Il rutto e il peto nei lungometraggi per bambini

di Ferdinando Gattuccio - venerdì 25 aprile 2008 - 2615 letture

Vedo sempre con passione, insieme ai miei figli, i sempre più affascinanti e intelligenti film d’animazione (o comunque per bambini) prodotti negli Stati Uniti. Le sceneggiature sono eccezionali, spiritose, stimolanti, la grafica è incredibile e, anche se strizzano l’occhio al mondo adulto (per spingerci a portare volentieri i figli al cinema, penso), hanno un tasso di violenza bassissimo rispetto alle produzioni giapponesi, che sembrano saper raccontare solo di improbabili combattimenti senza capo nè coda.

Però (c’è un però) mi chiedo - e sono tutt’altro che un bacchettone, quindi il problema esiste - quale sia la necessità, per strappare una risata in più, involgarire questi capolavori con rutti e peti, vanificando il nostro sforzo quotidiano di genitori italiani, che tentano di convincere i bimbi del fatto che sia volgare ostentare la rumorosa e fetida fuoriuscita di fluidi e gas dal corpo. Non ultimo, segnalo lo sforzo di tutti noi padri di non ruttare davanti ai nostri figli dopo una bella birra, mentre Shrek è libero di fare quel che vuole. Sto invecchiando o mi date ragione?

avv. Ferdinando Gattuccio


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