti delle tariffe sullo smaltimento dei rifiuti ( a Catania città e in moltissimi paesi della nostra provincia nell’ultimo anno le tasse sui rifiuti sono state pressoché raddoppiate). * lo strutturale status, clientelare e totalmente inefficace, che caratterizza le decine di ATO ( Ambiti Territoriali Ottimali) siciliani, che sono stati molti bravi solo nell’accumulare enormi perdite economiche per diverse centinaia di milioni di euro. * l’inesistenza di fatto nell’isola, a partire dalla nostra provincia, di un sistema di raccolta differenziata e di un appropriato riciclaggio ( la Sicilia si colloca agli ultimi posti nel livello nazionale).* La negazione dei diritti, compreso gli enormi ritardi accumulati nel pagamento dei salari, dei lavoratori impegnati nel settore.

Tutte queste sono questioni che riguardano in maniera prioritaria gli interessi e le esigenze economiche, ambientali e di prevenzione sanitaria della popolazione siciliana, a partire, per quello che direttamente ci riguarda, dai residenti nella provincia di Catania. Nei fatti il “Comitato cittadini contro gli inceneritori di Augusta, Bellolampo, Castermini/Campofranzo, Paternò, ( in sigla “Coordinamento regionale contro gli inceneritori”) - costituito da decine di sigle che rappresentano le strutture sociali siciliane: associazionistiche, politiche, sindacali, comitati - sulla Gestione dei Rifiuti ha aperto da tempo un duro scontro contro il Governo regionale, proponendo e rivendicando una specifica contro piattaforma sull’indirizzo che “un altro piano dei rifiuti è possibile”.

La civica e democratica “battaglia” contro la costruzione dei quattro inceneritori in Sicilia e contro il Piano Regionale dei Rifiuti è ormai aperta da quattro anni. La manifestazione di sabato 22 settembre assumeva strategicamente una valenza straordinariamente rilevante. Infatti, nell’iter temporale del “calendario” che ormai scorre verso la fine, domani giovedì 27 settembre si svolgerà a Palermo una fondamentale “Conferenza dei Servizi” che, stante gli atti fino ad ora determinati, dovrà decidere sulla fattibilità operativa dell’inceneritore di Bellolampo.

Perché la sinistra catanese, non partecipando attivamente e propositivamente, non ha voluto assumere un ruolo politico? Il ruolo che nominalmente gli spetta. Di per se questa assenza non è una novità in assoluto, riguardo la mancanza di guida e di partecipazione attiva sulle importanti tematiche che sul piano delle ricadute sociali, economiche, ambientali e di difesa del territorio, interessano in maniera diretta e rilevante i cittadini nella nostra città e provincia. Per tutte le questioni aperte , e sono proprio tante, basta ricordare solo gli aspetti relativi alla Gestione dell’Acqua. Viviamo in una delle aree più depresse sul piano economico, del riconoscimento dei diritti e della cittadinanza, degli avvelenamenti degli ecosistemi e di sfruttamento selvaggio, speculativo delle aree territoriali, delle condizioni complessive di vivibilità, del disconoscimento della legalità, e si sente proprio tanto la mancanza di una sinistra operosa, propositiva e unitaria. Capace di sintonizzarsi, di rappresentare e di guidare le esigenze reali e quotidiane dei cittadini.

I risultati politici di questi modelli di partito, sul piano della rappresentazione, sulla pratica dell’intervento sociale e sulla capacità di determinare “civico entusiasmo”, coinvolgimento e partecipazione democratica - vere e proprie “scatole chiuse” che si autodettano le regole, avulse al contesto che li circonda - sono ben visibili. Non tanto e soltanto negli scarsissimi risultati elettorali ormai strutturalizzati, ma nel distacco profondo che li separa dai cittadini. E’ per questo che anche a Catania le piazze si sono riempite in occasione del V-day.

d.s.

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
27 settembre 2007, di : domenico

Dal sito: www.isolapossibile.it---

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Il consiglio comunale PALERMITANO approva la mozione contro gli Inceneritori presentata da ALTRA PALERMO.
- 27 settembre 2007

MUNICIPIO DI PALERMO

"CITTA’ PER LA PACE"

GRUPPO CONSILIARE

ALTRA PALERMO1

Consiglieri:

Ferrandelli/Monastra/Ribaudo/Spallitta

Telefono: 0917402310-0917402313

Fax: 091/ 6113252

Palermo, 21 settembre 2007

Il consiglio comunale approva la mozione contro gli Inceneritori presentata da ALTRA PALERMO.

Dopo l’emendamento di Altra Palermo al Bilancio 2007 - dichiarano i consiglieri - sulle energie rinnovabili e raccolta differenziata, il Consiglio comunale di Palermo si qualifica in modo concreto sulla problematica incerenitore di Bellolampo, approvando la nostra mozione e mandando alle commissioni l’argomento scottante delle produzioni di energia da fonti rinnovabili.

Non è una vittoria di parte, continuano i consiglieri, bensì la vittoria della ragionevolezza.

Le questioni dell’ambiente, della salute se ben proposte, ben sostenute trovano unanime consenso e rompono la logica degli schieramenti politici, continuano Ribaudo,Ferrandelli, Monastra e Spallitta.

Per il nostro gruppo - concludono - l’emergenza ambientale è una delle priorità della nostra azione istituzionale e abbiamo la consapevolezza che gli interventi necessari al suo superamento non possono essere oggetto di negoziazione e non possono essere subordinati a logiche economiche.

1 Il Gruppo ha aderito al Comitato Cittadino di Lotta per la Democrazia a Palermo.

Relativamente alle elezioni comunali del 13 e 14 maggio 2007, invita quanti non l’avessero già fatto a segnalare e denunciare eventuali anomalie riscontrate durante le operazioni di voto e durante lo spoglio.


Consiglieri proponenti: Ribaudo, Monastra, Ferrandelli, Spallitta

MOZIONE

Sugli inceneritori

PREMESSO:

Che l’allora Commissario delegato all’Emergenza Rifiuti, nonché Presidente della Regione Sicilia, On. Salvatore Cuffaro, aveva deciso, con l’Ordinanza Commissariale del 2/5/2003, la costruzione a Palermo di un gigantesco inceneritore (cui verranno conferite 800.000 tonnellate annue di rifiuti) e che il sito previsto (Bellolampo) è pericolosamente vicino ad aree abitate e comunque estremamente prossimo all’area urbana della città di Palermo.

Che tale inceneritore riverserebbe sulla città di Palermo (nell’ipotesi che vengano rispettate tutte le normative vigenti) 33.300 kg all’anno di polveri disperse contenenti sostanze tossiche e 546.000 tonnellate all’anno di fumi contenenti, tra l’altro, diossine, furani, idrocarburi policiclici, piombo, mercurio e cadmio.

Che non esistono filtri tali da portare a zero le emissioni delle sostanze sopraccitate e che esse hanno, come ampiamente documentato nella letteratura medica, effetti dannosi per la salute (alcune sono cancerogene) e provocano malformazioni prenatali.

Che all’inceneritore di Bellolampo dovranno essere conferiti i rifiuti di quasi tutta la provincia di Palermo e di gran parte della provincia di Trapani, con conseguente transito di innumerevoli mezzi pesanti su arterie già intasate, con effetti dannosi per l’ambiente e per le condizioni già drammatiche del traffico viario.

Che le convenzioni stipulate dal Commissario nel giugno 2003 con l’ATI che gestirà l’ inceneritore in questione prevedono il conferimento al gestore, da parte dei comuni degli ATO interessati, di una quantità di rifiuti di gran lunga superiore alla frazione residuale: di fatto prevedono il conferimento della quasi totalità dei rifiuti prodotti.

Che dette convenzioni prevedono penalizzazioni per i comuni che conferiscano una quantità di rifiuti inferiore a quella indicata, con un effettivo disincentivo alla raccolta differenziata ed al riciclaggio, in luogo degli incentivi previsti dalle normative vigenti.

Che la raccolta differenziata a Palermo non raggiunge i valori fissati ad un minimo del 35%, pena pesanti multe e che la costruzione dell’ inceneritore crea un ostacolo insormontabile all’adempimento a tali normative.

Che, mentre a Palermo ed in Sicilia ci condanniamo ad una raccolta differenziata che non supererà il 4 - 5%, grandi comuni in Italia hanno raggiunto quote del 50% dimostrando che ciò è non solo possibile, ma anche conveniente.

Che la direttiva 76/200/UE ed il Decreto Legislativo n.22 del 5/2/97 (“Decreto Ronchi”) prevedono che l’uso degli inceneritori sia un passaggio transitorio e l’ultima risorsa da utilizzare, mentre le convenzioni prevedono che vengano avviati ad incenerimento tutti i rifiuti e per venti anni, senza che sia mai stata effettuata una seria politica di raccolta differenziata.

Che le indicazioni del Decreto Ronchi sulla riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata, il riuso ed il riciclaggio costituiscono l’unica via percorribile per la risoluzione del gravissimo problema dei rifiuti e che tali indicazioni sono state totalmente ignorate a Palermo ed in tutta la Sicilia.

Che raccolta differenziata, riuso e riciclaggio comportano un reale recupero di risorse mentre la termovalorizzazione produce una quantità di energia notevolmente inferiore a quella necessaria per produrre i materiali che vengono inceneriti.

Che recupero,riuso e riciclaggio, essendo processi economicamente convenienti, comportano una riduzione delle tasse per lo smaltimento dei rifiuti a carico dei cittadini,in quanto rappresentano materia prima seconda e quindi risorsa mentre l’incenerimento è un processo a bassissima resa in termini di produzione di energia elettrica e con elevati costi di gestione.

Che il Comune di Palermo non possiede una classificazione merceologica dei rifiuti recente e che non esistono, dunque, nemmeno i presupposti per avviare un piano di gestione dei rifiuti realmente efficace

Che l’incenerimento non distrugge i rifiuti ma li trasforma in rifiuti speciali (di massa pari ad un terzo di quella dei rifiuti trattati) e fumi (di massa pari a quella dei rifiuti trattati).

Che la discarica per i rifiuti speciali da incenerimento, prevista sempre a Bellolampo, non offre sufficienti garanzie sulla capacità di contenimento delle sostanze tossiche e che, in ogni caso, i rischi derivanti dal costruire una immensa discarica per rifiuti pericolosi “sulla testa” dei cittadini ed in zona ad elevato rischio sismico sono evidentemente inaccettabili.

Che l’incenerimento dei rifiuti non crea nuovi posti di lavoro (al massimo poche decine), mentre il riuso ed il riciclaggio ne creerebbero centinaia o, con il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, alcune migliaia.

Che i cittadini della città di Palermo non sono stati informati della costruzione dell’ inceneritore, ne tanto meno sono stati coinvolti nelle scelte per la gestione dei rifiuti, contrariamente ai più elementari principi democratici e di partecipazione.

Che tutte le esperienze positive di altri Comuni dimostrano come il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte sulle modalità di raccolta e trattamento dei rifiuti sia il presupposto fondamentale per l’efficacia di tali modalità.

Il Consiglio Comunale IMPEGNA IL SINDACO AD INTERVENIRE

Per l’avvio di una seria politica di raccolta differenziata, che promuova il riuso e riciclaggio dei rifiuti, come previsto dalla normativa vigente.

Per la costruzione di un autentico coinvolgimento dei cittadini nelle scelte per la gestione dei rifiuti.

Per avviare un’indagine finalizzata alla classificazione merceologica dei rifiuti solidi urbani della città di Palermo.

Inoltre

Considerato che il 27 settembre p. v. il Sindaco dovrà anche esprimere le proprie valutazioni sull’impianto all’ARTA per il rilascio dell’AIA,

Il CONSIGLIO COMUNALE

IMPEGNA IL SINDACO

A confrontarsi, preventivamente al sopra richiamato incontro, con questo Consiglio e con l’intera comunità cittadina, al fine di conoscere il parere che il “Primo dei cittadini” andrà ad esprimere sulla realizzazione dell’inceneritore di Bellolampo che, al di là di ogni valutazione, avrà una ricaduta diretta sulla salute e sulla qualità della vita dei residenti e che pone ipoteche, ad oggi non misurabili, anche sulle generazioni future.

Palermo-città per la Pace, 7 settembre 2007

I Consiglieri

MOZZIONE APPROVATA

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
28 settembre 2007, di : domenico

CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 27 SETTEMBRE A PALERMO SULL’INCENERITORE DI BELLOLAMPO


To: "no_inc_sicilia" <no_inc_sicilia@googlegroups.com> Sent: Friday, September 28, 2007 8:56 AM Subject: [no_inc_sicilia:366] Re: conferenza dei servizi – resoconto

Resoconto scritto da Gianluigi Redaelli

Oggi si è tenuta la Conferenza Servizi all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, la tanto temuta ultima spiaggia nella vicenda delle autorizzazioni per la costruzione dell’inceneritore di Bellolampo, come capofila degli altri previsti nel Piano regionale targato Cuffaro. I rappresentanti dei soggetti che hanno presentato le Osservazioni, sono stati ammessi in delegazione, solo come uditori. Io ne ho fatto parte come Rete Beni comuni, insieme ad Angelo Palmieri WWF, Mario Giarruso, legale di "Decontaminazione Sicilia", Enza Albini CGIL, più altri che sarebbe troppo lungo enumerare, e mi proverò a fare una breve relazione, di una seduta durata circa quattro ore. Dico subito che la situazione è meno nera di quanto l’avevamo dipinta, che i giochi non sono già fatti e che anzi la PEA, azienda che ha vinto la gara, anche se in maniera scorretta, come ha sentenziato la Commissione Giustizia Europea, se avrà le autorizzazioni se le dovrà sudare. Grazie soprattutto ad un drappello di donne determinate e preparate, dottoresse dell’ARPA, e della Provincia-Ufficio Ambiente, che hanno con puntiglio sollevato delle questioni di carattere procedurale, ma che diventano sostanza, ai fini delle autorizzazioni AIA. Domani saranno disponibili i verbali e si potrà avere maggiori dettagli, ma già oggi si può dire che le contestazioni sollevate hanno messo in qualche difficoltà i rappresentanti della PEA, la quale ritiene di avere già in tasca tutte le autorizzazioni atte a procedere, rilasciate nel 2004 dal precedente ministro dell’Ambiente, Matteoli governo Berlusconi. Ma, senza entrare nel merito se dette autorizzazioni fossero state date in modo illegittimo, come a noi risulta, potrebbero oggi diventare nulle, in quanto quelle AIA che sono in discussione renderebbero sorpassate le precedenti. Questo un primo elemento di contestazione, poi ce n’è altri che investono la questione del progetto impianto di Bellolampo, nel suo complesso, formato cioè da diverse parti, quali inceneritore, impianto di selezione, impianto di inertizzazione e due discariche, una per le scorie tossiche e una per la frazione organica separata. La d.ssa Lidia Di Franco della Direzione Controllo Ambientale della Provincia, ha con determinatezza continuato a sostenere che le autorizzazioni AIA in esame devono riguardare tutto l’impianto nel suo complesso e non singole parti, come sostiene la PEA, e quindi anche le discariche, per cui non è stata chiesta l’autorizzazione, in quanto, a detta dell’Impresa non sono necessarie, perchè gia comprese in quelle già date. Su questo nodo si è soffermata la discussione chiedendo a tutti i rappresentanti delle Parti il parere, che è stato in maggioranza a favore della tesi della Di Franco, anche da parte di funzionari dell’ARTA, meno il Dr. Anzà, del servizio 3, il sostituto di Genchi, che ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte, per non compromettersi troppo. Secondo lui possono essere valide entrambe le posizioni. Poi lo stesso funzionario ha chiesto candidamente alla PEA se fino ad oggi avessero in qualche modo violato le leggi, perchè altrimenti sarebbero stati passibili di reato. E’ stato messo a verbale che l’azienda ha operato in piena legalità, e questa dichiarazione è molto importante, se mai dovesse venir fuori il contrario. Sempre su questo punto la PEA ha prodotto un allegato che è stato letto e che è sembrato essere di natura squisitamente legale-normativo, per cui i tecnici (le tecniche si può dire?) della Provincia si sono riservate di studiarlo e dare una risposta. Poi altro elemento di contestazione è stato posto dalla dr.ssa Maria Rita Pecoraro, coordinatrice della Provincia per le emissioni in atmosfera, che ha rilevato le discordanze tra il progetto presentato e autorizzato nel 2004, e quello attuale, per quanto riguarda i punti di emissione, i vari camini che devono sputare fumi e quindi i principali strumenti d’inquinamento. E anche qui la questione riguarda la procedura, se sia corretto dare autorizzazioni parziali o debba essercene una sola omnicomprensiva. Prima di tutti la dr.ssa Abita dell’ARPA aveva fatto una lunga e documentata relazione su molti punti controversi del progetto, mettendo in rilievo le differenze tra quello originario e quello ultimo comprensivo di varie integrazioni, ma i punti esposti sono stati molti e rimando ai verbali che saranno più esaurienti. Ad ogni modo è stata abile e in sintonia con le nostre argomentazioni. Quindi viva le donne! Poi i vari funzionari dell’ARTA dei diversi servizi hanno posto molte domande tecniche, che così ad occhio mi sembra non abbiano fatto molto piacere all’ing. Tantillo della PEA. Alla fine, malgrado il tentativo maldestro del più bieco, il sostituto di Felice Crosta dell’Agenzia regionale, tale Patella, che ha sostenuto che si stava solo perdendo tempo con inutili cavilli perchè le autorizzazioni ci sono e bisogna fare in fretta a costruire l’impianto per evitare il rischio di una nuova emergenza rifiuti, (modello Campania), e che dopo aver ribadito che lui e la regione sono dalla parte degli interessi dei cittadini (al che come nota di colore confesso che tra noi uditori in silenzio si sono sentite pernacchie), ha inutilmente cercato di avvicinare la data della prossima seduta, che è stata invece stabilita per il 4 Dicembre. Altra nota di colore: all’inizio dei lavori il primo interpellato, se avesse osservazioni da fare, il rappresentante dell’USL ha così esordito: " io veramente non conosco il progetto". Cioè perchè mi avete disturbato, che non so neppure di che cosa stiamo parlando? E dovrebbe preoccuparsi dei problemi riguardanti i rischi per la salute! Mi auguro di aver dato una sintesi comprensibile e comunque invito altri della delegazione a intervenire per integrare o precisare meglio.

gianluigi redaelli

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
28 settembre 2007, di : domenico

DOMANI 29 SETTEMBRE SI SVOLGERA’ A RAGUSA UN’IMPORTAMTE MANIFESTAZIONE CONTRO LA MERCIFICAZIONE DELL’ACQUA. LA DIFESA DELLA RISORSA ACQUA NELLA NOSTRA REGIONE, -BENE PRIMARIO PER TUTTI I CITTADINI SICILIANI – CONTRO LA SPECULAZIONE DEI PRIVATI E CONTRO LE ASSOLUTE INEFFICIENZE GESTIONALI DEL GOVERNO REGIONALE SUL PREZIOSO LIQUIDO, ASSUME UN ASPETTO PRIORITARIO, ALLA STESSA MANIERA DELLE LOTTE CONTRO GLI INCENERITORI E PER UNA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI IN RISPETTO DELL’ECOSISTEMA E DELLA SALUTE. ( d.s. del”Coordinamento catanese per l’acqua pubblica”. Una delegazione sarà presente domani alla manifestazione)

Testo del volantino/manifesto prodotto a Ragusa.

SABATO 29 SETTEMBRE 2007 - ORE 10,00

MANIFESTAZIONE DI FRONTE LA PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA (Viale del Fante)

“NO ALLA MERCIFICAZIONE DELL’ACQUA E ALLA MANCANZA DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA”

LA MANIFESTAZIONE E’ STATA PROMOSSA DAL “FORUM PROVINCIALE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA”

ALLA MANIFESTAZIONE HANNO ADERITO: Il Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua, Marco Bersani Attac Italia, Antonio Valassina Associazione LIBLAB, il Forum Regionale dei Movimenti per l’Acqua, La FP CGIL Regionale, la CGIL Ragusa, la FP CGIL Ragusa, Comitato Permanente Studentesco Contro la Privatizzazione dell’Acqua provincia di Ragusa, , Circolo Culturale “Don Puglisi – Impastato” di Pozzallo, Centro Studi Feliciano Rossetto (Rg), Associazione Soci di Banca Etica Sicilia Orientale, Opera Incerta (Rg), Comune di Comiso, Camera del Lavoro Pozzallo, I Cittadini Invisibili, AIAD Onlus Ragusa, Gruppo Attivo WWF Città di Vittoria, Circolo Legambiente “Valle dell’Ippari di Vittoria”, Pozzallo Giovane, Bottega Solidale Pozzallo, Il Centro sociale la Liberta’ di Siracusa, , Libera Associazioni Nomi e Numeri Contro le Mafie, Pax Christi Punto Pace Ragusa, Il Clandestino, Forum della Società di Modica, il Comitato Cittadino di AcquaLeonforte (Enna), Coordinamento catanese per l’acqua pubblica, Il Comitato Civico No! Acquasalata (Sr), Centro Sociale La Libertà (Sr), La Casa del Consumatore (Sr), Comitato Civico Liberacqua (Pa), Il Comitato Civico “Gli Indignati” (Ag), La Soglia Gruppo Comboniano di Licata, Forum Provinciale dei Movimenti per l’Acqua di Agrigento, Attac Catania, i Grilli dell’’Etna, Comitato Italiano per un Contratto mondiale sull’Acqua, Padre Alex Zanotelli. RELATIVAMENTE AI PARTITI POLITICI HANNO ADERITO: l’On Rita Borsellino, On. Gianni Battaglia Coordinatore Regionale di Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo e Senatore della Repubblica, Partito della Rifondazione Comunista Provincia (Rg), Coordinamento Provinciale Democratici di Sinistra (Rg), Gruppi Consiliari di Italia dei Valori alla Provincia Regionale di Ragusa, al Comune di Ragusa, alle Circoscrizioni del Comune di Ragusa e del Dipartimento Territoriale di Ragusa, Sinistra Democratica Provinciale (Rg), Federazione Provinciale dei Verdi (Rg), Partito dei Verdi Coordinamento di Modica, Partito dei Verdi Coordinamento di Vittoria, Rifondazione Comunista Pozzallo, M. Assenza Sinistra Democratica Sezione Pozzallo, Fabrizio Ardita Consigliere Provinciale UDC ( Sr), Alessandro Maiolino Consigliere Comunale Sinistra Democratica di Pozzallo La manifestazione è stata realizzata con il contributo della RAGUSA ***IL MESSAGGIO DI PADRE ALEX ZANOTELLI e di EMILIO MOLINARI *** Agli organizzatori della manifestazione di Ragusa del 29 settembre in difesa dell’ ACQUA. *************

Napoli, 28/09/2007

Carissimi , pace e bene! Grazie per quanto avete fatto finora a Ragusa per “sorella acqua “ ! La vostra è una straordinaria resistenza contro i poteri forti di morte che vi circondano. La manifestazione di oggi è un’altra prova della vostra resistenza ! Mi amareggia invece il tradimento dei vostri Sindaci, in particolare del Sindaco di Modica, che mi aveva promesso solennemente di impegnarsi per l’acqua , come diritto fondamentale umano. Che delusione ! Mai mi sarei aspettato un tale tradimento. Un bene così prezioso come l’acqua, che con l’aumento della temperatura , sarà sempre più scarsa in Sicilia. Cari Sindaci, ricordatevi che se voi voterete per la privatizzazione dell’ acqua , i vostri figli o nipoti vi malediranno per queste scelleratezze. Sull’acqua ci giochiamo tutto! Vi chiedo di non mollare , di continuare ad opporvi, di rifiutare di consegnare le chiavi dell’acqua in mano altrui. L’ acqua è gestita dalla comunità locale. In piedi ,cittadini della provincia di Ragusa !Costringete i vostri Sindaci a ripubblicizzare la vostra acqua! E se non accetteranno, rifiutatevi di pagare l’acqua alla compagnia privata, e continuate a pagarla al Comune , come fanno altre comunità in Italia. Coraggio ! E’ solo l’inizio di una lunga lotta che ci deve vedere vittoriosi. E’ questione di vita o di morte per noi e per gli impoveriti del mondo. Padre Alex Zanotelli.

IL MESSAGGIO DI EMILIO MOLINARI Del “Comitato per un Contratto Mondiale sull’acqua)

Per la manifestazione di Ragusa. 29.9.2007

Cari amici di Ragusa, cari cittadini, cari studenti. Come Comitato per un Contratto Mondiale sull’acqua vogliamo dirvi qualcosa di più che siamo con voi. Vogliamo dirvi: prendete nelle vostre mani questa grande vertenza per l’acqua pubblica, Prendiamola tutti assieme in Sicilia e in tutto il paese nelle nostre mani, moltiplichiamo gli sforzi di comunicare, diventiamo informatori ed educatori di questa cultura, perché gli uomini della politica non mantengono gli impegni. Non li hanno mantenuti a Ragusa, a Modica, ma nemmeno al governo di Roma. Avevano preso un impegno con tutti noi gli eletti dell’UNIONE. Avevano scritto nel loro programma elettorale che la gestione dell’Acqua non sarebbe stata privatizzata, abbiamo raccolto oltre 400000 firme su di una legge di iniziativa popolare che rende tutto ciò norma di questo paese, molti eletti l’hanno sottoscritta. C’è una proroga dichiarata, c’è una moratoria che deve essere votata dal Senato. Eppure hanno continuato e continuano, stracciando gli impegni. I Liguri-Piemontesi di IRIDE sbarcano a Palermo e si prendono l’acqua dell’ATO. Un connubio trasversale contronatura con Cuffaro. Brescia si accoppia con Milano AEM e ASM e dichiarano: “ora siamo anche noi PREDATORI”… Sì, usano proprio questo termine: predatori! Predatori di acqua, di energia, di titoli azionari, di fondi pensioni. Ma chi sono i politici che usano questi termini…barbari…roditori del patrimonio comune liquidatori fallimentari di uno stato? Certamente sono uomini e donne senza parola e senza onore. E anche i nostri Amici nel governo, ci sia permesso, sono troppo timidi e silenziosi, forse dispersi in mille priorità del loro collegio elettorale. C’è una moratoria che va votata subito in questa finanziaria, da strappare con le unghie e con i denti entro il 31 di Dicembre e abbiamo chiesto a tutti gli eletti di rendersi tutti visibili e mobilitarsi nelle realtà dei territori minacciati da privatizzazioni. Ecco perché diciamo a voi cittadini: tocca a voi, tocca a tutti noi prendere in mano l’azione, Scendere in piazza, promuovere campagne, comunicare ai nostri concittadini ma anche indicare cosa fare, dar vita a buone pratiche, e ad azioni di disobbedienza civile. Non possiamo farne a meno sapete, non è una protesta la nostra, è un impegno responsabile di cittadini coscienti di ciò che ci chiede il nostro tempo . Coscienti di dover rispondere al vuoto che la politica mostra di fronte agli enormi problemi posti dal collasso ambientale, dai mutamenti climatici, dall’esaurirsi delle risorse. Coscienti di dover rispondere e a quello che ormai è percepito come un vero e proprio collasso della democrazia. Il presidente Prodi ha detto che dobbiamo fare un “Contratto con la Natura”… pazzia!!…come se la natura ci dovesse qualcosa, come se lei avesse un debito con noi e non viceversa. La natura ci stà presentando un terribile conto caro Presidente e la domanda semmai è:” cosa facciamo per saldarlo e siamo ancora in tempo per saldarlo? Lei invece il “contratto” l’aveva fatto con tutti i cittadini italiani e questo contratto lo sta rompendo.. Ma come vede non ci arrendiamo signor Presidente. Continuiamo la lotta cari amici, un grande abbraccio a tutti voi.

Emilio Molinari 28.9.2007

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
1 ottobre 2007, di : domenico

— Nota pubblicata dal sito www.isolapossibile.it— ( a cura del Comitatato per la Partecipazione e la Democrazia/ Ct) ******* *************

OSSERVAZIONI SULLA DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DALLA DITTA PALERMO ENERGIA AMBIENTE SCPA PER L’OTTENIMENTO DELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE. “SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO PER L’UTILIZZO DELLA FRAZIONE RESIDUA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI AL NETTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA NEI COMUNI DELLA REGIONE SICILIANA” SISTEMA DI PALERMO (AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI: PA1, PA2, PA3, PA4, TP1).
- 1 ottobre 2007

CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA OSSERVAZIONI SULLA DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DALLA DITTA PALERMO ENERGIA AMBIENTE SCPA PER L’OTTENIMENTO DELL’AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE. “SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO PER L’UTILIZZO DELLA FRAZIONE RESIDUA DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI AL NETTO DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA NEI COMUNI DELLA REGIONE SICILIANA” SISTEMA DI PALERMO (AMBITI TERRITORIALI OTTIMALI: PA1, PA2, PA3, PA4, TP1). CONSIDERAZIONI GENERALI La corretta ed efficace gestione dei rifiuti è un aspetto di primaria importanza nelle società industrializzate che producono una grande massa di rifiuti con conseguenti notevoli ricadute sull’ambiente, sull’ecosistema e sulla salute della cittadinanza e dei lavoratori. Siamo assolutamente certi che una corretta gestione dei rifiuti va affrontata secondo un’ottica sistemica, dalla produzione industriale alla raccolta, alla separazione e/o pretrattamento, sino al recupero o riciclaggio, per concludersi con lo smaltimento. In un recente Rapporto, datato 20 aprile 2007, sviluppato dai Ministeri dell’Ambiente e per le Riforme e le Innovazioni nella Pubblica Amministrazione, la Commissione interministeriale predisposta ha ritenuto indispensabile affrontare il problema dei rifiuti per stadi successivi, con un ordine gerarchico definito e articolato su cinque stadi: riduzione, restituzione, consegna e raccolta differenziata, pretrattamento e recupero (riciclaggio), smaltimento. Per una corretta politica di smaltimento dei rifiuti occorre, dunque, valutare l’intero ciclo di vita del rifiuto, considerando tutti gli stadi interconnessi uno con l’altro. L’efficienza nelle proposte e nelle azioni operative dei primi tre stadi (riduzione, restituzione, raccolta differenziata) è essenziale: vanno affrontati prioritariamente sapendo che influenzeranno notevolmente i successivi stadi. 90145 Palermo - Via Ercole Bernabei, 22 Tel. 0916867801 - Fax 0916819127 - E-mail:Sicilia@mail.cgil.it CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA Il problema dei rifiuti non può essere risolto soltanto in termini di smaltimento che rappresenta lo stadio conclusivo dell’intero processo sul quale vanno sviluppate le tecniche migliori, più innovative, più compatibili ecologicamente e maggiormente rispettose della salute dei lavoratori e dei cittadini. Un sistema di gestione “perfetto” (a rifiuti zero) - che coinvolga e modifichi le attuali politiche industriali - non dovrebbe arrivare al quinto stadio, a tale obiettivo dovrebbero tendere tutte le Amministrazioni ed i soggetti preposti alle politiche di gestione e smaltimento dei rifiuti. Pertanto diventa essenziale agire con decisione sul processo industriale intervenendo sulla quantità e qualità degli imballaggi primari e secondari, creando un sistema di recupero a carico dei produttori e organizzato su Consorzi di filiera (vetro, carta, plastica, alluminio, legno, acciaio) riducendo così il flusso dei rifiuti da destinare alle forme finali di smaltimento. Incentivare il compostaggio domestico e ottimizzare il sistema di raccolta, puntando su quello domiciliare (porta a porta), produrrà una crescita occupazionale e utili derivanti dalla vendita al Conai delle frazioni merceologiche raccolte separatamente. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani da cui scaturiscono i progetti presentati inverte le priorità sancite dalle normative europee e nazionali dando centralità al sistema dell’incenerimento che smaltirà circa il 65% dei rifiuti a scapito della riduzione dei rifiuti, del recupero e del riuso impedendo il raggiungimento dell’obiettivo del 60 % nel 2010, anno in cui dovrebbero entrare in esercizio gli inceneritori. Il complesso degli impianti è decisamente sovradimensionato rispetto alle esigenze, potendo trattare l’intera produzione regionale di rifiuti senza raccolta differenziata. Il Piano regionale sui rifiuti si è dimostrato, quindi, un completo fallimento, poiché sovverte tutti i principi comunitari e nazionali sullo smaltimento dei rifiuti, essendo fondato sulla priorità e preponderanza assoluta dell’incenerimento dei rifiuti che comporta, di fatto, la totale disincentivazione della raccolta differenziata. Al contrario senza una effettiva ed adeguata raccolta differenziata non ha senso creare il nuovo sistema e la conseguente rete impiantistica di trattamento dei rifiuti. 90145 Palermo - Via Ercole Bernabei, 22 Tel. 0916867801 - Fax 0916819127 - E-mail:Sicilia@mail.cgil.it CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA VALUTAZIONE AMBIENTALE Il Piano regionale ed i successivi aggiornamenti affidano la gestione dell’intera produzione di rifiuti (circa 2.500.000 t/anno) a quattro Associazioni Temporanee di Impresa (ATI). Le ATI realizzeranno le stazioni di trasferenza, gli impianti di separazione (secco/umido), le discariche per i rifiuti speciali e le ceneri prodotte dall’incenerimento, le discariche per la frazione umida stabilizzata oltre agli inceneritori con recupero energetico. Il sistema integrato di Palermo prevede stazioni di trasferenza a Carini, Monreale e Termini Imerese e l’impianto di selezione e relativa discarica di Trapani. La complessità del sistema e degli impianti dislocati nell’intero territorio regionale, come si evince dalla condanna inferta all’Italia dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea imporrebbe, piuttosto che una valutazione per singolo progetto, una Valutazione Ambientale Strategica al fine di una verifica rigorosa sulle conseguenze ambientali. EMISSIONI INQUINANTI Un ricorso massiccio all’incenerimento, come previsto dai progetti presentati, determinerebbe nei quattro siti previsti, un preoccupante aumento delle emissioni inquinanti in atmosfera e questo in una regione che ha già una situazione gravemente penalizzante poiché a fronte del 3% di insediamento industriale nazionale sopporta ben il 15% di tutte le emissioni di gas serra del paese. livelli delle emissioni per le sostanze tossiche e persistenti (diossine, furani, etc...), pur rientrando nei “limiti di legge”, risultano non compatibili ambientalmente col territorio e con le popolazioni esposte, in base ai parametri indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. rispetto dei limiti di emissione definiti in termini di concentrazione non è adeguato ad evitare un accumulo ambientale nell’area di ricaduta delle emissioni in atmosfera. Vista la mancanza strutturale ed atavica di un sistema di monitoraggio regionale delle emissioni inquinanti, persiste il rischio che le stesse non siano controllate. 90145 Palermo - Via Ercole Bernabei, 22 Tel. 0916867801 - Fax 0916819127 - E-mail:Sicilia@mail.cgil.it CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA Negli ultimi tempi in particolare l’attenzione della letteratura medico -scientifica internazionale si è concentrata sugli effetti dannosi dei particolati ultrafini e iperfini che richiederebbero un continuo adeguamento delle norme e delle metodiche di rilevazione e di monitoraggio. I livelli delle emissioni di sostanze altamente inquinanti e pericolose per l’accumulo (diossine, furani, idrocarburi policiclici aromatici ...) risultano ambientalmente non compatibili con il territorio e con le popolazioni esposte; gli effetti non totalmente conosciuti imporrebbero l’applicazione del principio di precauzione e di buon senso ed il non superamento dei parametri indicati dalla Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2001. Le diossine sono termodistrutte a temperature superiori a 800°, occorrono garanzie sull’effettiva e costante temperatura e garanzie sulla non riformazione in fase di raffreddamento dei fumi. MIGLIORI TECNOLOGIE DISPONIBILI Non vengono utilizzate una serie di migliori tecnologie già disponibili per gli impianti di gestione dei rifiuti (stoccaggio, pretrattamento, combustione, recupero energetico, smaltimento di acque reflue e residui solidi). Ad esempio per il trattamento dei fumi (abbattimento degli ossidi di azoto, Nox) si utilizza il processo SNCR invece che il processo catalitico SCR che consente un maggior abbattimento dei fumi inquinanti. Viene utilizzato per il processo di combustione un inceneritore a griglia mobile piuttosto che a plasma o a gassificazione. Tali tecnologie, più avanzate rispetto a quelle proposte, prevedono una migliore selezione dei rifiuti consentendo l’eliminazione delle componenti pericolose e una selezione del rifiuto con maggiore potere calorifico. MONITORAGGIO DELLE EMISSIONI Non è stata prevista una campagna di monitoraggio ante operam per la valutazione della qualità dell’aria, dell’acqua di falda e delle condizioni meteorologiche. Manca una indagine geologica di dettaglio ante operam in un’area altamente vulnerabile (fratturazione e tettonizzazione dei litotipi 90145 Palermo - Via Ercole Bernabei, 22 Tel. 0916867801 - Fax 0916819127 - E-mail:Sicilia@mail.cgil.it CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA calcarei) alla propagazione di contaminanti, senza una adeguata barriera geologica naturale di base ed a rischio sismico. Non è stato prodotto uno studio epidemiologico sullo stato sanitario delle popolazioni interessate alle ricadute dei fumi, con una valutazione ante realizzazione e ante entrata in esercizio degli impianti, onde poter valutare gli effetti negativi sulla salute pubblica. Manca un piano di monitoraggio per le attività di cantiere. Essendo il mercurio uno degli inquinanti più pericolosi, occorre prevenire e controllare la sua presenza nei rifiuti oltre che prevedere il suo monitoraggio in continuo, come viene già attuato in altre esperienze. Per le altre sostanze pericolose per le quali non è possibile il monitoraggio in continuo, il campionamento va fatto utilizzando le cadenze minime previste dal già citato documento sulle migliori tecnologie disponibili. LOCALIZZAZIONE DELL’IMPIANTISTICA La localizzazione degli impianti stabiliti dalle imprese non consente alcuna proposta alternativa, tale localizzazione è, infatti, basata su scelte economiche e di possesso della proprietà o dell’uso del suolo ove realizzare gli impianti. Gli impianti di Bellolampo insistono in area SIC ed attigui ad altri siti SIC e ZPS potenzialmente interessati dalle emissioni. Gli effetti sul traffico viario, in conseguenza delle operazioni di trasporto dei rifiuti da conferire, saranno significativi e a nostro avviso non adeguatamente stimati. Il Piano di sicurezza interno è insufficiente mentre del tutto assente quello esterno PIANO DI COMUNICAZIONE E INFORMAZIONE Secondo la Corte dei Conti, al giugno del 2006, risultavano ben 18 ricorsi amministrativi, 10 dei quali da parte dei Comuni; tale contenzioso evidenzia un costante misconoscimento del parere dei cittadini, delle amministrazioni locali, delle associazioni sindacali ed ambientaliste ed una mancanza di informazione costante e corretta sui programmi e sui progetti da realizzare, come prevede lo stesso Piano regionale per la gestione dei rifiuti. 90145 Palermo - Via Ercole Bernabei, 22 Tel. 0916867801 - Fax 0916819127 - E-mail:Sicilia@mail.cgil.it CGIL CONFEDERAZIONE GENERALE ITALIANA DEL LAVORO SICILIA CONCLUSIONI Alla luce delle osservazioni fin qui formulate, la CGIL esprime un parere negativo in merito al rilascio dell’AIA per i progetti presentati dalla società P.E.A., riservandosi ulteriori e dettagliate osservazioni in fase di Conferenza dei servizi. 90145 Palermo -

Inceneritori: in Sicilia è silenzio stampa
4 ottobre 2007, di : domenico

GRANDE VITTORIA A RAGUSA SULLA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA.
- Nota del “Coordinamento catanese per l’acqua pubblica”-

Le lotte democratiche largamente partecipate e il costante impegno di rilevanti parti della società civile, sociale e politica, alfine pagano. Questo è l’esempio, forte e chiaro, che viene da Ragusa.

Dopo oltre quindici mesi di pressanti iniziative a Ragusa vince il Movimento in difesa dell’Acqua pubblica. Ieri, 2 ottobre, a conclusione dell’apposita Conferenza dei Sindaci, a larga maggioranza, è stata approvata la risoluzione che determina l’annullamento della gara indetta dall’ATO Acque riguardo la ( per) scelta del componente privato riguardo la composizione del Soggetto di Gestione del Sistema Idrico Integrato A decretare la storica decisione, che nei fatti ha annullato la precedente scelta di realizzare per la gestione provinciale una società mista, è stata la maggioranza dei soci. Presenti tutti i sindaci ( o delegati) della provincia ragusana. I delegati istituzionali rappresentanti il 64,28% delle quote dell’ATO Acque Ragusa hanno respinto la scelta precedentemente definita sulla scelta del bando di gara che aveva lasciato in gara solo l’Acoset ( il Soggetto Idrico catanese che risulta essere, pur in pendenza di ricorso giudiziario da parte dell’Amga di Genova, il vincitore della Gara di Appalto dell’ATO Acque Catania)

Con l’annullamento della gara decretata dalla maggioranza dei sindaci ragusani si va verso una gestione pubblica dell’acqua. Le procedure di annullamento della gara erano state avviate con l’apposita votazione del 28 febbraio di quest’anno, dopo l’esclusione dell’altro concorrente privato – Sacecav -.

E’ un diretto risultato del grande movimento popolare che in particolare nel corso dell’ultimo anno si è radicato a Ragusa come Forum per l’acqua pubblica, sostenuto da associazioni, comitati, rappresentanze sindacali, sociali e politiche.

Una fattiva conseguenza dell’ultima pubblica manifestazione che si è tenuta a Ragusa sabato scorso
-  29 settembre -davanti alla sede della Provincia, che con il logo “ l’acqua, bene primario, non deve essere mercificata”, ha visto la presenza di molte centinaia di persone, con partecipanti provenienti da altre province siciliane ( presente una delegazione del “Coordinamento catanese per l’acqua pubblica”). Durante la manifestazione un civico e deciso intervento in difesa dell’ACQUA PUBBLICA è stato effettuato da Rita Borsellino. Significative le valutazioni mosse dal segretario prov. della Cgil ragusana che in questi mesi ha svolto un ruolo importante.

Cerchiamo di rilanciare anche nella nostra provincia, in maniera forte ed innovativa, l’indirizzo risolutivo emerso a Ragusa.

I partiti del centro-sinistro catanese devono uscire dall’assordante silenzio e dal conseguente incomprensibile disimpegno sull’Acqua, questione molto sentita da tutti i cittadini. A Catania nei mesi scorsi migliaia di adesioni sono pervenute alla Proposta di Legge Popolare Nazionale contro la privatizzazione dell’acqua e alla Petizione Popolare contro il raddoppio delle tariffe a seguito del richiesto pagamento in conto delle inesistenti fognature e depurazioni. Lo stesso vale per la Cgil provinciale, che invitiamo ad assumere, come avvenuto a Ragusa, un ruolo di primo piano. L’indirizzo prioritario, non più rinviabile, come già sostenuto dall’inizio dell’anno dal “Coordinamento catanese per l’acqua pubblica”, deve essere rivolto a ribaltare le decisioni assunte nel 2002 dalla Provincia che tramite l’ATO Acque Catania ha costituito un Soggetto misto ( pubblico/privato) per la Gestione delle Acque.

Una decisione che, mentre penalizza fortemente gli interessi immediati e futuri dei cittadini, ha determinato un blocco di fatto, dura ormai da parecchi anni, di decisiva svolta nella gestione dell’Acqua nella nostra Provincia. Sono parecchie le questioni che fanno quotidianamente soffrire i cittadini. L’ATO Acque è inoperante. Il Soggetto Gestore non esiste sul piano operativo. Le tariffe sono sempre più alte. Aumentano sempre più le enormi dispersioni delle reti idriche. Si abbassano in maniera inquietante le falde. In molte aree di Catania e territoriali della provincia l’acqua potabile scarseggia ( anche durante questi ultimi mesi estivi l’acqua è mancata in molti paesi) e molte volte si presenta in maniera molto inquietante con caratteristiche chiaramente inquinante.

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