In un momento di grande confusione europea la Francia prende le redini dell’Unione

Il Capo dello Stato sa che i suoi sei mesi alla guida dei 27 paesi dell’Unione costituiscono uno dei punti forti del suo mandato di cinque anni alla guida della Francia.
Nicolas Sarkozy ha fissato dei grandi obiettivi per la "sua" Presidenza dell’Unione europea, che sarà un test politico cruciale, visto che la sua popolarità in Francia è arrivata ad uno dei livelli più bassi e che il suo continuo attivismo comincia ad infastidire alcuni dei suoi partners europei .
Il Capo dello Stato sa che i suoi sei mesi alla guida dei 27 paesi dell’Unione costituiscono uno dei punti forti del suo mandato di cinque anni alla guida della Francia ed una opportunità unica per ripristinare la sua immagine di presidente, un po’ offuscata secondo i sondaggi. Dopo molte critiche sul suo stile "bling bling”, Nicolas Sarkozy avrà, durante il secondo semestre di questo anno 2008, la possibilità di perfezionare il suo status di statista. "Egli cercherà di approfittare di questa presidenza per acquisire autorità," assicura il politologo Dominique Reynié.
Ed è proprio con l’etichetta di "capo dell’Europa dei 27" che egli parteciperà alle decine di vertici previsti tra l’UE e la Russia, il Sud Africa e l’India, e che l’8 agosto, assisterà alle cerimonia di apertura dei Giochi olimpici di Pechino. Questo mandato europeo gli offrirà anche l’opportunità di mettere in pratica il proprio credo sul necessario riavvicinamento di Bruxelles alle “preoccupazioni dei cittadini europei”.
Le quattro priorità della Presidenza francese (energia-clima, politica agricola comune, immigrazione e difesa) dovrebbero permettere di rispondere con precisione alle esigenze della popolazione europea, sostiene l’ Eliseo. A maggior ragione dopo il NO dell’Irlanda sul trattato di Lisbona, che ha messo di nuovo l’Europa in crisi. "I popoli d’Europa sentono che i loro leaders non si occupano abbastanza di loro. Dunque, le nostre priorità mirano a promuovere una Europa che li protegga piuttosto che una Europa che li preoccupa ", afferma un fedele del presidente. "Nicolas Sarkozy è stato senza dubbio il più lucido nel capire il divorzio tra i cittadini francesi e l’Europa", aggiunge un altro consigliere, " pertanto, ha il dovere del successo." Per raggiungere questo obiettivo, il Capo dello Stato non ha lesinato sui mezzi. In meno di un anno, ha visitato con il suo Primo Ministro Francois Fillon, quasi tutti gli Stati membri ed a Parigi ha ricevuto tutti i capi dei gruppi parlamentari che siedono a Strasburgo. "Uno sforzo senza precedenti", spiega il suo entourage, che in questo momento si dedica maggiormente a ristabilire l’immagine dell’inquilino dell’ Eliseo, le cui proposte ed attivismo, spesso infastidiscono Bruxelles. Un’altra iniziativa: il Capo dello Stato ha annunciato che avrebbe proposto ai suoi partner europei che l’IVA su "tutto ciò che è ecologico", tra cui gli edifici Haute qualité environnementale HQE (Alta Qualità Ambientale) e le auto meno inquinanti, sia abbassata a 5 , 5% .
Tutti i partner europei hanno lodato gli sforzi di Nicolas Sarkozy per far adottare il Trattato di Lisbona e per far uscire l’Unione dall’ impasse causata nel 2005 dal NO della Francia e dell’Olanda alla costituzione. Ma molti di loro si sono stancati delle sue critiche nei confronti della Banca Centrale Europea (in effetti, il Presidente francese ha corso il rischio di creare ulteriori disordini molto recentemente, lanciando un nuovo attacco contro la stessa banca, a pochi giorni da un aumento previsto dei tassi d’interesse) o delle sue iniziative in materia di pesca. Il suo progetto per il Mediterraneo, finalmente corretto al ribasso dopo il malcontento espresso da Angela Merkel, e la sua insistenza a promuovere una sospensione dell’IVA sul petrolio, hanno generato una preoccupazione percepita da Bruxelles ed accentuata dallo stile giudicato "brutale" e "arrogante" di Nicolas Sarkozy.
"Il problema con la Francia è che quest’ultima è tentata di prendere iniziative da sola e poi, in seguito, cerca dei sostegni altrove", spiega un funzionario della Commission . Ad ogni tappa del suo tour di preparazione, Nicolas Sarkozy ha cercato di convincere i suoi interlocutori che si è posto dalla parte della cultura del compromesso. "Vi ascolteremo tutti, la nostra preoccupazione è di lavorare in modo collettivo ", assicura da diverse settimane il suo entourage, "ma non rinunceremo alla nostre priorità".
Sebbene questo appuntamento europeo sia un test politico e diplomatico di grande importanza durante il suo quinquennio, l’inquilino dell’Eliseo non sembra abbandonare il popolo francese che, secondo i sondaggi, lo snobba ostinatamente. "Occuparmi dell’Europa equivale ad occuparmi dei francesi ", ha aggiunto.
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