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Il segreto di Windows svelato su Internet

L’azienda di Bill Gates: per ora i clienti non rischiano. Violato il «codice sorgente». I sospetti: gli hacker o una talpa Microsoft: rubato il 2% del sistema

di Giuseppe Castiglia - martedì 17 febbraio 2004 - 8331 letture

Forse una «talpa», un dipendente. Forse un geniale hacker. Forse un sostenitore del «nemico» Linux. Per ora sul colpevole si possono fare solo ipotesi. Quel che è certo è che ora, cercando un po’ su Internet, chiunque può portarsi a casa i segreti di Windows, il sistema operativo su cui si regge l’impero di Microsoft. E qualche malintenzionato potrebbe utilizzarli per scatenare nuove offensive a colpi di virus o di incursioni informatiche.

Si trattava di segreti finora custoditi gelosamente, mostrati con tutte le cautele possibili solo ai tecnici al servizio di Bill Gates e a chi firmava blindatissimi accordi. Perché sotto la «pelle» di Windows, a quelle icone e quegli sfondi colorati che tutti i giorni vediamo accendendo il computer, c’è un mondo fatto di «linguaggio macchina», di istruzioni e comandi che sono il pane degli informatici. E’ quello che in gergo si chiama «codice sorgente». Una lunga serie di programmi, per un totale di milioni di righe di lettere e numeri: per Windows 2000 (uno dei due sistemi operativi violati, l’altro è NT 4) le stime parlano di 35-50 milioni. A differenza del film Matrix , per sbirciare nella «matrice» non servirà ingerire pillole colorate: basterà mettere le mani sui due pacchetti (di circa 200 Megabyte l’uno, insieme stanno su un cd) che migliaia di navigatori in tutto il mondo si sono affrettati a scaricare da siti, server Ftp, reti peer-to-peer.

Il codice divulgato illegalmente rappresenta solo una piccola parte di quello che costituisce nel complesso i due sistemi operativi Microsoft. Secondo Davide Viganò, vice direttore marketing di Microsoft Italia, si tratta di meno del 2 per cento. Per il sito web Betanews.com, si tratterebbe invece di ben 13,5 milioni di righe di codice, percentuale ben più rilevante.

In ogni caso, per Microsoft si tratta soprattutto di un duro colpo sul piano del diritto d’autore, perché il codice sorgente rappresenta il primo valore per una azienda di software commerciale. Ma potrebbe provocare guai anche di altro tipo: criminali informatici saranno ora in grado di «leggere» nel codice le eventuali debolezze di Windows o potranno sviluppare nuovi micidiali virus o metodi per violare i computer altrui. Insomma, se finora i «virus writer» dovevano lavorare quasi al buio, ora hanno un po’ di luce, seppur fioca.

C’è chi preannuncia apocalissi informatiche, ma Davide Viganò smentisce: «Per ora non c’è alcun rischio per i clienti. E anche in futuro, è pura fantascienza che, come dice qualcuno, anche un ragazzino alle prime armi possa creare disastri. Non con porzioni di codice prive di documentazione». Però, ammette il dirigente Microsoft, «è plausibile che persone malintenzionate possano avvantaggiarsi di questo fatto».

Secondo Viganò, non c’è da attendersi grossi problemi per i pc di casa, perché i due sistemi operativi violati sono le versioni server (per le aziende) di Windows 2000 e NT 4. E non dovrebbe cambiare neppure la filosofia di Microsoft, in una battaglia di idee che la vede su fronti opposti rispetto al movimento dell’«open source», il cui codice sorgente è liberamente disponibile. Anche come risposta alle teorie «open source», Microsoft negli ultimi anni ha svelato i segreti di Windows a molti governi (fra cui l’Italia) e a circa 800 mila sviluppatori, la maggioranza dei quali di società esterne. Proprio su uno di questi sviluppatori si appuntano i principali sospetti, per ora tutti da confermare.

NEW YORK - Parti del codice sorgente del sistema operativo Windows della Microsoft sono state rivelate ieri, a sorpresa, su siti Internet come Kazaa e chat di diaologo come Irc. I lettori, a questo punto, si divideranno in cue tribù, la prima che esclama: «Diamine, incredibile!»; la seconda che si interroga: «E cioè?». Bene, è come se la ricetta segreta della Coca Cola fosse stata pubblicata in prima pagina, ma con la differenza che il 95% dei computer del mondo funziona non grazie alla nera bibita ma al sistema Windows. E’ il Dna del pianeta, fa volare gli aerei, dialogare Internet, funzionare scuole, sanità, pensioni, eserciti e sta spostando questo articolo dall’America all’Italia.

Quanta parte di Windows è stata rivelata? Secondo Thor Larholm, esperto di sicurezza dei computer, circa 660 megabytes, un’unità di misura che raccoglie all’incirca le informazioni contenute su un Cd-rom che avete a casa. La grandezza totale di Windows è assai maggiore, calcolata in 40 gigabytes. «Meno dell’1,5% di Windows è stato reso pubblico» conferma Davide Viganò, dirigente di Microsoft Italia. La fuga di codici crea due problemi, uno di sicurezza, l’altro di copyright, la proprietà intellettuale. Se entrate in possesso del disegno di una serratura, vi sarà più facile costruirvi la chiave che la apre, ma al tempo stesso potrete riprodurla nella vostra officina. La differenza è che, in informatica, il disegno «è» la serratura, non servono né materiali, né attrezzi, per copiarla. Microsoft è preoccupata per la rottura del copyright, «una vicenda molto grave», mentre non ritiene «ci siano pericoli per la sicurezza dei clienti».

A questo punto, cari lettori, computeristici o no, siete entrati nel futuro. La sicurezza dell’informatica è la Grande Muraglia della nostra vita, dove aziende, Stati e terroristi si contenderanno le chiavi della pace, della prosperità, della guerra e della distruzione. E la proprietà privata delle idee, condensate nella lunghissima stringa di caratteri che disegna i programmi e i sistemi operativi, distribuirà la ricchezza degli individui e delle comunità nel XXI secolo. Windows è proprietà di Microsoft e di Bill Gates, l’uomo più ricco della storia, condivisa da qualche tempo con alcuni Stati, tra cui India, Cina e Italia, centri di ricerca, università. Voi comprate e usate Windows senza sapere cosa c’è dentro. Altri sistemi, per esempio Linux popolarizzato dal pinguino simbolo, sono invece «aperti», il loro codice è condiviso e girano per Internet come Robin Hood, simbolo di un mondo dove le idee non sono commercio, ma cultura.

Chi ha dunque rivelato la stringa di Windows, permettendoci di fare capolino nei suoi segreti? Secondo BetaNews (www.betanews.com) la spiata è partita dagli uffici di un partner di Microsoft, la Mainsoft. Si tratterebbe di 30.195 files presi da un computer a sistema Linux e datati 25 luglio 2000. Betanews nomina anche il dirigente dalla cui macchina sarebbero stati rimossi i files, il direttore della tecnologia Eyal Alaluf. Dal punto di vista della sicurezza i problemi non dovrebbero essere drammatici, «È come catturare un caccia russo del 1956, la tecnologia ha già fatto troppi passi in avanti» minimizza Howard Schmidt, ex capo della sicurezza di Microsoft. Molto più radicale la sfida sulla proprietà intellettuale.

Non tutti sono convinti che la fuga sia ridotta, secondo Madeleine Acey di timesonline «un analista parla del 39% dei codici», cifra enorme che, se confermata, porterebbe a clamorose reazioni in Borsa. La Bbc (no, non Gilligan stavolta!) parla di «un 15% del programma reso pubblico» dieci volte oltre la versione ufficiale. All’origine della rivelazione o un «hacker», un pirata dei computer di quelli che vanno in giro con la maglietta «Cernobil 1986, Windows 2000» e odiano Bill Gates o un intellettuale che crede nel software libero, persuaso che sull’autostrada informatica non ci debbano essere pedaggi e che la creatività conti di più dei bilanci.

I rischi per Microsoft sono due, che altri pirati studino la «mappa» di Windows e creino virus capaci di azzopparla (scarsa, se la parte di codice pubblicata è davvero ristretta) e che la diga di segretezza che tutela comunque una parte di Windows, i sistemi cifrati per esempio, ceda, permettendo ai partigiani delle «fonti aperte» di disegnare un sistema che dialoghi con Windows senza pagare un centesimo a Gates.

Dopo le battaglie in America e in Europa per le accuse di monopolio, la Microsoft ha di recente ammesso due falle nel sistema di sicurezza e subìto l’attacco del virus MyDoom. Ora la rivelazione di parte del codice genetico di Windows apre la saga del complotto, che su Internet fiorisce come ai tempi di Lucrezia Borgia. Sul sito slashdot.org si accusa Gates stesso di aver reso pubbliche le informazioni, così che, quando i virus fermeranno Microsoft, lui accuserà i paladini del software libero di sabotaggio. Se siete arrivati fino in fondo, premio di consolazione: le prime pagine del futuro si occuperanno di queste battaglie ogni giorno.

Il lungo gioco delle spie dai greci alla Coca Cola

Il rabbino Loew ben Bezalel, alla fine del ’ 500, scoprì il segreto della Creazione: era in una parola, emet (verità, in ebraico). Scritta sulla fronte del suo gigante di argilla, modellato imitando l’Adamo del Paradiso terrestre, instillava la scintilla della vita. Ma, se solo ne veniva cancellata una lettera, il Frankenstein ante litteram crollava inerte a terra. E’, questa, la leggenda del Golem.

Una storia fantastica che riassume l’eterno anelito dell’uomo verso l’ignoto. O meglio, di quello che ancora non si conosce. Ma che esiste e può cambiare la nostra vita: la storia è piena di segreti violati, di formule che passano di mano all’insaputa del « creatore » , come è accaduto al « codice sorgente » di Windows. Decidendo così della fortuna o della sfortuna di intere nazioni. Possiamo citare, per cominciare, Pitagora di Samo ( 571- 497 a. C.). Il matematico greco dovette affrontare uno dei primi « tradimenti » della storia: un suo discepolo, Ippaso da Metaponto, violò il segreto dei numeri irrazionali ( i numeri non interi), scoperti dal maestro: un gesto che consentì alle scuole rivali di competere con i pitagorici.

Il tradimento, per Ippaso, si trasformò in una scomunica: il discepolo perì in un naufragio inseguito dalle maledizioni del maestro. Facciamo un salto in avanti e prendiamo la macchina « Enigma » , lo strumento - ideato nel 1918 - che i nazisti utilizzarono durante la Seconda guerra mondiale per codificare e decodificare i messaggi top secret. I britannici riuscirono a ottenere una copia dell’invenzione, simile a una macchina per scrivere. E, grazie al genio del matematico Alan Turing, a scoprirne i segreti. Cambiando le sorti della guerra.

Pochi anni ancora, e un altro segreto, quello della bomba atomica, compì un percorso verso Est. I piani per la costruzione dell’atomica passarono la Cortina di ferro nel 1949, consentendo all’Unione Sovietica di ridurre il gap con gli Stati Uniti. Mentre il mondo, come conseguenza di questo evento ( in seguito anche i piani della bomba H e di quella ai neutroni sarebbero passati all’avversario), visse un periodo di relativo equilibrio strategico passato alla storia come «guerra fredda».

I responsabili della fuga di notizie, i coniugi Rosenberg ( secondo la verità processuale), novelli Ippaso, pagarono il gesto con la vita: furono giustiziati per spionaggio nel 1953. Dalle armi ai segreti industriali, forse i più ambiti nell’età della globalizzazione. Qui è più difficile fare un elenco dettagliato, dato che si tratta di centinaia di invenzioni originali e brevetti che hanno percorso, in incognito, le rotte commerciali tra Occidente e Oriente. Fino al « codice sorgente » di Windows, forse l’esempio più eclatante, anche se non è ancora chiaro quali effetti potrà avere sul mercato: darà origine ad altri sistemi operativi « rivali » ? Genererà software innovativi, ma dai contorni ancora misteriosi? Certo è che in questo mondo sono pochi i segreti importanti a durare davvero come tali. Ne viene in mente uno solo: quello della Coca Cola. Dalla sua invenzione, nel 1886, la formula della bevanda più celebre non è stata mai violata. Almeno fino a oggi.

E’ l’alfabeto che solo il computer sa leggere

L’ultima volta che a Bill Gates «rubarono» il codice sorgente di un suo software fu nel 1975, quando un club di amatori del computer di San Francisco duplicò il suo Compilatore Basic per il microcomputer Altair. Da allora i programmi scritti in chiaro dalla Microsoft sono protetti come un segreto industriale assoluto. Questo fino all’altro ieri, quando circa l’uno e mezzo per cento delle righe di codice del sistema operativo Windows NT e 2000 sono circolate sull’Internet e probabilmente sono state ghiottamente duplicate migliaia di volte.

Il codice sorgente è un puro testo, con «parole» scritte in chiaro, utilizzando un linguaggio di programmazione (C, VisualBasic e altri). Queste righe contengono le istruzioni che la macchina deve fare, un passo dopo l’altro, per eseguire certi compiti, tipo «apri il file Pippo, leggi e stampa il contenuto», eccetera. In altre parole il sorgente è la descrizione formale di un algoritmo di soluzione dei problemi. Nei computer che utilizziamo ogni giorno quei codici non ci sono, ma compare solo la loro traduzione in programmi «eseguibili» (i famosi .EXE), sequenze di bit che solo la macchina può interpretare.

In questo modo i produttori di software coprono e tengono riservate le loro soluzioni e comunque impediscono ogni modifica non autorizzata ai loro programmi. Per gli utenti finali non c’è dunque alcun danno diretto dalla pubblica diffusione di questi giorni. Al massimo potrebbe succedere che dei maligni pirati utilizzino le conoscenze ricavate dai sorgenti per realizzare dei nuovi virus, ma anche questa è una eventualità remota e non scontata: infatti, non basta conoscere il programma per danneggiarlo, occorre anche che questo abbia già dei difetti in cui inserirsi. Se invece il software è robusto, sarà inattaccabile, chiuso o aperto che sia il suo codice.


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> Il segreto di Windows svelato su Internet
18 febbraio 2004

Bisogna smetterla di vedere chi sostiene il software libero come un delinquente o un intellettuale strampalato. Il software libero e’ di proprieta’ di tutti, anche di quelli che non lo sanno, e se diventera’ abbastanza valido da poter sostituire Windows, permettera’ ai cittadini di non dover pagare soldi agli americani della Microsoft per usare il computer. Col software libero i cittadini ci guadagnano e basta, solo che la gente crede il contrario grazie alle cretinate che dicono i giornalisti ignoranti.