Il rumore della socializzazione

Da tempo, ai tradizionali rumori urbani di transito e lavoro, si è aggiunto quello del tempo libero, della socializzazione: che riguarda le persone, i loro ritmi e abitudini nel condividere i luoghi della quotidianità.
Da tempo, ai tradizionali rumori urbani di transito e lavoro, si è aggiunto quello del tempo libero, della socializzazione: che riguarda le persone, i loro ritmi e abitudini nel condividere i luoghi della quotidianità.
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Se socializzare in passato significava parlare, conoscersi condividendo sfondi silenziosi, o specifici luoghi danzanti, ora la socializzazione è indotta attraverso altoparlante e, per altoparlante, si intende qualsiasi microfono, dispositivo di amplificazione, anche il più piccolo: una soneria telefonica in una sala gremita di persone la sentono tutti subito. Il canale della radio nel Bar lo si continua a definire “sottofondo” ma in realtà lo sfondo lo prevarica imponendosi sulle voci naturali: quest’ultime, a loro volta, si elevano attraverso un istinto competitivo che induce a sforzare i toni: da quando la colonna sonora si è estesa ad attività di vendita e servizi (compresi quelli medici, ospedalieri attraverso altoparlanti centralizzati) la gente sente di meno e parla più forte, anche quando non occorre perché si è abituata così. Dicasi rumore “della socializzazione” poiché coinvolge le attività aggregative (shopping, aperitivi ecc.) e si esprime parlando, suonando, cantando. Comprende colonne sonore diffuse, schiamazzi, forte vociare. La colonna sonora e il forte vociare si manifestano in più luoghi e con più insistenza nel pomeriggio quando la gente fa più cose fuori casa. Di sera questi rumori si concentrano dove ci sono locali, ristoranti ecc.
Ora si assiste a un fenomeno ulteriore di sonorizzazione degli ambienti che si aggiunge al frastuono complessivo con la trasmissione di conversazioni private, audiovideo e musica attraverso il vivavoce di telefonini: la gente si abitua a un ascolto confuso (oltre che passivo) dato dalla sovrapposizione di più voci, dal quale si difende attraverso assuefazione come è stato per il fumo da nicotina sino a che non si è dichiarato che era nocivo e allora in tanti hanno iniziato ad avvertirne l’odore, l’aria pesante e altri fastidi come prima non succedeva. Del disagio da ascolto musicale non richiesto molti ancora non si rendono conto ma se ne accorge l’attenzione, la fatica a parlare e farsi ascoltare. Ne risente l’organismo che non è stato originariamente concepito per un tale sovraccarico sonoro.
Una riduzione del rumore di radio, televisioni, telefoni nei luoghi della quotidianità porterebbe ad accusare sintomi di mal di testa, irritazione e altri disagi negli ambienti ancora assordanti attraverso il confronto con gli altri. E creerebbe un riassestamento del livello basale di ascolto con la gente che riprende a parlare a bassa voce, a sentire cosa dice l’altro grazie all’assenza di suoni amplificati coi quali dover competere. Ma è anche giusto che ognuno sia libero di passare il proprio tempo come vuole fino a che non arreca danno agli altri. Per questo ci sono le discoteche, i locali dove si va per ascoltare musica ad alto volume così come ci sono quelli per tabagisti e le aree fumatori dentro aeroporti ecc. Al momento però è difficile evitare i Bar e ristoranti con colonna sonora diffusa perché questi sono la maggior parte. Più facile sarebbe poter frequentare quelli acusticamente neutri, senza suoni amplificati diffusi da parte di chi gestisce il servizio e con le tecnologie silenziate da parte di chi ne usufruisce (come già su certi vagoni delle ferrovie inglesi).
La socializzazione di per se non crea disagio se non in caso di eventi particolari (sagre, manifestazioni) che non riguardano luoghi di ogni giorno: questi, negli ultimi decenni si sono trasformati in ambienti di sopraffazione tra suoni tecnologicamente mediati e toni vocali in competizione coi loro effetti ma, nel corso della storia, è molto di più il tempo in cui la gente ha comunicato in modo naturale: una situazione che sarebbe bene recuperare, iniziando col poterla scegliere.
Questo articolo è diffuso anche da Fana.one.
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