In nome dell’uomo

Il “bosone di Higgs” smentisce la divisione artefatta fra scienza e fede.
La conoscenza si connatura come una delle principali attività poste in essere dall’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra. Esso – l’uomo – si è relazionato con il proprio io e con l’esterno mediante un processo di continua dialettica. Processo di acquisizione di informazioni che rispondeva a un desiderio, quasi involontario, di comprendere le ragioni profonde dell’esistere e del perché degli accadimenti che egli andava osservando giorno dopo giorno. E’ stato un processo graduale che via via che il tempo passava ha dato origine al complesso sistema della conoscenza. Possiamo definire la conoscenza alla stregua di un diario che l’uomo ha vergato da qualche millennio con lo scopo di migliorare la propria esistenza? Ritengo la definizione testé espressa non priva di fondamento. Che cos’è – dunque – la conoscenza se non l’architrave che sostiene l’uomo durante il suo breve passaggio su un pianeta chiamato Terra?
Il processo di conoscenza non si arresta mai. Lo ripeto è un desiderio “quasi involontario” che anima la vita quotidiana dell’uomo fin dalla nascita. L’uomo dal momento che si è reso conto della sua particolare esperienza di mammifero dotato di intelligenza ha subito il fascino di un paio di quesiti. Quesiti che hanno plasmato la cultura dell’intera umanità e rappresentato il propellente sostanziale della sua inesauribile fame di conoscenza. Il primo quesito attiene all’ipotesi se esiste una divinità da cui tutto si è originato. Il secondo quesito riguarda le modalità con cui è stato creato l’universo. Due quesiti a un primo acchito inconciliabili fra di loro. L’uno – infatti – svolge un ragionamento focalizzato sulla filosofia (altrimenti spiritualità), mentre l’altro sulla fisica (altrimenti materia). Agli inizi della storia del pensiero umano tali quesiti combaciavano poiché gli antichi avevano capito in maniera straordinaria che una qualche relazione vi dovesse essere. Solo nel periodo recente si ebbe la nefasta idea di scindere in due ambiti distinti la conoscenza filosofica da quella fisica. Forse tale scissione è all’origine dell’infelicità dell’uomo contemporaneo?
Un richiamo ulteriore ai succitati quesiti. Il domandarsi se Dio (almeno per noi giudaico-cristiani) esiste e come si è creato l’universo altri non sono i quesiti basilari attorno ai quali è ruotata, ruota inde ruoterà la civiltà umana. La cultura stessa scaturisce a guisa di rigoglioso fiume che riunisce le innumerevoli riflessioni riguardanti se si può ammettere l’esistenza di un’entità divina e da quale prodigio il mondo è stato creato. Interrogativi che trovano novella forza per via della recente scoperta del c.d. “bosone di Higgs”. In cosa consiste codesta scoperta annunciata come rivoluzionaria ed epocale. Il “bosone di Higgs” sarebbe quella particella invisibile che sta dietro a tutte le altre componenti dell’atomo. E’ l’elemento che suggerisce il da farsi al resto dell’equipe che costituisce l’Abc della vita nell’intero universo. In sintesi, è quel “quid” capace di creare la materia di cui è costituito il creato. Ammettetelo è una scoperta entusiasmante e sublime. Siamo entrati nei meandri del mistero della vita e del relativo processo di creazione. Si prova un senso di vertigine mai provato innanzi.
Tuttavia, la scoperta del “bosone di Higgs” ci permette di sanare la divisione storica fra scienza e fede. Una divisione artefatta poiché si basava sull’erronea credenza che filosofia e fisica non potessero andare a braccetto. Che errore! Un errore di una gravità inaudita che ha causato mille e più dolori all’intera umanità. Il “bosone di Higgs” è la dimostrazione che filosofia e fisica sono risposte in apparenza diverse a un medesimo interrogativo. Ovverossia come è partito tutto. Per chi crede l’elemento che ha creato la vita è un’entità divina. Per chi non crede è una particella invisibile che sta dentro l’atomo. Quel “bosone di Higgs” si comporta alla stessa stregua di Dio. Crea la vita mediante la creazione della materia. Proprio come Dio che crea la vita a mezzo dello spirito santo. Ecco, quindi, ricongiungersi filosofia e fisica. Fede e scienza. E’ un evento che ritengo segnerà per sempre il cammino dell’umanità. Finalmente scompare del tutto una separazione fede e scienza che non aveva motivo di esistere. Fede e scienze riunite in un disegno più vasto di ragionamento sui fondamenti della vita opereranno in sinergia per migliorare il senso della presenza sulla Terra di un mammifero dotato di intelligenza chiamato uomo. Da oggi in poi fede e scienza saranno sinonimi del termine uomo. Come possiamo immaginare l’uomo provato della fede e della scienza? Essi – parlo sempre di fede e scienza – rappresentano l’umanità che è in noi. Ora abbiamo una concreta possibilità di ravvivare un’umanità viepiù stanca e disorientata. In nome dell’uomo – altrimenti noi stessi – accogliamo la sfida che la scoperta del “bosone di Higgs” lancia ad ognuno di noi. Avendo al centro l’uomo e l’umanità.
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