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In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.

I prossimi 15 e 16 maggio i siciliani sono chiamati alle urne per il primo referendum regionale della storia siciliana. Si tratta di un referendum confermativo nei confronti della nuova legge elettorale che prevede uno sbarramento al 5% per le liste elettorali di Ars, Province e Comuni. E intanto l’informazione tace.

di Redazione - mercoledì 20 aprile 2005 - 8230 letture

di Riccardo Coppola

Si avvicinano sotto il silenzio quasi assoluto degli organi di informazione 15 e 16 maggio. Sarà una data importante per la vita politica siciliana; e non solo per le elezioni amministrative che quegli stessi giorni interesseranno parte dell’isola, ma per il referendum confermativo della legge elettorale approvata lo scorso 5 agosto dalla maggioranza dell’Assemblea regionale. Il fatto che sia la prima volta in cui il popolo siciliano è chiamato ad esprimersi su una legge regionale; e che non si tratti di una legge qualunque, ma della “nuova” legge elettorale che ridefinisce il sistema di rappresentanza in senso antidemocratico, dovrebbe dare risalto all’evento. Dico dovrebbe perché nella realtà l’avvicinarsi del referendum passa sotto il quotidiano silenzio dei mezzi d’informazione nazionali e, cosa ancor più grave e preoccupante, regionali; un silenzio che, agevolato dai clamori delle vicende nazionali, si inserisce nel processo, consolidatosi negli ultimi anni, di azzeramento della libera informazione. Ne è un esempio palese la recente delibera del CORECOM (Comitato Regionale per le Comunicazioni della Sicilia) riguardo alla “comunicazione dei soggetti politici relative ai messaggi politici autogestiti a titolo gratuito”, in cui si è escluso qualsiasi riferimento alla campagna referendaria. Siamo di fronte una grave violazione del diritto di informazione e ad una gravissima carenza nell’impianto delle regole poste a tutela dei cittadini in campagna elettorale.

Proposta dai principali partiti della maggioranza di centro destra, e favorita dall’ambiguità che troppo frequentemente connota DS e Margherita, la legge elettorale è stata approvata con una maggioranza inferiore ai due terzi. Il punto nevralgico è l’innalzamento dello sbarramento per le liste elettorali dell’Assemblea regionale, delle Province e dei Comuni dal 3% al 5% previsto dal comma 5 dell’art 2: "Non sono ammesse all’assegnazione dei seggi le liste provinciali il cui gruppo, sommando i voti validi conseguiti nei collegi elettorali provinciali, abbia ottenuto nell’intera Regione una cifra elettorale inferiore al 5 per cento del totale regionale dei voti validi espressi". Non è difficile prevedere gli effetti negativi che un simile sbarramento avrebbe sul sistema politico siciliano, di cui la forte frammentazione è una componente strutturale: la scomparsa dalle istituzioni dei partiti minori, e quindi la drastica diminuzione della rappresentanza, rafforzerebbe ancor di più il sistema di voto clientelare “tipico” siciliano. Un’eventuale conferma della legge segnerebbe quindi un colpo durissimo e insanabile per la democrazia partecipativa e la rappresentanza in Sicilia. Dopo che il “Comitato referendario per la legge elettorale” è riuscito a raccogliere le firme necessarie per indire il referendum (un cinquantesimo degli aventi diritto al voto), si fa necessaria la partecipazione al voto di tutti i cittadini attivi per evitare che venga confermata una legge “ammazza politica” che rappresenta un peggioramento del male -l’eccessiva atomizzazione del sistema partitico- che pretenderebbe curare. Perché sia valido il referendum, non è necessario raggiungere il quorum del 50% più 1, ma è importante che i siciliani dicano no ad una legge antidemocratica partecipando proprio attraverso quella che è l’ultima forma rimasta di democrazia diretta.


- Ci sono 5 contributi al forum. - Policy sui Forum -
> In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.
23 aprile 2005, di : I tuoi cugini(Alcamo)

Bravo Riccardo,questo articolo è interessante. Ciao a presto
    > Elettore confuso...
    29 aprile 2005, di : Zapater


    - Giornali imbottititi... Panini illustrati! ehi signò, s’accattassi u giurnali... sulu 50 centesimi!
    - E pirchì m’avissi accattari u giurnali! chi successi?
    - Eccu! liggissi i titoli:"Refeferen ...dum in Sicilia... Ma a cu minchia ci ’nteressa? Comu? a cu c’interessa? ma chi dumanni faciti? a nuavutri ’nteressa! Non semu parti sufficienti?
    - ma si non sapemo mancu comu si vota? a cu facimu scantari?
    - Di refeferendum confermativo trattasi! chi voli la liggi avi a votari SI. Chi non la voli, avi avutari NO!
    - veru? ma è prifettu cuntrariu di l’artri refe...feren...dum! O m’arricordu malu? Fino ad ora, negli artri refe...ferendum... si non volevi a leggi avivi vutare si! si vulevi a liggi... vutavi NO!
    - devi sapere che quello trattavasi di referendumo abrogativo, il SI era NO ed il NO era SI! questo trattasi di refe...fe...fe... rendum confirmativo. Il Si conferma la liggi di Cuffaru. Il NO non voli la liggi di Cuffaru! e allora Tutti NO e all’Onerevoli dottori ... Sta minchia!
> In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.
10 maggio 2005, di : aleksandros

Riccardo non mi pare che tua abbia ben evidenziato tutte le caratteristiche di questa nuova legge elettorale e, soprattutto, non mi è charo perchè lo barramento del 5% dovrebbe aumentare il sistema clientelare, posto che allo stato è il sistema più consolidato in Sicilia e, forse, in tutta italia. Invece, io penso che un cambiamento forse lo destabilizzerebbe ed eviterebbe il sorgere ed il nascere di tanti partitelli inutili che confondono all’elettore le (poche) iddee che ha. Meglio pochi partiti e la stabilità di governo. Tanto le clientele si relaizzano sempre nei confronti degli individui e non nei confronti dei partiti come tali: se non cambia la cultura politica non potrà cambiare il sistema clentelare e non cambierà nulla nella nostra bene amata isola. Chiù scuru ’i menzannotti ’un po’ fare!
    >
    12 maggio 2005, di : Riccardo Coppola

    L’omissione delle altre caratterisiche della legge, molte delle quali criticabili (vedi supplenti, ruolo delle donne,etc.), é stata una scelta volontaria per non appesantire la lettura di un articolo col quale mi proponevo di mettere al corrente dei lettori e "portare alla ribalta" l’esistenza e l’importanza del referendum.

    Per quanto riguarda la revisione del sistema elettorale sono convinto che sia necessaria; ma non é certo in questi termini, cioé con una riduzione così drastica della rappresentanza, che si può cambiare la sub-cultura politica siciliana caratterizzata più di altre dal clientelismo.

> In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.
10 maggio 2005, di : Teomat

Ciao Riccardo, è vero che nessuno parla di questo referendum ma anche tu non ti sei sforzato molto. Quello dello sbarramento al 5% è uno solo dei punti di questo referendum che hai commentato secondo le tue idee. Sarebbe stato corretto evidenziare solo i cambiamenti che questo potrebbe portare. Alla prossima
> In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.
14 maggio 2005

Caro Riccardo,ti vorrei ricordare che la nuova legge elettorale, di cui chiedi l’abrogazione, ha introdotto alcune importanti innovazioni. Forse qualcuna non condivisibile, come ad esempio lo sbarramento del 5%, ma le altre, credo, incideranno positivamente sul futuro della nostra Isola. Io penso, infatti, che l’introduzione della ripartizione dei seggi su scala provinciale (collegio provinciale), invece che regionale, dia pari dignita’ a tutte e nove le provincie. La riduzione del listino da 18 a 9 candidati, con l’alternanza uomo donna, e la presenza di almeno 1/3 di uno dei due sessi nelle liste, ritengo siano un grande passo in avanti verso la politica delle pari opportunita’. Tra l’altro, alle prossime elezioni regionali dovremmo riscattare quel nefasto 61 a zero, pertanto la prossima Assemblea Regionale potrebbe, o meglio dovrebbe, mettere mano a questa legge e modificare sia la percentuale del 5%, che anch’io ritengo eccessiva. Rifletti Riccardo.
> In silenzio. Verso un referendum per la democrazia, per la Sicilia.
15 maggio 2005, di : PENNY

DICO SOLO 1 COSA: E’ UNA VERGOGNA! POI SI PARLA DI OMERTA’? PIU’ OMERTA’ DI QUESTA? QUASI NESSUNO DEI SICILIANI SA PER COSA SI VOTA OGGI E DOMANI! VERGOGNA! SIAMO IN CLIMA DI DITTATURA E NESSUNO FA NULLA! PENNY.
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